Gli scagnozzi di Fred hanno una storia lunga e intricata, come tutte le gang che si rispettano, anche se i vari componenti che si sono alternati si sono autoeliminati!
Il gruppo si forma nell’autunno del 2002, da un’idea degli attuali cantante e batterista, Alessandro Milo e Alessandro Pisani, e dell’ex bassista ( e contrabbassista cinese ) Stefano Giorgetti.
Della formazione iniziale fa parte anche il chitarrista Andrea Bini, e per un breve periodo il pianista “wrong is right†(di cui si sono perse le tracce e pure la vera identità !) , il quale abbandona il gruppo e Ludovico Silvestri viene ingaggiato al suo posto.
Insieme al nuovo innesto alla tromba, Roberto Mencarini, Gli Scagnozzi di Fred, debuttano dal vivo nell’estate 2003 nel locale “Il Mattaccio†e da lì il primo cambio di formazione: infatti il buon Giorgetti, dedito al cartoncino Bristol, viene sostituito da Mauro Gabbani al basso, al quale si aggiunge, poco dopo, l’altro trombettista Daniele Antonetti, il becchino pasticcione. Con l’abbandono del chitarrista Bini un nuovo elemento si aggiunge alla gang musicale, si tratta del saxofonista Luca Bellotti (detto Occhiofino ), che si integra alla formazione definitiva. Antonetti continua a gravitare nel gruppo per qualche mese, fino a che non è costretto ad abbandonare per cause di forza maggiore… (tranquilli, non è morto)
In mezzo a tutti questi cambiamenti di organico, il gruppo si esibisce nei locali della lucchesia, nel pistoiese e talvolta si spinge fino al pisano, suonando anche per cerimonie varie (Merola insegna). Il repertorio è quello di Fred Buscaglione, ovviamente, e dei vari artisti che gravitano fra gli anni 50 e i giorni nostri, con qualche accenno della musica popolare italiana dei primi decenni del XX° secolo.
Così si aggiungono Renato Carosone, Paolo Conte, Vinicio Capossela, Enzo Jannacci e le cover realizzate da Renzo Arbore, Arpioni, Louis Prima.
E’ sempre difficile etichettare un gruppo e i veri stili musicali, ma principalmente, Gli Scagnozzi di Fred, trattano l’amore per la musica, la gioia che sanno comunicare tramite le canzoni degli artisti interpretati. Le parole non servono, nemmeno gli occhi, bastano le orecchie, il cuore e le gambe per ballare.
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