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I Satiri Danzanti

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POETICA
I SATIRI DANZANTI non vogliono chiudersi in un’etichetta. diventano UNA cosa sola nel delirio onirico delle Danze.. una Fisarmonica, un Violino, un Contrabbasso, due Chitarre Acustiche, un Flauto Traverso, una Armonica a bocca, una Batteria, un Djembè e qualche percussione, una Voce Maschile, un’altra Femminile… diventano UNA cosa sola nel delirio onirico delle danze.. UNA giostra, UNA spirale che ti trascina nel suo turbinio infinto… un’atmosfera senza etichette.. se non quella che possiamo immaginare come “folk APOLIDE”, con le fioche radici che si possono avere nell’Essere Umani.. Loro sono infatti dinamici, in continuo movimento: fanno un passo in avanti verso sonorità diverse, poi due passi “indietro” per dare un nuovo significato ai "vecchi" indizi profondi afferrati per la scia delle loro sfumature: sorreggere qualcosa che era loro sfuggito dai ritmi “arcaici”, per poi balzare nuovamente nell’oltre delle danze, creando e aggiungendo alle melodie i loro stati d’animo, e comunicando con colori, armonie, tempi controtempi e antitempi le loro emozioni e sensazioni al loro pubblico: dal più piccolo e schietto al più grande e critico. Essi sono in cerca di un continuo dialogo costruttivo con ogni forma di vita che anche per un solo istante abbia voglia di divertirsi o emozionarsi, di chiudersi per ascoltare le note del proprio cuore o di aprirsi alla magia di un originale folk senza troppi confini. E’ per questo difficile definirli, perché loro non pongono limiti alla potenzialità della musica e come sulla cima dell’olimpo i Satiri animano la corte di Bacco, così quelli Danzanti, aprono una giostra. LA GIOSTRA DEI SATIRI DANZANTI, che sempre in un continuo movimento eclettico, prende con se la gente, indifferentemente, e la culla, e la diverte: gira all’interno del suo calice, o, seduto al tavolo della più anonima osteria, assaggia un vento di Folk “Apolide”, che da ogni parte della terra prende uno spunto per accompagnare le più sbronze o le più sobrie artisticherie dell’animo umano..
Ma ecco come nascono, e da dove vengono, I Satiri Danzanti:
AB ORIGINIS
"Perciò tu suoni il violino? Che bello, adoro questo strumento! È da tanto che lo suoni?" "Beh si, da circa 10anni" "Caspita!Sai io suono la chitarra. Comunque piacere, Tommy." "Piacere, Filippo!" "Sai mio cugino suona la fisarmonica, perché non ti unisci a noi, per passare qualche piacevole pomeriggio all’insegna di un intenso scambio musicale, sai avevamo gia chiesto ad un amico del mio coinquilino che suona anche lui la chitarra, e penso si unirà anche lui. Ti và?" "Certo, con molto piacere!" E’ così che una sera del novembre 2006, ad un tavolo del caffè madrid (padova), nasce il primo nucleo de I Satiri Danzanti. Bergamo, Palermo, Sappada e Treviso vedono quattro loro rappresentanti riuniti a condividere qualcosa che li unisce profondamente, un mezzo di comunicazione e di introspezione che li accomuna al di là delle parole e dei gesti: la musica. Si accorgono subito di questa loro fortissima intesa, nonostante le loro esperienze musicali siano abissalmente differenti, e decidono di ambire a qualcosa di più, non consapevoli che di lì a poco sarebbero “proliferati” fino a raddoppiarsi. L’imponente e statuaria presenza musicale (nonché fisica) di un contrabbasso e della sua contrabbassista, e la penetrante e calorosa presenza vocale del Salento sono proprio lì dietro l’angolo ad attenderli. Si uniscono così Marica e Federica, col loro bagaglio di cultura ed empiria musicale. E siamo a quota sei. Un pomeriggio di febbraio, i Satirelli si riuniscono per una delle abituali prove settimanali, non sapendo che una grande novità quel giorno è lì in sala prove ad attenderli. Arrivano infatti Tommy e Jacopo, portando agli altri la buona nuova che il giorno prima avevano conosciuto una ragazza “stramega simpatica, esuberante, iperattiva, chiacchierona, estroversa, ironica, nonché barzellettaia”, suonatrice di flauto, e le avevano proposto di unirsi. L’integrazione del nuovo componente viene formalmente sigillata un pomeriggio, al tavolo di un bar, bevendo qualcosa insieme, appuntamento al quale la grintosa ed energica (nonché sfigata) “Flautaia” arriva in ritardo, perché: "Cavoli, scusate ragazzi, mi spiace un tot! Non sapete cosa mi è successo! Ho perso l’autobus, allora sono andata alla fermata più avanti ad aspettarne un altro, ma poi mi sono accorta di aver dimenticato gli spartiti a casa, allora sono tornata indietro, ed ho incontrato un maniaco che voleva stuprarmi, e…." ed il resto ve lo farete raccontare da lei in persona, ma attenti! La cosa potrebbe anche richiedere un giorno intero! Quota sette! L’organico è quasi completo, la sezione melodica sembra