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Member Since: 24/05/2007
Band Members: SONO: DENIS “PULLO†ROSSI (Les Paul Guitar)
DANIEL “ZUZY†SARTORI (Telecaster Guitar)
ERMANNO FERRARI (voice, Acoustic Guitar)
MAURIZIO NARDIN (Bass)
ANDREA GENTILINI (Drums)
Influences: Neil Young & Crazy Horse, The Who, Pearl Jam, Cheap Wine, The Rolling Stones, Bruce Springsteen, Joe Strummer & The Clash ...
Sounds Like: Raindogs Wild Band (Val di Cembra). L’avventura piratesca di questa band prende il via in una notte di tarda estate del 2006, quando tre anime irrequiete capiscono che la vita bagnata col rock n roll prende un’altra piega; la vita diventa come le armoniche dei bluesmen del Delta del Mississipi, che per una sola notte venivano consacrate alla musica del diavolo, affogate in tre dita di whiskey o poco più e suonate per la prima ed unica occasione.
Il rock n roll è così, un’unica occasione di dare e ricevere vibrazioni, non importa chi stia suonando, quello che conta è che sia sincero, sudato, ma sincero.
Ci sono troppe cose che a questo mondo si fanno per routine e in tempi di fretta e sputtanamenti del concetto di libertà sedersi su una sedia di legno, imbracciare una chitarra e sentire cosa ha da dire la tua essenza è ancora un bel modo di essere libero.
Così al suono di “Everybody knows this is nowhere†quella sera è cominciato un viaggio senza coordinate, nel tempo sono state percorse un sacco di strade alla ricerca del sound, quel wild rock n roll senza compromessi che arriva diretto dai garage polverosi dei sixties e si incrocia con l’incedere mastodontico di Ralph Molina e Billy Talbot, una sorta di moto innato dello spirito che trova naturale sbocco nell’urlo di Rory Gallagher, nell’energia di Pete Townshend e nella coerenza di Joe Strummer.
I primi imbarcati sul carrozzone dei Dogs sono Denis “Pullo†Rossi, che porta da casa una Gibson Les Paul d’annata trovata in un mercatino giù al porto, e â€Texas Special†Zuzy Daniel Sartori, che non si ricorda bene cosa portare ma sei corde se le procura di sicuro.
Bene. Per fare una band serve anche qualcuno che canta, magari imbevuto di rock n roll fino al midollo: Hermann Ferrari.
Partenza non proprio in discesa e via verso la prima tappa, giusto per far saltar su il Principe dei Pirati, Maurizio "Jesus" Nardin, deposto per possesso illegale di Warwick Bass Guitar, e il drumming spericolato di Damiano “Cortez†Dalmonech.
Ora che il tempo è clemente e il sole batte forte sulle fronti l’orizzonte non sembra poi così lontano, tanto che ci si ferma per una birra all’Osteria delle Vergini. Il posto non è male, direi proprio di no…alla ricerca di amore condito con una buona libagione Cortez rimane sopraffatto dal magico giogo della passione. Senza un’anima che picchia una batteria non si può andare avanti, così viene caricato sul carrozzone Andrea Gentilini, che come suonare due piatti e qualche tamburo sembra ancora ricordarselo…
Il viaggio continua, qualche fermata per spolverare Telecaster e Les Paul, per fare qualcheâ€OK… rock n roll†e poi via che l’aria polverosa della strada a stare fermi fa dormire.
Sulla strada si fanno incontri strani, mai penseresti di trovare un mago su una sportiva rossa fiammante…Andrea “Potter†Cristofori dice che magie riesce ancora a farne, altrimenti non lo chiamerebbero†Er Potterâ€, così accetta di imbrigliare e condurre i Raindogs alla realizzazione del loro primo demo: ecco “One Beer (with a tear of whiskey)â€.
Quattro canzoni, quattro brandelli di vita con una storia alle spalle troppo lunga per essere raccontata ma che comunque vogliono dire la loro, portare ossigeno per sopravvivere nel mondo di MTV ed essere una testimonianza di come i Raindogs intendono la musica.
Una volta Neil Young, dopo aver sbattuto in faccia al pubblico televisivo la più selvaggia “Rockin’ in the Free World†che un rocker potesse immaginare, disse che per fare un certo tipo di rock devi esserci dentro, che è una fottuta questione di vita o di morte e che tu vali qualcosa solo se l’ultima nota che hai suonato aveva un senso. Ancora una volta il vecchio Neil aveva ragione.
Record Label: Unsigned