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..Genere: canzone d'autore / pop / latin / jazz
“Un caffè francese, di quelli che si possono trovare a Montmartre, con scrittori e pittori che casualmente passano, si fermano, o ignorano. Ma un caffè fuori dall’Europa, in un angolo apparentemente fuori luogo, un angolo coloniale.
E in questo contesto, umido e di pelle appiccicosa odorante, però, si beve vino italiano e si mangia pasta col pomodoro, fra il fumo di sigarette alla cannella, odori di incensi alla vaniglia, petali di bouganville che svolazzano sul pavimento, tazze di the verde e intrusioni repentine di erba da fumareâ€
Questa è la presentazione che Stefano Dall’Osso, in arte STEFANO DALL, ha voluto fare di questo progetto col quale vuole dare forma a sonorità e parole che navigano nella sua testa da anni, in mezzo alle molte esperienze artistiche maturate. I brani, infatti, sono tutti originali (suoi musica e testi) e le sonorità sono volutamente pulite, tendenti al jazz e alla musica latina, che pur lasciando un ruolo importante alla voce e ai testi mette in evidenza il gruppo JAKARTA CAFE’, formato da musicisti eccezionali!
Stefano Dall è veramente un artista a 360°, sicuramente personaggio “al di sopra delle righeâ€, musicista, arrangiatore, cantante, scrittore (è stato pubblicato recentemente un suo libro “Calanchiâ€, edizione L’Autore Libri, Firenze) ed è anche autore di testi incontro-scontro fra musica e letteratura. Inoltre, ha curato regia, testi e musica per due eventi teatrali e rassegne di poesie.
Al primo ascolto, viene spontaneo accostarlo ad artisti come Paolo Conte, Capossela, Cammariere; aggiungiamo che probabilmente l’influenza più forte (anche se indiretta) è quella di Tom Waits. Una cosa è sicura, che la sua voce e il suo modo di scrivere sono veramente unici e si distinguono nel panorama della discografia italiana.
I jakarta cafè sono 5 musicisti: voce, basso/contrabbasso, chitarra, batteria, percussioni. A volte c’è la partecipazione di un trombettista, in alcuni casi di un pianista.
A french cafè, one of the ones you can find in Montmartre, writers and poets who go along by chance, have a look, stop, ignore. But an out of Europe cafè, apparently in an out of place corner, a colonial corner. And in this humid context, smelling of sticky leather, people drink italian wines and eat pasta with tomato sauce, surrounded with the smoke of cinnamon cigarettes, flavours of vanilla incenses, buganvillea petals fluttering on the floor, cups of green tea and sudden intrusions of smoking herbs.