abbastanza solida, tanto quanto quella armonica. La vitalità della loro musica è lì pronta ad esplodere, pronta a scorrere nelle loro vene; aspetta solamente che il loro cuore inizi a battere in perfetta sincronia, che la vita prenda forma. Ma non c’è vita senza respiro, non c’è respiro senza battito cardiaco, non c’è ritmo senza batteria, non c’è batteria senza Michele!! Ed ecco nascere l’ultimo dei Satiri. Aprile 2007, l’organico è al completo: -Federica De Filippi, voce e percussioni (VerAria); -Tommaso Rovetta, voce, chitarra, armonica a bocca (Tommy, Achille); -Michele Moro, chitarra (Mr. Purtroppo); -Marica Pinazza, contrabasso (MariKaterina); -Michele Marcello, batteria (Dioniso); _Mariagiovanna Andrigo, flauto (Merigèi); -Jacopo Grazioli, fisarmonica (Procopio); -Filippo Bellomare, violino (Glauco); Le esperienze musicali più diverse, nonché i bagagli culturali più eterogenei fra loro, si ritrovano perfettamente miscelati in questa neonata formazione: dalla Sicilia al Veneto, dalla Puglia alla Lombardia, dalla Calabria alle alpi. Nonostante l’apparente eterogeneità, emerge fin da subito un importante comune denominatore fra tutti loro: la voglia di condividere un’esperienza totalizzante quale quella della musica, intesa come dialogo e scambio, come strumento di comunicazione e di introspezione dell’io, come strumento di crescita e di elevazione dello spirito. Nessuna pretesa, nessuna ambizione, nessun interesse se non quello di divertirsi condividendo la loro comune passione. Eppure, solo un mese c.a. dopo, accade qualcosa di molto importante: 13 maggio 2007 I Satiri Danzanti si espongono per la loro prima volta in pubblico, in un concerto che oltre agli amici raccoglie molti nuovi fan che ci seguono numerosi e affettuosissimi. Le loro richieste sono così insistenti che la giostra dei Satiri decide di raccoglierli tutti di nuovo in un caffè letterario, raccogliendone degli altri, per poi essere presto chiamati ad esibirsi nella provincia della città che li vede riuniti,ad Este (PD), e ancora altri inviti, in provincia e fuori che purtroppo per motivi tecnici ancora agli albori non si sono potuti tenere. Quest’anno si sono già riuniti ad altri gruppi, quali i Taranta Spritz, i Men in Route, per far scatenare un pubblico crescente e sempre più assetato, e dietro l’angolo li aspettano i Cochabamba O’rchestra, e un concerto live in acustico dalle frequenze di radio Sherwood… …E ’ l’inizio di un nuovo capitolo della loro vita insieme, ancora in fase di stesura…



I Satiri Danzanti sono:
Federica De Filippi ( VerAria ), voce e percussioni, Lecce, 4/1985 nata a Lecce nel caldo ed afoso aprile Salentino del 1985, a 5 anni già si esibisce, [e rompe timpani e palle (nel senso di maracas eeeh che avevi capito??)], per vicini, amici e parenti in “Un’estate italiana” purtroppo documentabile da un compromettente video. Ha sviluppato il suo amore per la musica con i pochi mezzi per lei economicamente accessibili,(TSK!) iniziando a suonare la chitarra del fratello all’età di 10 anni, periodo nel quale latitava già nel coro per adulti della parrocchia maggiore del Salento (Addirittura!!). Nel 1997, a 14 anni, spinta da chi la sopportava, partecipa e Vince al “festival provinciale della canzone italiana" con una canzone di Silvia Salemi, e l’anno dopo si classifica seconda con un brano di Marina Rei. Intanto prende piccole lezioni di canto e respirazione. Dopo aver appreso le nozioni basilari del pianoforte, decide di iniziare a studiare batteria e percussioni, in attesa di poterne comprare una... Ci vorranno quattro estati di lavoretti consoni alla sua età (svolti perennemente con del reggae nelle orecchie), ma alla fine una “pearl forum series” diviene di sua proprietà, e si può dilettare con un gruppo pop/rock di ragazzini come lei. Intanto entra nell’organico di una grande realtà italiana che le ha insegnato molto a livello tecnico, e umano: il coro Gospel “Black on white Gospel choir” di Tyna Casalini, con il quale incide due album (“Gospeaple generation” con influssi funky e in tour con ballerini di Break-dance , e “Born Again”, nonché un cd "live"), fino al momento di lasciare tutto per studiare, molto lontano da casa, una materia (psicologia) che spera la possa aiutare nelle sue composizioni musicali, nonostante siano due settori apparentemente diversi. A Padova dunque, porta con sé il djembè con il quale animava le spiagge affollate del Salento, insieme ai suonatori di tamburelli, nacchere, bottiglie vuote, e giocolieri abbronzati. Il suo obiettivo è divenire la proiezione dei sentimenti di chi l’ascolta, proiettando a sua volta solo "Aria" carica del senso che più si preferisce, insieme alla realtà del testo cantato contingente, e alla pienezza del Vero amore per l’Aria, ricolma di musica, anche nel “tran tran” del traffico quotidiano.
