Alessandro Corvaglia

Oui, je suis Livornese (..boia, deh!!). Del glorioso 1964, anno che si ricorderà per due cose fondamentali: una l'ho già detta, l'altra è che è stata una delle annate memorabilimaveramentememorabili per l'enologia, in particolare Barolo e Brunello. Il battesimo volevo farlo in un tino, ma ora dimmi te se dei genitori (di cui uno friulano) devono ritenere l'acqua più consona...!Cosa faccio da piccolo, il pianoforte? Ma sìiii.. troppo pesante? meglio la batteria? ma sìiiii.. fa un sacco di casino e i vicini protestano? Vada per la chitarra... insomma, ne avessi portato a termine uno. però è stato divertente girarseli un po' tutti... tanto alla fine finivo sempre per cantare oltre che a dimenarmi con tasti, corde o bacchette... ora, a dieci anni una batteria coi fustini te la potevi fare e faceva anche moda, ma un microfono col pacchetto dei Bucaneve veniva un po' schifoso; oltretutto era anche grosso e allora ripiegai sull'astuccio degli Smarties, bastava vuotarlo e toglierci il tappo colorato di plastica e ottenevi anche un riverbero tubolare che manco l'SPX90... Tre-quattro gruppi a Livorno (uno dei quali vicino al contratto discografico), diverse stagioni all'Elba (un grande saluto al Marina2000 che fu!), qualche episodio a Roma dove ho vissuto per un anno, poi mandato dal fato e dal lavoro a Genova; un po' di musica dal vivo nei locali, anche a Milano e nel Montefeltro, a Rimini e nel SudTirolo, poi mi rompo e decido di cercarmi qualche gruppo che faccia divertire sul serio... Ne ho trovati due e finchè mi terranno, il divertimento è assicurato.Le due mie sinfonie assolutamente meglio riuscite hanno ora 11 e 9 anni! Il primo violino che mi affianca resiste alla pazzia del direttore! Le note che fanno suonare l'anima non sempre sono sul pentagramma ed aiutano quest'ultimo ad esplodere di armonia.