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ArTiCoLo 31 Supporter

About Me

“Era il ’91 o giù di lì, l’alcool da quattro soldi che ci si calava ai tempi mi impedisce di ricordare la data esatta… Erano le 9 del mattino. Qualcuno aveva organizzato un raduno a Bologna e gli Articolo 31, due sconosciuti, erano stati invitati alla jam con gruppi tipo Comitato e Isola Posse, per noi già delle star. Allora era un traguardo pazzesco “fare il disco”. Noi non avevamo spazi fissi dove suonare, la nostra roba veniva prodotta in un garage di Garbagnate e non avevamo etichette di tendenza…eravamo poco appetibiili, anzi artisti illegittimi per la stampa alternativa (Rumore ci definì una meteora, nel ’93, ah!). Salivo sul palco e cantavo una canzone che parlava del mio “pennello” e non del “fottuto sistema”, ricevendo complimenti dalla stessa gente che poi, quando radio deejay inizio’ a trasmetterci, usava i propri concerti per parlare male degli Articolo.”
J AX
Una sera torno a casa tardi e come spesso succede, ancora senza sonno.In quel caso specifico mi teneva sveglio il fatto che ancora non sapevo come rinnovarmi sul versante live, una delle mie pare è dovermi per forza ricostruire da capo, se non vivo proiettato nel futuro mi viene l'ansia, il presente è noioso, chi vive nella glorificazione del passato mi fa schifo, patetico come chi dice "la migliore musica si ferma agli anni 70". Quindi in linea con la mia generazione, eccomi sul divano che mi illumino di mtv-notte, e becco il video di questi "the styles", dico, bravi sti ragazzini inglesi, chissa di dove sono. Il giorno dopo sono in giro con il discografico per la promozione, non mi ricordo a che punto qualcuno mi chiede del tour, e visto che ancora cercavamo la band, accantonata l'ipotesi di portare gli americani che hanno suonato nel disco che costano più di me (beati loro), dico al discografico un roba tipo " ci vorrebbero dei ragazzi come i the styles", e lui mi dice che siamo "compagni di etichetta" (notare le virgolette per favore), e che sono di Erba. Entrambi un segno del destino. Due settimane più tardi siamo in un bar karaoke di paolo sarpi, infiltrati nella comunità cinese prima dei casini, ci guardano tutti come fossimo dei poliziotti in borghese , ma lo stesso ci servono birra che beviamo su cestini rovesciati. Ci conosciamo. Due mesi più tardi abbiamo già scritto un pezzo assieme, spaccato il palco di trl e del concerto dell'alcatraz per Lorenzo, Loro hanno il sound, la personalità e amore per la vita del rocker come concetto di alta etica morale...esattamente come me. E sono all'inizio della loro storia, esattamente come me. Hanno tutto da dimostrare, esattamente come me. E fanno un rumore delizioso, del resto se ne fottono. Esattamente come me. Orgoglioso perchè da quando suono con loro ho... +stile.
DJ JAD
Dopo aver raccontato per oltre 15 anni all'Italia l'Hip Hop a modo suo, reinterpretandolo in chiave originalissima senza scimmiottare le mode americane ma mettendoci dentro le sue esperienze e la sua vita, DJ Jad si sente finalmente maturo, pronto per realizzare il suo sogno americano. Il progetto “ Milano – New York ” ha radici lontane, nasce nel 2000 (dopo la pubblicazione del “Greatest Hits” degli Articolo 31), è allora che DJ Jad inizia a lavorarci, a mettere insieme idee e suoni, ritmi e melodie, tutto materiale originale che nell'arco dell'ultimo anno prende una forma sempre più definita. Jad parte alla volta degli Stati Uniti con il desiderio di confrontarsi con gli artisti della scena Hip Hop della Grande Mela , artisti che ha sempre stimato e seguito, a cui si è ispirato, a cui – lavorando a “Milano – New York” - ha letteralmente “cucito addosso” la propria musica. L'adesione di questi protagonisti della scena black d'oltreoceano al progetto di DJ Jad è immediata ed entusiastica. Ognuno di loro si ritrova istintivamente nei ritmi e nei suoni che Jad ha quasi “cucito” loro addosso, con colori e sfumature diverse, tanto che inizialmente l'idea era di chiamare l'album “The Tailor” (il sarto). Jad ha fatto sua questa idea al punto da tatuarsi la parola “tailor” vicino alla puntina di un giradischi, l'oggetto cult per ogni DJ. Il nome dell'album invece si è evoluto nel più cosmopolita “Milano – New York” che meglio rendeva l'idea del ponte che Jad, con la sua musica, ha gettato tra i due paesi, tra le due realtà.

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INTERVISTA A DJ-JAD

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