www.myspace.com/veraria
Filippo Bellomare ( Glauco ), Violino. Palermo 17/06/1986. Nato nella “terra dei vespri e degli aranci”, all’età di 7 anni intraprende lo studio della tastiera elettrica sotto la guida del proprio insegnate di musica delle scuole elementari. Non proprio consapevole di ciò cui andava incontro, decide di presentare domanda di ammissione al conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo, ed all’età di 10anni si ritrova fra le mani un archetto ed un violino senza sapere neppure come si impugnassero. Dopo 10anni di intenso studio, varie esperienze concertistiche, sia di tipo orchestrale (“Orchestra giovani”, “Orchestra di musica contemporanea” ecc..), che di tipo solistico, decide di chiudere tutto in una valigia, mosso da forti slanci sentimentali…. Ottobre 2006: arrivo a Padova, apertura di un nuovo capitolo. Per purissimo caso si ritrova una sera a bere allo stesso tavolo di un ragazzo che gli propone di suonare a scopo dilettantistico qualche cover dei Modena City ramblers. Entra così in contatto col primo nucleo di quelli che di lì a poco sarebbero stati i Satiri Danzanti.
Jacopo Grazioli ( Procopio ) fisarmonica, Belluno 20/08/1986 Tra le montagne dell’estremo nord d’italia, a Sappada, frequenta la scuola di musica J.S.Bach dall’età di 10 anni. Le influenze principali non sono quelle della classica scuola romagnola, ma quelle tirolesi della vicina Austria. A vent’anni, quattro o cinque fisarmoniche dopo la prima (di cui una rotta cadendo da un palchetto), chiusa l’esperienza della scuola e dopo una (purtroppo..) breve esperienza con l’ensamble di fisarmoniche della zona, si passa a I Satiri Danzanti. Nuovi ritmi, nuova musica ed un futuro tutto da scoprire..
Marica Pinazza ( Maricaterina ) contrabbasso (Benji), Belluno, 19/01/1986 Marica fa il suo primo incontro cno il contrabbasso alla tenera età di 7 anni, guardando le repliche dei concerti della scala su rete 4. Non capisce perché ma il mastodontico strumento la incanta..non sa quando, ma un giorno riuscirà a suonarlo (visti gli evidenti problemi di utilizzo e di trasporto per la piccola, all’epoca bambina). Nel 2003 in un impeto di follia decide che è arrivato il momento di gettarsi nel mondo della musica, e si lancia nell’acquisto del primo (ed ultimo) contrabbasso della sua vita: chiamato amichevolmente Benji. Trascinata da un ex compagno del liceo, il fisarmonicista Jacopo, nel 2006 entra a far parte dei nascenti I Satiri Danzanti. Ama definirsi contrabbassista della mutua :)
Michele Moro ( Mr.Purtroppo ), chitarra acustica, Treviso, 7/09/1985Michele Moro, alias Sig. Purtroppo, nacque il 7 settembre 1985 a Treviso, ultimo di 5 fratelli. Proprio per emulare i suoi fratelli maggiori imbraccia la chitarra a 14 anni, e con molta costanza e scarso successo si avventura da autodidatta nel mondo delle 6 corde ascoltando i The Clash e i Pearl Jam. La sua prima esperienza in un (quasi) gruppo arriva nel 2004, genere: “Garage rock”, ovvero un trio di chitarre e una batteria in una stanza-magazzino. La parabola si conclude un anno dopo, ma nel frattempo il nostro ha modo di capire molto di più sullo strumento e sul ritmo. Era quasi convinto di essere un buon chitarrista finché non viene invitato da un amico di un amico a partecipare alla creazione di un gruppo folk, embrione dei Satiri Danzanti, fatto che gli fa apparire chiaro che il non essere andato a scuola di musica è stata una cappella grande.
