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Influences: FABIO CIMINIERA scrive:
Alessandro Di Liberto "Tonalità Naturali"
30/10/2003
Tonalit.. naturali .. un lavoro diretto e lineare: Alessandro Di Liberto propone con semplicit.. e naturalezza, da cui, immagino, il titolo, la sua musica e guida una formazione, diversa a seconda dei momenti, per mezzo della quale veicola un mondo musicale che riflette e rilegge la tradizione della musica jazz, inserendo accenti personali e classici: un disco che si ascolta con piacere e mette in buona evidenza le capacit.. di scrittura di Di Liberto, autore di tutti i brani, ad eccezione della conclusiva The song is you, e la bontà nell'interpretazione dei musicisti presenti.
Il pianista sardo gioca le sue carte migliori nel costruire una ritmica solida, insieme a Fontoni e Sotgiu, e questo fa si che le diverse tracce presenti nel disco possano legarsi in modo organico e armonico, senza mancare di equilibrio: è una tensione rivolta a creare uno sfondo omogeneo e continuo su cui sviluppare temi e idee. Questo comporta un'attenzione puntuale per le parti d'insieme e anche le parti soliste vengono svolte da Di Liberto tenendo sempre presente la struttura del brano, l'aspetto melodico dell'assolo; questa attenzione viene ancor più valorizzata dalla presenza di Emanuele Cisi e dal suo stile musicale.
Una delle cifre di Tonalità naturali risiede nella fluidità della formazione che con Di Liberto esegue i brani e che vede, anche all'interno dello stesso brano, piano solo, trio e quartetto: l'iniziale “In Si Minore", ad esempio, viene introdotta e svolta dal pianista a lungo in solitudine per poi essere condotta nella seconda parte dal trio, senza una canonica parte improvvisativa, ma con un ampio sviluppo del tema; brano ispirato da una lieve vena malinconica che contraddistingue un po' tutto l'andamento del disco.
La successiva “Vento di N.O.", suonata in quartetto con il soprano di Emanuele Cisi, segue la stessa vena del brano di apertura: anche qui non una ballad, ma un brano dall'incedere misurato, evocativo, con il contrabbasso di Sandro Fontoni in buona evidenza sia nell'assolo che nell'esposizione del tema.
Si torna al trio in “Sviluppo graduale" e “Per Evans", ma, al di là della formazione i due brani hanno veramente pochi punti in comune: se nel primo l'attenzione viene rivolta al suono e allo sviluppo di una melodia costruita di nota in nota sugli interventi di contrabbasso e percussioni e libera da una vera e propria struttura armonica, il secondo, a partire dal titolo-dedica, esprime un punto di vista sulla tradizione del piano trio, dove melodia, armonia, ritmo richiamano i canoni della tradizione; la formazione in trio fa si che Sandro Fontoni possa mostrare le sue capacità e il suo lavoro sostiene una parte molto importante nella riuscita generale del disco.
Allo stesso modo “Be-bop" mette in chiaro già dal titolo quale siano la direzione e l'intento del brano: il tenore di Cisi, un buon assolo di Di Liberto, il ritmo swingante di Sotgiu, contrabbasso e pianoforte a sostenere e legare il tutto.
Nei due brani seguenti, “Rain song" e “Intro-terra", si notano riflessi classici: la lunga introduzione in piano solo, il contrabbasso suonato con l'archetto, il lavorio leggero e lievemente accennato di Sotgiu alle percussioni, rendono bene l'atmosfera di una calda giornata di pioggia, mentre nel secondo brano, più scherzoso e ritmato, pare di ritrovare le atmosfere e l'andamento di una sonata per clavicembalo.
"Il ritmo dell'isola" ritrova il quartetto all'opera su un tema brioso e delicato, in cui la presenza del soprano di Cisi fa riemergere alcuni echi di memoria coltrainiana: notevoli l'assolo di Cisi e la sezione ritmica che incalza il solista.
Chiude il disco “The song is you", standard celeberrimo di Kern e Hammerstein, che Di Liberto esegue da solo in una lettura lirica e comunque fedele alla tradizione.
Una curiosità : nella lista dei brani, presente sulla copertina del cd, viene saltato il numero otto.... scaramanzia? errore di stampa? In ogni caso, nessun problema... i nove brani elencati ci sono tutti.
HANS SPIEGEL scrive:
Alessandro Di Liberto "Tonalità Naturali"
01/06/2003
Ecco un trio che sa sfruttare al meglio le possibilità offerte dall'organico strumentale, grazie alla sapiente capacità organizzativa del leader, il pianista Alessandro Di Liberto, autore di tutte le composizioni del CD, a eccezione di un' aerea “The Song Is You†affrontata in solitudine con soluzioni armoniche decisamente interessanti. Spicca, in particolare, l'attenzione dedicata dal pianista al ruolo del contrabbasso, usato quasi sempre nei temi in funzione melodico-contrappuntistica, spesso tramite l'uso dell'arco (“Sviluppo Gradualeâ€, “Rain Songâ€), tecnica nella quale il valente Sandro Fontoni appare particolarmente ferrato. In un progetto che comunque si distingue per originalità e bellezza, non mancano, chiaramente, i punti di riferimento, che vanno ricercati principalmente, per quanto riguarda la composizione, nell'opera di Enrico Pieranunzi, come appare abbastanza evidente in “In si minore†(e fa piacere notare come il grande musicista italiano sia ormai da considerarsi un caposcuola per tanti pianisti pi.. giovani, alla stregua dei "soliti" Hancock, Corea e quant'altri ...) e di John Taylor, mentre sembra di avvertire, nei brani pi.. aggressivi, come Be-BoP, echi dell'interessante periodo della collaborazione di Jarrett con Redman, Haden e Motian. In alcuni brani si aggiunge al trio la magnifica voce del sax (tenore o soprano) di Emanuele Cisi, abituale “compagno di scorribande" del finissimo batterista Francesco Sotgiu; entrambi si inseriscono alla perfezione nelle atmosfere ricercate, ma non per questo meno "grintose" del CD.
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Record Label: Unsigned