ipse dixit «Ho iniziato a scrivere facendo sega da scuola. Andavo al parco a leggere Dylan Thomas e a disegnare alberi. Non ti so dire di che specie fossero. So solo che i pioppi stanno in fila e questi stavano sparsi ed ubiquamente in mezzo ai coglioni. Diciannove alberi e una statua. Con tutte le foglie e la nodosità dei rami e le imperfezioni del tronco. Un maniaco provetto. Se passava un cane e pisciava sulla corteccia ci davo giù di graffite per fare l'ombreggiatura. Un intero bimestre per ritrarre la mia personale foresta. La guardavo e ne ero orgoglioso. E più la guardavo e più ne assaporavo l'inutilità . Indi, manco fosse un passo biblico, un giorno piovve e boh... presi tanta acqua. E scrissi la mia prima "opera" giustamente intitolata "Piove". Di tempo ne è passato e ho fatto anche altro ma uno scrittore diventa tale perchè è l'unica cosa che gli riesce con una certa soddisfacente dimestichezza. E' un genio sopravvalutato o un'idiota sottovalutato. A saperlo. Di sicuro è la persona meno opportuna per raccontargli i tuoi segreti. [...] Ho sognato di essere invaso dalle formiche. Mi sono svegliato ed ero invaso dalle formiche. Ho smesso di preoccuparmi delle dicotomie. [...] Son d'accordo con chi afferma che la verità è una truffa di sistema perchè ciò che è è cio che è dalla prospettiva in cui lo si considera. 'Che se sei brutto ti tirano le pietre non si discute. "Tu racconti balle", quindi non dici la verità , quindi "Non racconti balle", quindi dici la verità . Ci sei? Ci siamo? Bella culotte, comunque. [...] Gli assolutismi con i quali cresciamo. Ciò che ci circonda. Il bisogno, le sensazioni necessarie di singoli individui isolati in cerca di aggregazione nell'ignoranza del poi. La paura che fossilizza menti e smuove economie. La semplicità dovrebbe essere considerata una forma di ozio, unico vizio e la stupidità , unico peccato. [...] L'astrarsi a sommo voyeur è assolutamente eccitante. Soprattutto per un erotomane libidinoso sprovvisto di bavaglino ricamato. [...] Mi potrei definire progressista, se non vivessi in questo Paese quanto potrei definirmi anarchico se non vivessi in questo mondo. Un illuso consapevole che crede nell'oscillazione dell'equilibrio, nel talento e nel cunnilingus (ed è certo che siano azioni concatenate); nel paradosso, nel non senso e nell'alienazione psicotica del ricordo. Una nouvelle vague di logicità concettuale. [...] E il primo stronzo che mi paragona a Moccia, lo prendo a badilate sulla testa. Parola di uno che non ha fatto gli scout. C'è da credergli».
Luca Zannier è nato il 4 novembre 1981 a Roma. Vive a Venezia. Ha pubblicato il suo primo romanzo nel 2001. Altri articoli, interventi, racconti e poesie hanno trovato spazio su testate giornalistiche locali e in vari siti internet di cultura, controinformazione, satira politico sociale e critica cinematografica.