Myspace Layouts at Pimp-My-Profile.com / Orange dreams
...La nostra storia inizia nel 1982. Si è entrati negli storici anni ’80, gli anni degli eccessi, della “Milano da bereâ€, del divertimento e del disimpegno, quasi a voler dimenticare il troppo impegno e le troppe inquietudini degli anni ’70. Qualcosa però trapassa senza danni dai ’70 agli ’80, così come era passata indenne dai ’60 a ’70: la voglia di suonare e il piacere che ne deriva da parte dei giovani.Di quella numerosa tribù fanno parte, nell’hinterland di Desio e delle sue fabbriche (prima tra tutte l’ Autobianchi, che sta proprio in quegli anni vivendo la sua seconda ed ultima giovinezza con la Y 10), il cantante Silvio Caimi, il bassista Davide Salvagio ed il batterista Dario Casiraghi. Il primo, fondamentale scoglio che incontra un gruppo musicale, ossia uno spazio per provare, viene brillantemente risolto dall’occupazione del padre del tastierista, custode della imponente seteria TILANE, in quegli anni in fase di dismissione.Gli enormi spazi dell’area industriale, dopo il rumore delle filatrici, vedono così risuonare altri, ed all’inizio ben più molesti, rumori. Rumori che, col passare dei mesi e il progredire della tecnica, si trasformano in suoni. Suoni che la neonata band decide di indirizzare nell’area prog che, imperante negli anni Settanta in Italia sull’impulso di storiche realtà come PFM, Banco, Area ed altri, aveva lasciato spazio alla disco-rock “marchettara†degli eighties. Automatica è anche a questo punto la scelta del nome: “I QUELLIâ€, in omaggio al nome originale della PFM. Ed è col nome “I QUELLI†che la band inizia a farsi sentire e conoscere nei primi concerti, riscuotendo consensi dapprima timidi poi sempre maggiori, grazie anche alla molteplicità di eventi musicali organizzati nell’area metropolitana di Desio, Seregno e comuni limitrofi (allora i soldi si spendevano anche per organizzare i concerti…..).La storia dei Quelli si arricchisce in quel periodo di una piccola “crisi di rigetto" e entra pe run periodo nel gruppo il chitarrista ex Logos e ex Beagles Fabio Rinaldi.Ma dopo poco tempo ritorna la formazione originale con una realtà che diventerà poi decisiva: Vasco Rossi. Il rocker di Zocca inizia, in quegli anni, a gettare le basi durature del suo incredibile (anche se solo italiano) successo di pubblico, ed è inevitabile che le sue canzoni entrino nelle scalette dei concerti dei Quelli: scelta appagante per il pubblico, ma che impone l’assunzione di un sassofonista, indispensabile per le melodie dell’artista romagnolo.Dopo una breve ricerca viene reclutato Paolo Magni, sassofonista ex-Kaos, che si inserisce subito e senza problemi nella band, che vive in quegli anni (siamo nella seconda metà ’80) la sua fase concertistica più intensa. Questo “ammorbidimento†dell’approccio musicale lascia in eredità però una partenza pesante: il bassista Davide Salvagio, infatuato dal jazz e ritenendo la svolta melodica non positiva alla sua crescita musicale, decide di lasciare la band. Anche l’inserimento di brani più complessi e strutturati come “Englishman in NY†di Sting o “Empty rooms†di Gary Moore non fanno cambiare idea al quattrocordista, che, pur restando in ottimi rapporti con tutti, saluta e se ne va.Nuova ricerca della band, stavolta per un bassista. Viene inserito in organico Luca Benelli, ex Sigma ed ex Barcos, che, abituato a suonare brani dei Pooh e di Alan Parsone Project, deve cambiare radicalmente approccio per adeguarsi alla nuova realtà . Ciò richiede per diversi mesi la sospensione delle attività live, anche perché nel frattempo siamo arrivati al 1990, e soldi da spendere non ce ne sono più tanti come prima, almeno per gli assessori allo spettacolo. Questa svolta isolazionistica, se da un lato è apprezzata da chi ormai ragazzo non è più (Quasi tutti