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Diego [rhope]

About Me

Per vivere faccio il fonico, ho lavorato con: Stefano Mariani, Alessio Camagni, LaCrisi, Vallanzaska (Sì,Sì,Sì No,No,No album e prima metà del tour), Afterhours, Cristina Donà, Marco Parente, Alberto Cottica, Paolo Mauri, Tommaso Colliva, Nielsa, Baise Noir e altri. Sono stato fonico di sala allo Zythum e ho lavorato con diverse coverband tra cui Rufus Band e ZZ Pop. Dal 2004 collaboro con uno studio di post-produzione audio come fonico e operatore Pro Tools.Nel 2000 ho fondato gli Access Denied insieme a mio fratello (che è tuttora il bassista della band) e ad Armando D'Agostino e Stefano Baracchi. A seguito di divergenze artistiche e di obiettivi differenti la band si è divisa e alla batteria si è seduto Tony "Grizzly" Rotta. Dal 2003 al 2006 siamo rimasti in trio per realizzare il primo disco interamente autoprodotto di cui sono chitarrista, compositore, arrangiatore, fonico, produttore artistico, e produttore esecutivo. Con l'arrivo di Giammi alla voce nel Gennaio 2007 abbiamo deciso di cambiare nome da Access Denied a rhope. Attualmente stiamo cercando live per promuovere il disco autoprodotto che è ufficialmente disponibile. MyWackoSpace MySpace Generators MySpace Editor MySpace Icons Icons Collage

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Music:

Member Since: 6/5/2007
Band Members:Trying To Breathe - Unplugged

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Influences: Veniamo da un secolo di guerre, di crudeltà ideologiche a cui è seguita l'intolleranza islamista. Ne siamo stanchi. Siamo stanchi anche del continuo conflitto politico che divide le famiglie, gli amici, e rende faticoso lo sviluppo del nostro Paese. Siamo stanchi di gente violenta, che condanna, che non ti rivolge la parola se non la pensi come lei. Abbiamo bisogno di persone che ci ascoltano, che ci capiscono, di amici. Ma anche di gente che agisce, che fa, che non rinvia. Mi viene in mente il film di Benigni La tigre e la neve in cui lui si comporta in modo amichevole con tutti, iracheni e americani e, pieno di fede e correndo come un pazzo, ottiene ciò che vuole. Qualcuno critica l'atteggiamento positivo perché teme che significhi accettare le ingiustizie, il male, la sopraffazione e perdonare i peggiori crimini. No, l'atteggiamento positivo vuol solo dire che metti da parte il rancore, la pigrizia e, invece di lamentarti, di prendertela con gli altri, ti prendi la responsabilità di decidere e fai delle cose positive. Mi viene in mente un sacerdote che nella sua chiesa ha pochissimi fedeli ma, anziché attrarne di nuovi, rimprovera continuamente quelli presenti. E invece un altro a cui avevano assegnato una parrocchia dove, per anni, ha fatto la messa da solo, e oggi raccoglie attorno a sé centinaia di persone che vengono da tutte le città circostanti. Perché non è pigro, perché li aiuta, e trasmette loro forza, gioia, speranza. Bisogna vincere la nostra pigrizia per aprirci agli altri, per stabilire con loro un rapporto amichevole, per non parlare di ciò che ci divide, per fare ciò che serve a entrambi senza rinviare continuamente. La concretezza dell'azione ci aiuta anche a dimenticare i nostri guai e le ingiustizie di cui siamo vittime. Sì, è vero, è un'epoca difficile, molti abusano del loro potere e si comportano in modo villano, ma se rimugini su queste cose non fai più niente. Mi sono accorto da tempo che gli imprenditori, i commercianti, gli scienziati più bravi, le persone che creano ospedali, centri di ricerca, comunità di recupero non sono mai né lamentosi, né pigri. Sono ottimisti, sanno godere delle cose che la vita gli offre e riescono a vedere le occasioni che si presentano. Agiscono, costruiscono. E sono convinto che ciascuno possa fare lo stesso nel suo campo, piccolo o grande che sia.Alberoni - corriere della sera - 17 dicembre 2007
Record Label: Unsigned

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