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About Me

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sinossi del romanzo
Una vita piatta trascinata dal divano di un umido sotterrato ad uno spoglio pub, ritrovo di bevute e racconti surreali tra una manica di falliti. Una vita piatta sconvolta da una donna. Un passionale incontro e una successiva rincorsa tra sogno e realtà. Psiche e Amore. Chi è Lara? La ragazza ideale in una particolare storia d’amore o sdoppiamento d’identità a livelli allarmanti?
Probabilmente è tutto vero. Probabilmente no.

Mi chiamo A. e non ti sto a spiegare il perchè. Raccolgo fobie e fumo come un tabagista in via di estinzione. Passo le giornate a guardare il tempo depositarsi sulle espressioni cruciali del mio viso e conto i capelli che si accumulano nella ciotola del gatto. Amo i gatti. Pelosi individui anarchici evoluti. Hanno tutto il mio rispetto. Adoro le donne. Soprattutto quelle che ne hanno viste talmente tante da essersi dimenticate l'anniversario del menarca. Mi chiamo A. e non ti sto a spiegare il perchè. Sto a Venezia. Gran bella città a pelo dell'acqua. Io sto sotto. In uno scantinato umido. E mi trascino. Per un colto la mia vita è di basso profilo. Cool, low cost. Thanx for add. Va là, faccio una vita di merda. Ho quattro amici surreali che incontro in un locale surreale, il "bueo del Geko". Traduzione per i barbari: il "bueo" è il budello e il Geko è il proprietario. Un tipo veramente orrendo. Ha una strana forma di psoriasi che gli rende la pelle squamosa e cangiante. Ma il suo sguardo è meraviglioso. Vitreo. Ha gli occhi più in fuori dei testicoli. Meraviglioso. Voleva fare l'alternativo presentando cocktail da triangolo delle Bermuda e rischia la bancarotta ad ogni respiro. Se non ci fossimo noi. L'indiano, il Pavone, il Muto, la Nana ed io. Gli sporadici. Ci trastulliamo nel Bueo del Geko e filosofeggiamo sul mondo. Il silenzio del Muto ha sempre l'ultima parola. Devo ammettere che la mia non-vita non-mi-basta. Ci mancherebbe. Il problema è cosa cercare. Ho pensato di incontrare una donna. Magari, chi lo sa. Sono andato a finire in una chat e non ti sto a spiegare il perchè. Ho conosciuto una donna. Due tettazze così. Oh. Solo che delle tettazze non è che ci vado di testa. Era graziosa di viso. Non male di viso. Diviso in due, intendo. Una cicciona assurda. Che si fotta. Aveva talmente tanto grasso intorno al grasso che ho faticato a digerirla. Ho avuto la retina bulimica per due settimane. Mi sono acceso una sigaretta e mi sono buttato in calle. Su e zo per i ponti. Mi sono fermato ad una panchina e compiaciuto guardavo un esemplare unico di cane raccattare palline da tennis e riportarle camminando all'indietro, quando mi si è presentata davanti una creatura sublime. Stupenda. Così, a caso. Davanti, lì. A rivolgermi la parola. A chiedermi opinioni sul tempo e altre menate colloquiali del tipo. Mi ha invitato a cena. Tortellini al salmone. Lei dipingeva. E aveva il gluteo autoriale. Ecco per il gluteo autoriale vado via di testa. E sono andato via di testa.

My Interests

I'd like to meet:

ipse dixit «Ho iniziato a scrivere facendo sega da scuola. Andavo al parco a leggere Dylan Thomas e a disegnare alberi. Non ti so dire di che specie fossero. So solo che i pioppi stanno in fila e questi stavano sparsi ed ubiquamente in mezzo ai coglioni. Diciannove alberi e una statua. Con tutte le foglie e la nodosità dei rami e le imperfezioni del tronco. Un maniaco provetto. Se passava un cane e pisciava sulla corteccia ci davo giù di graffite per fare l'ombreggiatura. Un intero bimestre per ritrarre la mia personale foresta. La guardavo e ne ero orgoglioso. E più la guardavo e più ne assaporavo l'inutilità. Indi, manco fosse un passo biblico, un giorno piovve e boh... presi tanta acqua. E scrissi la mia prima "opera" giustamente intitolata "Piove". Di tempo ne è passato e ho fatto anche altro ma uno scrittore diventa tale perchè è l'unica cosa che gli riesce con una certa soddisfacente dimestichezza. E' un genio sopravvalutato o un'idiota sottovalutato. A saperlo. Di sicuro è la persona meno opportuna per raccontargli i tuoi segreti. [...] Ho sognato di essere invaso dalle formiche. Mi sono svegliato ed ero invaso dalle formiche. Ho smesso di preoccuparmi delle dicotomie. [...] Son d'accordo con chi afferma che la verità è una truffa di sistema perchè ciò che è è cio che è dalla prospettiva in cui lo si considera. 'Che se sei brutto ti tirano le pietre non si discute. "Tu racconti balle", quindi non dici la verità, quindi "Non racconti balle", quindi dici la verità. Ci sei? Ci siamo? Bella culotte, comunque. [...] Gli assolutismi con i quali cresciamo. Ciò che ci circonda. Il bisogno, le sensazioni necessarie di singoli individui isolati in cerca di aggregazione nell'ignoranza del poi. La paura che fossilizza menti e smuove economie. La semplicità dovrebbe essere considerata una forma di ozio, unico vizio e la stupidità, unico peccato. [...] L'astrarsi a sommo voyeur è assolutamente eccitante. Soprattutto per un erotomane libidinoso sprovvisto di bavaglino ricamato. [...] Mi potrei definire progressista, se non vivessi in questo Paese quanto potrei definirmi anarchico se non vivessi in questo mondo. Un illuso consapevole che crede nell'oscillazione dell'equilibrio, nel talento e nel cunnilingus (ed è certo che siano azioni concatenate); nel paradosso, nel non senso e nell'alienazione psicotica del ricordo. Una nouvelle vague di logicità concettuale. [...] E il primo stronzo che mi paragona a Moccia, lo prendo a badilate sulla testa. Parola di uno che non ha fatto gli scout. C'è da credergli».
Luca Zannier è nato il 4 novembre 1981 a Roma. Vive a Venezia. Ha pubblicato il suo primo romanzo nel 2001. Altri articoli, interventi, racconti e poesie hanno trovato spazio su testate giornalistiche locali e in vari siti internet di cultura, controinformazione, satira politico sociale e critica cinematografica.

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