Quando una cosa cessa di fare il suo percorso di vita: quello che in gergo tecnico si denomina come “ciclo di vita di un prodotto†, ecco quando questo qualcosa muore solo funzionalmente o perché non può più reggere il confronto con altri prodotti, la mente di un sognante interprete si fa carico delle sofferenze dell’oggetto in questione, lo prende per mano e lo accompagna verso una nuova vita. Lì incontrerà strambi compagni di viaggio, che faranno da sostegno al trapasso, al salto, al varco semi aperto. Dalle sue mani arriverà vita fino all’incontro con la materia, con l’essenza, con l’anima di quel qualcosa.
Proprio come affermava Newton un bel po’ di tempo fa “se ho visto lontano è perché ero sulle spalle di giganti†così la scienza la tecnica si poggiano su quello che è stato in precedenza, quello che è avvenuto prima si evidenzia come qualcosa di estremamente importante per la conoscenza quotidiana. Così la tecnica si affina, si poggia su qualcosa che ieri c’era ed oggi è diverso.
Già che significato ha “diverso†oggi per noi? Diverso prende molteplici accezioni il più delle volte negative. Il diverso da cosa poi? Cos’è normale da rendere l’altro diverso? L’espressione liberatoria di un’emozione, il fluido vitale che prende forma, la massa di materia che vuole vedere la luce. E’ qui che la sua arte prende vita, che le sue mani minuziosamente all’opera creano il nuovo, il diverso, l’atteso, l’inaspettato. La sua mente corre, veloce si inalbera per strade senza uscite fatte di sogni, tempeste,silenzi e sorrisi. L’arte per lui è divertimento, unico sacro vincolo che rispetta il resto è perdizione, anima, passione, fuoco, libera espressione della condizione sociale dell’uomo che vibra, che vive, che fantastica su un mondo fatto di naturalezza e di spontanea utilizzazione di ciò che non si vede.
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