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Myspace Layouts at Pimp-My-Profile.com / Pink Floyd dsotm
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Sensi materni si infrangono sul muro dell’ immanenzaUn figlio? Certo se fosse un cane sarebbe meglio! Così il conte Mascetti diceva al Perozzi disperato per l’ingombro del figlio che non gli permetteva più di vivere. Il turno di notte al giornale dovette spostarlo, il tutto per la moglie che scoprì la sua relazione con la consorte del fornaio che, dopo il turno soleva amare. Poi, per chiudere in gloria la nottata, tornava dal marito e, con fare cortese, comprava cornetti caldi per la famigliola che lo attendeva di buon mattino per l’inizio della giornata. Ma la moglie scoperte le trasgressioni del marito, se ne andò dai genitori e lasciò il pargolo al giornalista…â€Sai cosa ha? È un bimbo che non ride maiâ€. Così lo definì il Sassaroli dopo che il bimbo interruppe la partita allo scopone scientifico a casa Perozzi (visto che il bar Necchi era luogo inarrivabile per gli orari scolastici della creatura); il Necchi concluse che il figliolo aveva il senso di rompere i coglioni. Tutti i quattro amici concordarono che almeno un cane, lo sperdi sull’autostrada con un calcio o, al massimo, lo porti a pisciare due volte al giorno e però a pensarci, per i bambini ci sono i collegi…Ma il cinismo degli amici miei (atto secondo), per quanto meravigliosamente cinematografico, non conta e non ci aiuterà a illustrare le pillole degli avvenimenti di un inizio di vita esemplare e didascalica; di tempi contemporanei, filtrati e locupletati da termometri e metronomi, da elettrodomestici e residui di scientifiche prove a cui sottoporre il proprio camminare. Non basta domandarsi chi sei, dove vai, cos’è l’amore, se Dio è amore, se Geova è Dio, se l’amore è cieco e se basta Scientology per riacquistare la vista perché, anche se sei senza cuore e queste domande ti paion facezie, arriverà lo sporco incomodo sotto forma di un alone di borra maleodorante che ti pervaderà per ogni poro, nerbandoti da par suo.PrefazioneLe cronache paesane del regno di Dalmine, agli occhi di uno modestissimo storico mestierante (per passione), sembrano una strana raccolta di vite accomunate da un unico modo di esistere e pensare. Il redattore forse poco attento o poco interessato ha lasciato materiale che mi ha creato seri dubbi, per la troppa coerenza e monotonia. Allora mi sono chiuso in archivio e ho cominciato a ricostruire la storia del piccolo Isaia degli Invernici, protagonista dei tempi che cambiavano, del resistere e del cedere delle forze sulle quali quel mondo si ergeva. Non so se ho carpito la verità , tra le innumerevoli carte, e non so se mai riuscirò a trovar la fine di questa storia, ma posso assicurare che qui c’è un lavoro che porta lontano. Le carte erano troppo ordinate e, nella libertà concessami dal personale addetto, nel sottoscala del teatro, trovai documenti polverosi in cui si svelavano vizi e virtù segrete degli uomini del regno, uomini notori e semplici popolani, tutti schedati e monitorati attentamente. Chi fosse questo preciso redattore delle cronache, lo scoprii poco dopo quando il buon nome dell’istituzione (nomi non ne faccio) giurò di farmela pagare se mi fossi fatto lasciare sfuggire qualcosa di quel passato (lui è un lontano parente del redattore, è un uomo di potere e oggi come ieri il buon nome della famiglia…). Così mi trovo in un esilio forzato dinnanzi ad una lampada che balugina in una stanza spoglia e con molto caffé, libero di parlare del piccolo Isaia dalla scura carnagione…Ho citato versi di Nicodemus raccolti nella sua unica opera dal titoloDell’Origine e del pensiero dell’abbandonoO voi che leggete ricordate e pazientatela strada non è infinitarimane forse solo il megliodel cammino e del suo senso(nicodemus)Copyright © by Nicodemo Web Site Tutti i diritti riservati.