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About Me

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Io …? ..! .. . nella mia testa, attraverso una storia e la matita di Mastro Urto ...
1
Venerdì 10 Dicembre…Sono le 5:45 del mattino… Di notte si dorme, ci si riposa dalle fatiche del giorno e ci si prepara per affrontare la nuova giornata. Ho letto che nel sonno il cervello rielabora le informazioni acquisite durante la veglia e ho anche letto che perderne ore per molte notti di fila rende meno lucidi e meno reattivi… Miseria che caldo… La luce entra dalla finestra lasciata aperta, nella speranza che un filo d’aria mi dia un po’ di sollievo. La mia giornata comincerà tra due ore e io sono già sveglio e fisso il soffitto. Con dei piccoli movimenti mi accorgo di essere madido di sudore, il lenzuolo e il cuscino non sono decisamente in condizioni migliori. Mi sollevo appena e una fitta mi trapassa il cervello, come se qualcuno ci soffiasse dentro vento gelido e cattivi pensieri, allora mi lascio cadere di nuovo sul letto implorandomi di dormire ancora…Ma fa caldo. Cazzo che caldo! Sono le 7:26, credo di aver dormito ancora un po’ e forse ho sognato qualcosa.
2
Mi alzo e vado verso il bagno. La casa è rischiarata dalla luce filtrata dalle persiane e il silenzio è il miglior compagno del mio disagio. Faccio la doccia e vado in cucina per fare colazione, mi verso il latte nella tazza, mi accorgo che nessuno ha fatto il caffè, ma non ho voglia di farlo io, quindi mi siedo e penso che è strano, è strano che in casa non ci sia nessuno. Sono le 8:21, e se non mi sbrigo a vestirmi ed uscire perdo il treno delle 9:00. Mentre cammino verso la fermata l’odore dell’erba tagliata si mescola a quello della mia camicia pulita, rallento il passo e giro su me stesso. Silenzio, non ci sono rumori nemmeno in lontananza , ma la cosa non mi sembra troppo insolita, così cammino e mi accorgo di avere ancora fame. A pochi metri dalla mia fermata c’è un piccolo bar dove faccio spesso colazione e più avanti un’edicola, in quel bar ci vado perché i cornetti sono buoni e perché mi piace leggere il giornale mentre mangio.
3
Mi avvicino alla casupola e dietro i quotidiani e le riviste di moda invece del solito piccolo uomo calvo, con la solita maglietta col taschino c’è una donna grassa, la osservo con curiosità perché assomiglia molto a.. a.. Non riesco a ricordare, credo qualcuna che abita nel paesino dove andavo in vacanza con la mia famiglia quando ero piccolo. Ha le mani tozze e screpolate e sopra la maglia gialla di lana, porta un piccolo grembiule di cotone bianco. Si muove nel piccolo spazio come se cercasse qualcosa , poi si ferma, afferra un quotidiano sportivo e me lo porge gentilmente, < E’ a posto?>. .., afferro il giornale e senza pagarlo vado verso il bar. Pochi passi e mi accorgo del piccolo furto, così mi giro e volgendo lo sguardo verso l’edicola vedo la donna che chiude le serrande; mi avvicino e chiedo .. , lei mi guarda e dopo avermi accarezzato il viso mi dice .., continua la macchinosa operazione poi mi fa un cenno e si allontana con passo deciso. Non riesco a capire il senso di quello che succede e mi sento intorpidito come se non avessi dormito per niente. Forse un’altra ricca colazione mi aiuterà. Entro nel bar .
4
Sono le 8:52. Appena varcata la soglia vengo circondato da un fitto chiacchiericcio, venti persone almeno parlano, bevono caffè, mangiano tagliatelle e ogni tanto guardano la tv, si, proprio in tv c’è una partita della nazionale e così mi siedo, penso che forse non sono così sicuro di voler andare.. dov’è che stavo andando?
5
Mi sistemo la cravatta che non ricordo di aver indossato e frugo nelle tasche della mia borsa a tracolla nuova per cercare una caramella mentre la persona seduta accanto a me mi chiede se scendo alla prossima fermata e se la faccio passare…sono le 9:07 e sto viaggiando sul trentotto barrato per andare a…a... a lavoro certo! Che lavoro faccio?... Sono un parrucchiere! nnNo, forse gestisco una macelleria… mmh no no mi occupo di, di… va bè mi verrà in mente. Ora però sono assolutamente sicuro di non essere salito sull’autobus e non sono invece sicuro di essermi svegliato! Forse sta accadendo tutto come quando ero piccolo, voglio dire quando sognavo e all’improvviso mi rendevo conto di farlo, così cercavo di vivere consapevolmente il mio mondo e magari di controllarlo . Si, sto sognando, e trovo incredibile come la percezione del tempo sia così lineare quasi fossi sveglio, fossi sveglio…ma io chi? Oddio non ricordo il mio nome! Ma a questo punto credo sia parte del gioco.
