"...In paese nessuno sapeva perché Leda si chiamasse così...
Leda infatti aveva un aspetto e un incedere così sensuali e al medesimo tempo così lontani da ogni cosa terrena, così astratti, da far davvero pensare che non altri che un dio, e di rapina per giunta, potesse ottenere da lei ciò che in realtà costituiva la sua esigenza più profonda, il suo desiderio più autentico - se soltanto fosse riuscita a comprenderlo, e a comunicarlo.Dalla primavera fino all'autunno inoltrato, poi, quasi ogni giorno, al tramonto, raggiungeva le sponde di un piccolo lago che distava dal paese una mezz'ora di cammino.Un giorno scorse proprio lì un bellissimo cigno...Si raggiunsero nel punto preciso in cui terra ed acqua si univano. Lì si arrestarono, l'uno di fronte all'altra; e lei, in silenzio e senza sorridere, adagio si tolse la camicetta, lasciò cadere la gonna ed ogni altro indumento: fu nuda, e mostrò la dolce prominenza del ventre; mostrò tutto il suo corpo, che aveva già conosciuto l'amore ma non ne portava traccia - così come la mente non ne serbava memoria.Quello che poi avvenne non è riferibile, poiché non avvenne soltanto fra l'acqua e la terra, ma innanzitutto fra la terra e il cielo: e le parole terrene che si potrebbero usare non ne sarebbero mai testimoni fedeli, resterebbero sempre inadeguate ed equivoche...Quando il cigno apriva le ali, spiccava il volo e le volteggiava a bassissima quota d'intorno, in attesa, Leda intuì che, per quanto l'amasse, lui sarebbe ripartito comunque, e che a lei, a lei stessa e a lei sola, era dato di scegliere il proprio destino...Forse Leda, diventata una stella, fra le stelle ci guarda; forse cammina fra noi, immemore o memore, intatta o segnata; o forse, com'è più probabile, sta ancora scegliendo. Sì, forse quella non era una scelta da farsi una volta per tutte, per sempre, ma era da rinnovarsi volta per volta, a mano a mano, vivendo. Anche senza saperlo e volerlo. Ad ogni momento.."