Michele Marcello ( Miki ) batteria e percussioni, Vibo Valentia, 17/01/1988 Iniziò a studiare batteria all’età di 13 anni, dopo avere distrutto tutto quello che in casa sua poteva minimamente somigliare ad una batteria..Anche a scuola media era irrequieto: batteva con le mani ovunque ed i professori dissero a mia madre che forse era stress o iperattività. Sua madre disperata riusci a trovare una scuola di musica a Vibo Valentia con la quale ha partecipato a parecchi concorsi arrivando il più delle volte primo. La sua prima apparizione in pubblico avvenne insieme alla sua prima band, i “Blue china” che riscossero un’enorme successo, ma solo nel piccolo paese dove la maggior parte del pubblico era formato dai loro familiari. Dopo tre anni cambiò scuola e fu seguito prima dal maestro di conservatorio Vittorino Naso, in privato e dopo dalla scuola di musica BEAT diretta dal batterista Massimo Russo. Dopo aver suonato qua e là in giro ed insieme alla sua scuola di musica nell’estate 2006, si esibisce con il suo nuovo gruppo, gli “Zenit”, ed anche questa volta il successo è stato enorme. Quando si è trasferito a Padova ha abbandonato gli studi di batteria, ma non la passione per la musica. La sua aggregazione con I Satiri Danzanti è stata quasi casuale. Grazie a Federica, conosciuta da poco, ne è venuto a conoscenza e non ha più saputo farne a meno.
Mariagiovanna Andrigo ( Merigei ) flauto traverso, Padova, 12/07/1987 Nasce come pianista all'età di 8 anni; suona il pianoforte fino al periodo del liceo, quando inzia lo studio del flauto traverso. Dopo un'esperienza biennale come primo flauto in un'orchestra di fiati, spinta dal direttore d'orchestra sostiene la prova d'ingresso al conservatorio Agostino Steffani (Castelfranco Veneto), classificandosi al primo posto; dopo un breve iter di due anni prepara un repertorio chopiniano che le consente l'ingresso in conservatorio (a 19 anni) anche con il pianoforte, ma prosegue gli studi unicamente attraverso il flauto. Ora frequenta il quinto anno e spera tanto di arrivare viva al diploma. Nell'ottobre 2008 frequenta un corso di composizione per musica da film a Sacile e ha per docenti Miceli, Piersanti e Roberto Frattini (compositore ventennale per Bruno Bozzetto). Ne esce sconvolta dopo aver diretto un'orchestra da camera che interpretava il suo brano in 7/8 alla carlona. Per ora suona anche nell'orchestra della mutua, ovvero quella dell'Università di Padova. “Flautaia” de I Satiri Danzanti può vantare di essere stata la protagonista indiscussa delle loro poche figure di merda. cose extra: barzellettiera ufficiale del gruppo since 2006 non le piacciono i gatti ma le piacciono i grattini ed è una delle poche italiane a cui piace il cinema italiano
Tommaso Rovetta ( Tommy, Achille ), chitarra e voce, Bergamo, 15/07/1986Tommy nasce e cresce nella Bergamo di provincia. Vivendo in collina ed essendo cugino diretto di Jacopo il montanaro, è sempre stato a contatto con la natura. Ha sempre amato l’arte del “fare” e del “disfare”. Grazie ad un fantastico insegnante polistrumentista (prof. Mossali), si avvicina alla musica all’età di 11 anni e comincia a suonare la chitarra; si appassiona allo strumento e si diletta con le distorsioni dell’elettrica. All’età di 15 anni insieme ad altri quattro scatenati compagni di liceo, forma la sua prima band, i Parzialmente Sklerati. Mossi dal ritmo irrefrenabile dello ska, suonano a Bergamo e fuori provincia per quattro anni. Con l’inizio della vita universitaria si trasferisce a Padova, chiudendo un bel capitolo della sua vita, ed aprendone uno nuovo nel novembre 2006, quando gli balenò l’idea con il fraterno cugino di creare un gruppo musicale, affine al folk melodico dei M.C.R.. Da lì in poi tutto venne da sé. Ora Tommy suona la chitarra acustica e l’armonica a bocca, suona e canta con I Satiri Danzanti, mentre studia l’arte del violino.

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