Scheda Critica a cura di Francesco Siciliano critico musicale.
Pierluigi Maria Duglio
Pierluigi Maria Duglio nasce a Napoli 18 anni fa; qui sviluppa il suo
percorso formativo e di ricerca, alternato a periodiche escursioni culturali in
Inghilterra e alle Isole Canarie.
Arti figurative e musica ne strutturano la percezione e l’ambizione creativa.
La storia del rock - ex-post- confluisce nel
sentiero della sua bildung: i Deep Purple quanto i Pink Floyd; da Bowie e
Reed sino ai Led Zeppelin, per giungere a flirtare con gli Hot Chili
Peppers.
Le percussioni colgono l’attenzione del suo talento, canalizzandone la
sperimentazione.
Pierluigi Duglio si forma al ritmo col jazzista Luciano Alberto e più in
là con Vinnie Colaiuta e Dave Weckl. La sensibilità esperienziale del
padre Corrado, musicoterapeuta gli conferisce -
intanto - una maggiore duttilità nel comporre;
gli stages con lan Paice trasferiscono al giovane talento maggior fluiditÃ
nell’espressione alla batteria acustica.
Duglio versa nelle sue forme compositive sonorità che scivolano dal rock
sinfonico a waves melodiche, conferendo sovente respiro lungo alla
sintassi musicale. Nella contemporaneità della sua ritmica leggera,
l’evidente influenza pop-rock del ventennio ‘80/’90
accumula sull’espressione musicale di Duglio una corteccia creativa
adulta.
Pierluigi studia tecniche di composizione digitale con il maestro
Francesco Oliviero,ma al contempo trova nella collaborazione con il regista
teatrale Antonio Cicerone momenti di sperimentazione musicale on stage.
Sue infatti sono le basi musicali degli spettacoli teatrali Borderline,
Un Napoletano al di sopra di ogni sospetto, Tre civette sul comò, Colto in
flagrante, tutte per la regia di Antonio Cicerone.
Insistente, nella sua attuale produzione una sonorità pan-mediterranea,
di inflessione world, con immanenza di pressioni timbriche che
conseguentemente correggono l’etnicità armonica con diluizioni jazz di
urbana post-modernità .
Tra orizzonti metallici e reiterazioni plastiche Duglio e il team
che lo coadiuva disegnano un assertivo skyline sonoro che già si pone
nel path lessicale delle jam sessions, ove la ricerca compositiva
s’affida a tastiere e percussioni per incedere a determinare un quadro musicale
formale di specifico interesse.
Infatti, non di rado si manifestano arrangiamenti pluriversi, che paiono
muoversi da Oldfield a Brian Eno.
Percussionismi isolani, evocativi d’uno stile drums & life assecondano
- in talune circostanze melodiche, una genetica
musicale che ciclicamente dal jazz rock rispunta al funky, lasciando emergere la
velocità e la persistenza di batteristi come John Bonham o Ginger Baker, numi
ritmici di Duglio. Fraseggi che - rinviando
talvolta al post-disco, con riecheggi electro-pop
- testimoniano anche un coerente lavoro d’arrangiamento. Come batterista
acustico Duglio è stato presente con performances presso importanti eventi
festivalieri oltre che a numerosi happenings concertistici, configurati a
fini umanitari.
Free Emotion, il suo primo album, viaggio fra musica e colore e la
sezione ritmica dell’album Strange Sensation dei Four Sticks, band londinese,
lo hanno lasciato conoscere in tutta la sua giovanile avantgarde.
Attualmente, Pierluigi è impegnato nell’editing del suo nuovo album
Humanity, ove va affinando una mira descrittiva da sound track
metropolitana con assetti tonali che si dilatano in visioni musicali di
fascino post-rock.
Plurilinearità e multidirezionalità della sua fresca composizione, ne
attestano una costumata produzione, cólta di riferimenti e vibrata dai
tagli netti della sezione ritmica.
Prove di seduzione d’una semantica musicale in fieri che va creando il
suo percorso evolutivo.