Eccovi uno stralcio tratto dal capitolo centrale del romanzo, ambientato durante una grande festa afterhours. Il protagonista inizia qui a liberarsi dalle forme pensiero che fino a quel momento lo tenevano incatenato, liberazione che raggiungerà il suo culmine poche pagine più avanti, quando avrà luogo la Grande Illuminazione, e il nostro Gabri verrà "rapito in cielo" (non a caso la copertina del libro raffigura il rapimento di Psiche da parte di Amore). Tutto questo accade sotto l'influsso della musica, delle danze e delle sostanze assunte, ma soprattutto grazie a quell'amore che colora di sè ogni cosa agli occhi di Gabri, quell'amore che, partito come amore per una singola persona, diventerà ben presto Amore Cosmico... “Per un pezzo restò così, impietrito ad ascoltare la musica, abbracciando l’intero giardino con uno sguardo impavido e disperato. Aveva voglia di piangere e di cantare e di ballare; e restava immobile e muto e asciutto come una pietra.Guardò ancora una volta quegli uomini e quelle donne che ballando tracciavano delle linee sul muro – ora dritte ora oblique, ora ascendenti ora discendenti, ora continue ora spezzate ora circolari: â€Ecco†pensò “È tutto qui, in queste linee…†Oh, non c’erano parole che potessero sostituire quei disegni! Non erano monologhi: con tutti e di tutto quei ragazzi parlavano. Non v’era in tutto l’universo un solo essere, una sola cosa, animata o inanimata, che non interloquisse in quei discorsi. Tutte, fino al più insignificante dei moscerini, fino all’ultimo granello di sabbia, tutte davano a ciascuna di quelle linee il loro piccolo contributo, magari anche solo storcendola o allungandola di un millimetro. E che così fosse lo dimostrava la tortuosità di quei tracciati, con tutte quelle linee a zig zag, e quelle gobbe che – come se la strada della verità presentasse in quel punto un rialzo, un dosso, una questione controversa – parevano a tratti sollevarsi fino al cielo per poi subito ricadere in precipitose discese. Dopo un terribile rullìo, tutte le percussioni tacquero, di botto. Anche il suo cuore si fermò. E riconoscendo, stavolta sotto una languida e carezzevole melodia che sembrava eseguita da un flauto, leggero, affrancato da ogni peso, da ogni vincolo, libero di correre a suo piacere per la campagna, il vecchio motivo che ancora una volta germogliava da un ramo della musica nuova –incredibile! non era dunque morto?; e vedendo che per salutarne l’inatteso ritorno le farfalle, le erbe, le fronde annuivano, s’inchinavano, battevan l’ali con raddoppiato vigore; e sentendo aleggiare fra l’odore dei corpi sudati e quello dei belletti che si scioglievano al sole una fresca, pungente, deliziosa fragranza come di mela un po' acerba; e vedendo una donna vestita da monaca ( anche se le trasparenze del bianco vestito di organza non potevano del tutto nascondere lo scintillìo di un perizoma argentato) ballare camminando in bilico da un capo all’altro di un muricciolo, e le sue mani alzare e abbassare la sottana e ogni tanto, quando la danza si faceva più frenetica, pudicamente levarsi a rassettare il bianco velo che le copriva la testa; e parendogli che tutto il giardino si muovesse lasciandosi guidare da un ritmo segreto, un ritmo diverso da quello della musica, un ritmo forse dettato proprio da quei cartelli che risplendevano qua e là sopra la selva delle teste, e che ogni movimento delle braccia e delle gambe, ogni segno tracciato nell’aria dalle dita, ogni nuvola o sorriso che passava su quei volti obbedisse a quel ritmo come un cerchio o un triangolo ai teoremi che li concernono; allora sentì uno schianto, e un fragore come di catene spezzate rintronargli dentro e immantinente propagarsi al giardino e a tutta la valle; e capì d’essere stato fino allora uno schiavo, nient’altro che uno schiavo : uno schiavo a cui per giunta era stato comandato di passare la parte migliore della vita a imparare a memoria l’elenco dei falsi diritti e delle false libertà : quei diritti e quelle libertà che lui non avrebbe mai potuto usare, che nessun uomo avrebbe mai potuto usare..â€.