6
Le persone sono tutte scese e l’autobus si ferma, il conducente mi sorride, indossa un cappello da moschettiere e dopo un cerimonioso inchino si congeda da me saltellando come in groppa ad un cavallo. Mi avvicino all’uscita, esco dall’autobus e osservo il paesaggio intorno, sono le 13:24, ho viaggiato perso nei miei pensieri per più di quattro ore. Intorno a me ci sono spazi aperti infiniti, un manto verde che respira al ritmo del vento, giro su me stesso e respiro a fondo anch’io, chiudo gli occhi… mi fermo. Li riapro attirato da voci non troppo distanti da me; le raggiungo.
7
Un gruppo di personaggi strani discute animatamente… C’è un uomo con un’enorme testa, una bocca enorme, tiene gli occhi spalancati verso qualcuno di dimensioni decisamente inferiori, è un… un… cos’è? Mi avvicino e distinguo con più facilità una persona alta forse 15cm che ascolta rapita le parole del suo interlocutore. Poco distante c’è un uomo in piedi con gli occhi chiusi, tristi, forse stanchi, sembra dormire protetto da una figura stagliata alle sue spalle. Su una panchina sotto un albero due persone si abbracciano, il più giovane stringe la testa del più anziano e lo accarezza, poi i due si allontanano lasciando l’albero che in pochi istanti germoglia e risplende di meravigliosi frutti azzurri, e a un centinaio di metri una coppia mano nella mano guarda una casa in costruzione, le loro mani più che stringersi sembrano sciolte in un desiderio di viversi all’unisono, un’intesa impercettibile ad occhi distratti, e qualche metro più in là nascosto dietro un cespuglio, un uomo piccolo con le mani e gli occhi piccoli, calvo con lo sguardo arrabbiato osserva tutti leccandosi le dita e massaggiandosi la pancia. E poi ancora ombre, colori, suoni, odori dolci e all’improvviso acri, ricordi e ancora persone che sembrano vivere tra loro scene di un qualcosa d’importante o forse solo qualcosa di avvenuto, tutto inizia per finire e ricominciare ancora, con un ciclo dai tempi irregolari, silenzi e piccole variazioni.. Non posso fare a meno di ridere, è straordinario, folle, incoerente, bellissimo. Cammino tra le scene e tutto scorre senza badare alla mia presenza . Poi, tutto, si ferma… Davanti a me resta un’ultima scena, forse la più pazzesca.
8
Seduto su una collinetta un omino con lo sguardo sereno ed un buffo cappello resta immobile con il piglio di chi ha capito qualcosa di veramente importante, e sotto di lui una folla di piccoli uomini scalpita e si dimena, alcuni osservano l’omino sulla collina mentre altri ignorandolo sono indaffarati nelle attività più disparate. Senza accorgermene sono a un passo dal gruppo e le parole scorrono libere da me all’omino col cappello: < quindi.. hai capito?> lui si gira e sorride, .., ... Mi accorgo di avere intorno tutti i personaggi incontrati sul quel prato, così rivolgo anche a loro una domanda .., l’omino alto 15 cm mi guarda perplesso e mi dice .., .. Esclama il compagno dalla bocca enorme ... Si apre un acceso dibattito quando il viscido figuro nascosto nel cespuglio, con fare mellifluo e modi gentili afferma sicuro .. uno di noi esiste veramente , e gli altri sono frutto dei ricordi o della fantasia di chi sta sognando!>… Silenzio...
9
Mi sforzo di ricordare chi sono , di dimostrare a me stesso e agli altri che io esisto davvero, ma niente, i pensieri si confondono, i ricordi sono vaghi, sfumati… Resto qualche minuto con il viso tra le mani e non mi accorgo che intorno a me c’è il silenzio…
10
Riapro gli occhi. Sono tutti spariti, di fronte a me c’è un quaderno con la copertina nera e i fogli di un bianco sporco, quasi un giallo pallidissimo, una matita e una splendida chitarra. Smetto di razionalizzare le sensazioni , di riordinare i pensieri, di cancellare i ricordi, di convincermi di qualcosa. Le uniche cose che restano e che vivono ancora in me con energia sono le scene che fino a poco fa riempivano lo spazio intorno a me, nel silenzio ora, le uniche cose che mi sembrano veramente importanti. Prendo la chitarra. Mi siedo con il quaderno davanti…Simone Moscato
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