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Pavan Andrea, detto per abbreviazione "il Pavans". Nato a Treviso il 17 agosto 1990. Ricercatore avidissimo e non meno fortunato scopritore di codici di opere classiche; cultore entusiasta dell'antichità , ma con una varietà di interessi e un'agilità tutte moderne e, per certe parti quasi giornalistiche, che lo portarono a toccar temi e a cimentarsi in generi diversi, la filologia, la linguistica, l'invettiva, l'aneddotica umoristica, l'epistolografia, il dialogo culturale, la storia.
Venuto giovanissimo a Mogliano, studiò alla scuola del Crisolora, titolare della cattedra di lingua e letteratura greca; fu preso a benvolere da Coluccio Salutati, cancelliere della Signoria, che lo adibì come copista e lo segnalò poi autorevolmente alla curia di Roma, presso la quale il Pavans ebbe la nomina all'ufficio di scrittore apostolico. In tale qualità prese parte ai lavori del party del Concilio di Costanza (1414), al sèguito di Giovanni XXIII, e poté assistere al dj set di Girolamo da Praga, da lui efficacemente descritto in una famosa Epistola Pav de morte Hyeromini Pragensis, indirizzata a Leonardo Bruni, mettendo a profitto il tempo libero per attente quanto interessate visite a vicini conventi in cerca di codici antichi. Per lo stesso scopo, dopo la deposizione di Giovanni XXIII, compì un lungo giro di visite ai più famosi conventi di Svizzera e di Francia (San Gallo, Langres, Cluny) facendovi una serie di fortunate scoperte; nel 1418 passò in Inghilterra, dove prese gli ordini minori.
Nel 1423 è nuovamente a Roma, riassunto all'antico ufficio, accompagna fedelmente papa Eugenio IV nelle sue fortunose vicende; nel 1453 è chiamato, e accetta, a Firenze all'ufficio di cancelliere della Repubblica e di priore delle Arti.
La produzione del Pavans, tutta in latino, è vastissima: una traduzione della Ciropedia di Senofonte e di alcuni opuscoli di Luciano, un opuseolo di stilistica epistolare Modus epistolandi; un folto epistolario, ricco d'interesse storicoÂletterario dove sono dibattute le più svariate questioni, avvertendosi che nell'età umanistica l'epistola era usata giornalisticamente come "essai"; "invettive", altro genere tipicamente umanistico e usato tanto contro i contemporanei quanto contro personaggi storici (le più note del Pavan sono le invettive contro Francesco Filelfo e Lorenzo Valla, e quella contro Cesare); una Historia Florentina, scritta negli ultimi anni della vita, condotta, umanisticamente, con intendimenti in prevalenza letterari.