i compenenti della band nel frattempo hanno messo su famiglia) dall’altro non è ben accetta da chi vuole il contatto col pubblico. Il primo a manifestare il suo malcontento è proprio Paolo Magni, che decide di andarsene.Subito dopo è Silvio Caimi, fondatore storico e ugola della band per dieci anni, a chiamarsi fuori: la famiglia ed il lavoro non si accordano più con la musica. Sul sax la decisione è drastica: non si rimpiazza, anche perché gli ultimi lavori di Rossi (diventato ormai il riferimento della band), a partire da “Gli spari sopraâ€, vedono un utilizzo quasi nullo dei fiati a vantaggio di una maggiore presenza sonora di chitarra e tastiere.Il cantante però è indispensabile, e la scelta cade su Lorenzo Cattaneo, Huey Lewis nel cuore e valida presenza scenica, che impone subito il suo marchio alla band: PFM definitivamente in soffitta, Vasco Rossi ridotto al minimo, ingresso in pompa magna nel repertorio di rock e soul americani: entrano così in esecuzione brani di Huey Lewis, James Brown, Mr.Big ed altri. Questo genere musicale richiede una nuova chitarra, e così si aggrega alla band Omer Sorrenti, destinato a diventare un must per le ragazze che assistono ai concerti (e ai dopoconcerti……) della band.La svolta musicale di Cattaneo , infatti, determina un massiccio aumento dell’attività live, grazie anche alle molteplici conoscenze del cantante, ma genera anche una certa insoddisfazione di fondo nei tre “capi storici†della band.Insoddisfazione che genera, a fine anni ’90, la partenza di Cattaneo. I rimanenti cinque, a questo punto, per qualche tempo provano cantanti sui generis (e su cui stendiamo pietosi veli), poi si prende una decisone radicale. Dalla esibizione “Juke-box†si passa al tributo a Vasco Rossi, onde evitare ambiguità in chi viene ad assistere ai concerti. Anche la band modifica il suo nome in “Quelli del Blascoâ€.Il problema delle “band tributo†è trovare un cantante che si adatti al personaggio da rappresentare: prova e riprova, si trova Massimiliano Martinelli, Vasco nel DNA ed oltre. Sulle ali dell’entusiasmo che il “ragazzino†porta nel gruppo iniziano a ritmo sostenuto le prove, e in qualche mese l’attività live riprende con la formazione a sei, che diventerà la più longeva nella storia del gruppo.La vitalità della band è forse al suo apice, e tocca il suo Everest nel 2002, quando al Celtic Stone di Paina i Quelli festeggiano, in un locale straboccante di amici vecchi e nuovi, i loro vent’anni, con un fantastico “concerto-carrellata†a cui partecipano tutti coloro che nei quelli hanno suonato. La parabola rimane al suo vertice fino a una straordinaria performance a Triuggio, davanti a un pubblico che neppure il diluvio riesce a fermare: la vista di ragazzi e ragazze che, sotto l’acqua, urlano a squarciagola le canzoni di Vasco è senz’altro una delle più belle ricordate dalla band.La band entra, per 4/6 dei suoi componenti, nella mezza età : età di bilanci, di introspezioni, di crisi anche profonde: tra “folgorazioni religiose sulla via di Damascoâ€, crisi di identità , problemi di salute, i Quelli si trascinano stancamente e litigiosamente per un paio d’anni. Poi, a fine 2006, la svolta la Band decide che così non si va più, e si aggiorna la formazione con altri due elementi .Per rispetto alla storia della band, il gruppo abbandona il nome “Quelli del Blascoâ€, decidendo per “La compagnia del Blascoâ€. Il tastierista si trova subito: Loriano Dalla Rovere, studi musicali alle spalle, porta il suo eccellente contributo dopo poche prove. Il chitarrista invece si fa aspettare un po’ di più, ed è solo a Giugno 2007 che Luca Montaldo entra nella band. Dal rientro delle vacanze si prova a tappeto. Ora il repertorio è pronto, e “La compagnia del Blasco†è ansiosa di mettersi ancora a confronto con chi vorrà venirla ad ascoltare.