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ESSERE BATTERISTA... di Ellade Bandini Un battito di mani. Un sasso che picchia sulla roccia e poi l'uso di legni, metalli e altri materiali... Queste semplici azioni sono state il primo approccio che l’essere umano ebbe con il ritmo, quell’esperienza che sarebbe stata poi definita “arte musicaleâ€. L'uomo, con tutta probabilità , ha scoperto la sonorità prima del fuoco. Infatti, questa musica istintiva, accompagna sempre i momenti più significativi dell’umanità . Fin dall’infanzia il bambino batte le mani l’una contro l’altra o percuote qualsiasi oggetto contro l’altro,perché lo diverte il rumore prodotto. L’adulto batte le mani quando deve richiamare l’attenzione, per ascoltare un suono, per esprimere soddisfazione alla fine di uno spettacolo, approvazione per l’operato di qualcuno ed in altre svariate occasioni.Tanto il battere dei piedi per terra che una carezza o uno schiaffo, sono sistemi percussivi primitivi, capaci di attirare l’attenzione o di dare più forza ad un concetto. Il suono percussivo è istinto puro, fa parte di noi da sempre. E fa parte dell'ambiente in cui ci muoviamo, è la colonna sonora della nostra vita di tutti i giorni. Perché tutto questo discorso? Per presentare la regina indiscussa delle percussioni, cioè la più grande passione della mia vita: “Sua Maestà la Batteriaâ€.La sua corte consta di quasi tutti gli elementi percussivi disponibili: pelli tese,legni, metalli... tutti supportati da una ricerca tecnica e meccanica in continua evoluzione. E’ uno strumento che bisognerebbe imparare a conoscere e rispettare, adottato da gran parte dei migliori musicisti, consapevoli della sua grande apertura. â€Sudore, calli nelle mani, concentrazione, disciplina, serietà , gusto, amore per il bello e onestà musicaleâ€. Questa è la batteria, altro che premere quattro tasti costruendo ritmi stereotipati, freddi ed elettronici! Essere batteristi oggi esigerebbe non solo un approfondimento musicale dello strumento, ma anche uno studio attento della sua storia, di cui ogni pagina sarebbe sicuramente una continua fonte di stimoli, indispensabili al raggiungimento di un buon risultato finale. Quindi, per finire, perché si diventa batterista? Il più delle volte per amore a prima vista di uno strumento che si può accarezzare con dolcezza o percuotere con rabbia,una risposta istintiva alla natura “musicale†del musicista,uno strumento che accontenta gli occhi per la sua estetica,che appaga l’istinto e rinverdisce la memoria di un passato mai vissuto; strumento intimo,trasgressivo,mistico e sensuale, ma soprattutto tanto popolare. Ellade Bandini