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Influences: I MAESTRI DEL VELOCISMOARTURO EDIMONDO BINZESCHIInsigne studioso e filosofo, Arturo Edimondo Binzeschi ha approfondito la teoria degli spazi dinamici sostenendo l'esclusivismo delle entità partecipative e sviluppando un proprio concetto di frammentazione dell'essere/indivdiduo in relazione all'altro, inteso come identità oltre il sé cosciente. Binzeschi nasce in un paesino dell'alta val Crenia nella prima metà del secolo scorso; studia e si prepara in diverse università italiane e straniere, diventando all'età di 24 anni uno dei più giovani teoreti italiani della percezione dei colori, finchè non viene accusato di ateismo. Sono tuttavia gli studi su André La Vallette e la partecipazione al "Gruppo di Locarno", con Tinetti, Malavista, Johnson e Ribbel, ad offrirgli la possibilità di concretizzare le proprie idee nella pubblicazione de "Elementi di Estetica Identitaria" (EDGI Edizioni, 1957).
prof. Binzeschi Con "Estetica dell'Induzione" (EDGI Edizioni, 1959) e soprattutto con il successivo "Dialoghi Trappisti" (Coriaci, 1961) il Binzeschi riesce a definire un'autonomia di pensiero, codificando la succitata teoria dell'Esclusivismo delle entità e delle identità partecipative, che diverrà , nel periodo dell'adesione al gruppo filosofico/letterario "Storiaci 61", il Velocismo espressivo. Attraverso i Dialoghi Trappisti egli pone un seme nel terreno fertile dell'espressività umana in Italia. Il peso del Binzeschi nella coscienza "dormiente" di quegli anni è ben colto dal Mormotti, quando si riferisce a lui, nell'articolo apparso su "Coscienza filosofica" del 22 Aprile '74: ".. ciò che per tutti è stata la pubblicazione dell'Estetica per lui rappresentava solo l'incipit di un più alto traguardo, nella "teofania di un pensiero d'inchiostro I Dialoghi Trappisti sono rivoluzionari, nel senso più disarmante, ma dovremo forse attendere ancora qualche anno prima di vedere i frutti di quanto egli ha seminato..." .
E' infatti solo sul finire degli anni '80 che il contributo ad una nuova visione dell'essere umano, inteso come identità generata/generante/degenerante, ripreso dalle nuove generazioni di artigiani- velocisti, comincerà a dare i suoi frutti. Arturo Edimondo Binzeschi, come Ugo lo Pizzuto prima di lui, si ritira nella sua casa natale nella seconda metà degli anni '70, lasciando "Il mondo al mondo" (cit. da "Dialgoghi Trappisti"). Prima di ritirarsi a vita para monastica, conosce fortuitamente Sapido Marinetti che gli presenta Artemide Mormotti Biglioni (cugino del ben più famoso Efelide Mormotti) coi quali fonda il circolo "disimpegno sociale" che rimarrà l' istituzione di riferimento alternativa al neomanierismo del Gratti (fino al marzo '74). Segno della sua alta ironia e lucidità di pensiero, la scelta di girare sempre con una bolla da carpentiere in tasca, a cercare il mondo diritto. Ancora oggi vive in Val Crenia con la sola compagnia del suo cane atustico, Bino....continua su www.mapafolli.com
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