ginostra 08
la volontà è seria per forza? Si puo' volere sorridendo? Non voglio essere mossa da quella determinazione impassibile che rende ciechi gli occhi di chi è concentrato con tutto se stesso, nella realizzazione di uno scopo. Forse è quello che succede in teatro.. Quella sottile differenza che distingue l'attenzione dalla concentrazione. La concentrazione è a senso unico, come un laser che attraversa gli oggetti senza deviarli. Cos'è invece che è pronto a virare mantenendosi invariato nella sua sostanza? Cos'è che percepisce uno stimolo esterno e riconosce subito se si tratta di una distrazione vuota, di un avanzo di tempo informe, oppure di un varco che si apre ad una svolta possibile? E chiaro che i vettori, la vita, il destino, le scale musicali, non si muovono in linea retta. La linea retta in natura non esiste. E' evidente che qualsiasi cosa raffigurabile come una linea retta, che sia uno sguardo, un'azione, una soluzione è inevitabilmente sbagliata e destinata al fallimento.biancasacher
Go to ImageShack® to Create your own SlideshowLA STRADA FERRATA _in scena dal 12 al 17 febbraio, teatro cometa off, ore 8.45, Roma_Su una linea ferroviaria abbandonata, in Sicilia, si incontrano due ragazzine, Willie e Secondina. L’una è arrivata per mare molti anni prima da chi sa quale paese straniero insieme alla sorella Alva, e l’altra racconta di essere discesa in sella alla sua bicicletta dal lontanissimo Piemonte, per cercare un fratello che non ha mai conosciuto. La strada ferrata è il territorio che si contendono, come solo i cani e i ragazzini sanno fare. E, come per i cani e i ragazzini, si vince giocando. E giocando ci si racconta e si racconta il mondo così come lo si è conosciuto. Willie e Secondina si trasformano infinite volte divenendo surreali presentatrici televisive, bambine abusate, suore, ciclisti famosi, donne fatali, ballerine, cantanti. Le accompagna, come un musicista di strada seduto su un rocchetto per cavi da cantiere, Fabio Guandalini, con leggerezza e sapienza musicale, passando dalla chitarra, al didjeridoo , dalla musica folk a quella sacra.Secondina è arrivata in sella alla sua bicicletta, Berta. E’ fuggita dalla cantina dove suo padre la teneva rinchiusa dopo aver trovato la foto di un ragazzino biondo che le somiglia ma non è lei, e che forse è suo fratello, il figlio di un segreto di famiglia. E Secondina racconta di aver percorso tutta la strada fino alla Sicilia in bicicletta, alla ricerca di questo fratello, percorrendo i territori del suo immaginario: il triangolo esoterico del Monferrato, le chiese con le messe nere, le risaie, i prati, Genova, il porto. Quello che rivuole indietro è un giorno della sua infanzia, insieme a un fratello che non ha mai conosciuto, e che forse neanche esiste.Willie si trascina dietro la sua bambola, Camilla . È arrivata da lontano, molto tempo prima, insieme a sua sorella Alva. Ed è di Alva che Willie vuole raccontare, della vita che facevano insieme nel quartiere San Berillo, a Catania, il quartiere storico della prostituzione nel centro della città . Territorio di storie e leggende, di vecchie puttane, di riti antichi, divenuto luogo di incontro di donne di tutto il mondo grazie alla presenza della base militare Nato di Sigonella. Il mondo di San Berillo, con la sua babele di donne e i lustrini sulle divise dei soldati americani, ci è sembrato il giusto approdo per Willie e per Alva, personaggi liberamente ispirati al genio di Tennessee Williams, e al suo Proibito, corto teatrale scritto nel 1947, che racconta di una bambina prostituta che vive sul ciglio della ferrovia in seguito alla morte della sorella.Scritto per improvvisazioni dalla regista Marta Gilmore e dalle due attrici Fiammetta Olivieri e Pamela Sabatini questo spettacolo è il frutto di un percorso di ricerca artistica attorno all’universo spesso sconosciuto ed ignorato dell’adolescenza femminile. A partire dalla lettura dei testi da cui il progetto è partito, proseguendo con uno studio degli spunti provenienti dalla contemporaneità e utilizzando un processo di scrittura scenica, le tre autrici sono approdate ad un lavoro più intimo che traeva continuo nutrimento dal proprio vissuto personale di adolescenti - la solitudine, la sessualità , il rapporto con il mondo adulto, il bisogno di inventarsi un’identità - il quale paradossalmente non ha fatto che metterne in luce gli aspetti infinitamente comici e involontariamente buffi, che sembrano essere l’unica risorsa possibile per dire l’indicibile e per rendere visibile quello che è abituato a restare nascosto, inascoltato, muto.