Il gruppo si esibisce la prima volta per gioco in una configurazione a due elementi nel settembre 1982 (Mauro Lever e Roberto Bombardelli). Pochi mesi più tardi alla formazione si aggiunge Emilio dal Ponte. Già all’esordio La Guerrigliera si caratterizza nella sua impronta Folk, che si manterrà sensibile nel successivo dimensionamento Rock. Il desiderio di aggregazione, per certi aspetti intriso da una necessità identitaria, il comune interesse per la musica d’autore e la volontà di fare gruppo in una prospettiva produttiva, hanno creato le condizioni per un repertorio di canzoni autoprodotto, capace di rappresentare emozioni e storie di personaggi collocati in una dimensione mitica e significante, in qualche modo legati ai vissuti e alle riflessioni dei componenti; un percorso creativo che rappresentava, in modo spontaneo, la sintesi di numerosi dibattiti giovanili, terreno di confronto, scambio e coesione. Una delle prime canzoni (che assegnerà anche il nome al gruppo) testimonia, infatti, il tipo di riflessioni che all’inizio degli anni 80 si era soliti tessere in merito alla banalità della musica leggera contemporanea, diventata allora puro intrattenimento e ripetizione ossessiva dei medesimi schemi e privata di qualsiasi comunicazione ideale. Il brano ironico, quasi senza senso, è composto di due soli accordi e ruota, nei contenuti e nella forma, intorno ai numerosi luoghi comuni della generazione che si rifugiava intorno al consumo emergente, seppur tardivo in Italia, dei prodotti della Disco Music, specialmente nella sua imitazione nazionale.
All’inizio del 1983, l’ingresso del batterista Romeo Caldini e del bassista Adriano Angeli segna una svolta de La Guerrigliera, che si configurerà d’ora in poi come formazione Rock.
Negli anni successivi il gruppo s’impegna nella produzione di numerosi brani essenzialmente biografici. L’intento è di trovare uno spazio comune nel quale collocare narrativamente i contenuti delle proprie riflessioni, identificando taluni personaggi sui quali proiettare le proprie sintesi: fatti realmente accaduti o immaginari riferiti principalmente alla storia contemporanea, specialmente del periodo delle due guerre mondiali.
Entrano in alcune canzoni alcuni “eroi minori†assorbiti dalle vicende della gente comune; talora presi a modello per qualche aspetto singolare della loro vita, talora per gli aspetti controversi e irrisolti delle loro esistenze e delle loro difficili scelte.
Le storie del disertore-bandito della Valle dei Laghi, della resistenza di Leningrado e dell’obiezione di coscienza di un pilota di un bombardiere, sia nello stile sia nei contenuti, tendono a collocare il gruppo in una dimensione militante in ambito pacifista; questo il motivo per cui La Guerrigliera, per affinità di interessi, sarà chiamata ad esibirsi in numerosi eventi culturali, sociali e manifestazioni a sfondo politico a cavallo tra il 1983 e il 1986.
Tuttavia, l’etichetta militante non ha mai segnato un limite all’azione del gruppo, sia per quanto riguarda gli spazi di partecipazione che gli stili e le tematiche ai quali sono riconducibili i brani.
Consapevoli del fatto che costituiva una grossa opportunità già solo ritrovarsi e suonare assieme da dilettanti, potendo dare voce a se stessi nei personaggi delle proprie storie, i componenti del gruppo non hanno mai voluto aderire a schemi e contenuti precisi, mantenendo così sempre integro lo spazio di una possibile ricerca. Tuttavia, l’idea di produrre in modo assolutamente inedito e originale, al riparo da qualsiasi condizionamento ambientale, è una pura chimera e per quanto riguarda La Guerrigliera qua e là si possono rintracciare riferimenti e citazioni in particolare allo Psychedelic Sound, al Progressive, al Folk e al Jazz Rock.
Una precisa scelta di autonomia espressiva e l’intento non commerciale sono immediatamente rilevabili nel sound de La Guerrigliera, fatto di numerose punteggiature, modulazioni improvvise e tempi certamente non commerciali, centrati principalmente sull’aspetto significante e meta-comunicativo della narrazione; elementi spesso destabilizzanti ad un primo ascolto. Dal 1985 al 1989, il gruppo passa attraverso numerose ristrutturazioni che necessariamente ne condizionano la personalità espressiva. Tali avvicendamenti, anche di breve durata, incidono nel carattere degli arrangiamenti e delle performance, orientandone lo stile in una dimensione meno aggressiva, più melodica e intimista (che rispecchia i dubbi e le incertezze dei giovani a cavallo tra gli anni 80 e 90). Dal 1989 il gruppo, mai ufficialmente sciolto, si ritrova per gioco nel 2007 nella sala prove di Vigo Cavedine nella configurazione originaria Folk Rock ma con l’avvicendamento al basso e alle chitarre per l’ingresso di Enrico Meneghelli e di Antonio Manara. Accettata la sfida lanciata da Mauro Lever, il gruppo ha recuperato il repertorio originale mettendo mano agli arrangiamenti, adattandoli così alle esigenze tecniche e creative dell’attuale configurazione. L’attuale formazione è così composta: Antonio Manara (chitarre elettrica e acustica), Enrico Meneghelli (basso), Mauro Lever (voce, piano e tastiere), Roberto Bombardelli (voce e violino elettrico) e Romeo Caldini (batteria). Maria Pia Oliviero
15 agosto 2007