Leo comincia a suonare la chitarra a d un’età imprecisata, si narra infatti sia nato già a 30 anni, e subito si rivela un talento ineccepibile. Ci mette due anni ad imparare il barrè, un anno e sei mesi per decidere di smettere e suonare accordi a corde vuote, dopodiché 3 anni per cercare di capire cosa siano le scale e i due anni seguenti a cercare pretesti quali la naturalezza e la spontaneità del sentimento per non imparale mai. Dopo 7 anni davanti ad una chitarra capisce che avrebbe dovutomettersi tersi dietro di essa e compone il suo primo brano intitolato “Fazzoletti di stoffa†che subito rivela lo spirito profondo e malinconico dell’artista, anche se all’uscita viene largamente boicottato dalle multinazionali della carta igienica e non riscuote perciò l’accoglienza che avrebbe meritato. In questo periodo comincia ad essere chiamato Zio Leo dai suoi amici e sostenitori, ma in maggioranza da esseri di sesso femminile, che per non dargliela inventano questo grado di parentela fittizio. E comincia anche i suoi primi concerti, suonando perlopiù per le campagne e le spiagge del nord Barese durante serate per le quali richiedeva come cachet una bottiglia di vino nero e un plettro che immancabilmente perdeva dopo l’esecuzione del secondo brano insieme alla sua chitarra, che di solito ritrovava fra le mani del Jimy Hendrix di turno. A volte cominciava anche ad arare il terreno durante le pause dei concerti, o per meglio dire, mentre arava, ogni tanto si ricordava di suonare e non trovava più la chitarra, allora trovava la chitarra e perdeva il vino e la zappa, poi ritrovava la zappa ma non capiva a cosa gli servisse per suonare ed andava avanti così fino a tarda serata quando cominciava ad offrire fiori inzuppati di vino alle astanti ed eseguiva un nuovo singolo inedito che nemmeno lui conosceva. Attualmente sta componendo nuovi pezzi, che saranno disponibili a breve...
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