Il MAREZINCO, parte dell’anagramma del mio nome (Enrico Zambelli - “Il bel mare zincoâ€), è un luogo astratto, il rifugio ideale dove nascondersi per trovare riparo dal quotidiano. E’ il bagaglio dell’esistenza, la scatola nera dell’anima. Il margine che separa la realtà dalla memoria. Quando il presente è soffocato, inerme, schiacciato sotto il peso di mali invisibili, attraccare la nave nel porto sicuro dei ricordi e dei sogni appare la soluzione più semplice e confortante. La prua della nave punta la rotta verso la fantasia, verso il tutto e niente, verso un mondo diverso, dove fiammeggianti briciole di cielo esaudiscono le bramosie di chi sa smarrirsi nel loro strascico, dove chi vuole può essere chi vorrebbe. Salite a bordo se nelle scarpe non avete il peso del tempo, se nelle mani non avete il peso dell’ordine. Salite a bordo se non vi urla nelle orecchie il peso degli altri e se non vi brucia sulle labbra il peso della verità . Salite a bordo se avete nel cuore la leggerezza del mai…
….Una poesia non è quella che leggiamo su un libro, così come una bella canzone non è quella che ascoltiamo in un disco. No, quella è la parte meno importante, quella è la fase finale, sono solo i pochi secondi di orgasmo dopo una notte infuocata di preliminari e carezze sapienti e voluttuose, è il meritato bicchiere di amaro dopo una cena tra amici attesa da mesi. Quella è semplicemente “la manovalanza di un’emozioneâ€.
Diceva Goethe “La parte più importante della pianta è il seme sotto terraâ€.
La poesia e la canzone sono la pianta, l’opera d’arte è il seme. E’ quel momento che cogli senza preavviso, che ti smuove le viscere e va a toccare le corde più nascoste della tua anima. E’ quel momento che ti fa inchiodare la macchina, mentre vai al lavoro, per una banale notizia uscita dall’autoradio capace però in quel momento di scuotere ogni tuo organo vitale, è la lacrima che ti abbellisce una guancia ascoltando le parole di due sconosciuti nel vagone di un treno. E’ la pelle d’oca alta un metro sulla schiena quando, entrando in un bar, un profumo ti proietta indietro di vent’anni a rivivere un momento felice. Quella è l’opera d’arte. E’ il cuore che batte, il sangue che pompa violento, l’emozione che ti avvampa gli zigomi. Molti possiedono l’abilità di creare la pianta senza il seme, sono spacciatori di batticuori falsi, pochi hanno l’anima per piantare il seme, ma non il dono di farlo germogliare e sono romantici sognatori, pochissimi, infine, possiedono entrambe le cose e sono i fortunati. Io sono fortunato.
Enrico Zambelli
Le origini del gruppo risalgono a circa 15 anni fa, con una formazione totalmente diversa da quella attuale: gli unici "superstiti" di quell'epoca sono Massimo e Giorgio. Con il nome "The Woods", il gruppo nasce come "cover band", suonando prevalentemente pezzi di gruppi e cantanti stranieri, in particolar modo Queen e Guns'n'Roses, pur avendo come solista Michela, una voce femminile. Nel 1997 arriva, per la prima volta nel gruppo Marco alle tastiere, seguito pochi mesi dopo da Fabio, arrivato ad aggiungersi a Massimo alle chitarre. Nel frattempo si succedono vari avvicendamenti nel ruolo di voce solista, mentre Marco lascia il gruppo. Ma i Woods vanno avanti, partecipano alle selezioni per il festival di Castrocaro, ed il microfono passa nelle mani di Enrico, tutt'oggi voce solista nonche' autore di tutti i testi delle canzoni dei Woods. Come si puo' facilmente intuire, cambia anche il repertorio della band, non piu' cover ma pezzi propri, testi di Enrico, musica di Massimo e Giorgio, con cui i Woods incidono il loro primo demo. Il gruppo perde anche Fabio, e resta con il solo Massimo alle chitarre ma, nel 2003 c'e' il ritorno di Marco alle tastiere, ma anche a dare il suo contributo in veste di compositore e arrangiatore. Soltanto pochi mesi dopo pero', la band rimane senza batterista. Il periodo che segue trascorre tra le ricerche di un nuovo batterista, e serate trascorse ad ascoltare le idee di Enrico e ad imbastirci sopra note ed accordi, dando vita cosi' a decine di nuovi pezzi. La fine del 2006 finalmente porta con se una line-up completa di tutti gli elementi con il ritorno di Fabio alle chitarre e l'arrivo dell'altro Fabio alla batteria. Nel 2007, il nome del gruppo cambia da "The Woods" all'attuale MAREZINCO, derivante dal titolo del primo libro di Enrico, "Il bel mare zinco", anagramma del suo nome e cognome.