Sono Gabriele...32 anni di Cormano, in provincia di Milano...
...IL TEATRO:
monologo da "Nostra Signora dei Turchi"
Ci sono cretini che hanno visto la Madonna e ci sono cretini che non hanno visto la Madonna.
Io sono un cretino che la Madonna non l’ha vista mai.
Tutto consiste in questo, vedere la Madonna o non vederla.
San Giuseppe da Copertino, guardiano di porci, si faceva le ali frequentando la propria maldestrezza e le notti, in preghiera, si guadagnava gli altari della Vergine, a bocca aperta, volando.
I cretini che vedono la Madonna hanno ali improvvise, sanno anche volare e riposare a terra come una piuma. I cretini che la Madonna non la vedono, non hanno le ali, negati al volo eppure volano lo stesso, e invece di posare ricadono come se un tale, avendo i piombi alle caviglie e volendo disfarsene, decide di tagliarsi i piedi e si trascina verso la salvezza, tra lo scherno dei guardiani, fidenti a ragione dell’emorragia imminente che lo fermerà . Ma quelli che vedono non vedono quello che vedono, quelli che volano sono essi stessi il volo. Chi vola non si sa.
Un siffatto miracolo li annienta: più che vedere la Madonna, sono loro la Madonna che vedono. È l’estasi questa paradossale identità demenziale che svuota l’orante del suo soggetto e in cambio lo illude nella oggettivazione di sè, dentro un altro oggetto.
Tutto quanto è diverso, è Dio.
Se vuoi stringere sei tu l’amplesso, quando baci la bocca sei tu.
Divina è l’illusione. Questo è un santo. Così è di tutti i santi, fondamentalmente impreparati, anzi negati. Gli altari muovono verso di loro, macchinati dall’ebetismo della loro psicosi o da forze telluriche equilibranti - ma questo è escluso -. È così che un santo perde se stesso, tramite l’idiozia incontrollata. Un altare comincia dove finisce la misura. Essere santi è perdere il controllo, rinunciare al peso, e il peso è organizzare la propria dimensione. Dove è passata una strega passerà una fata.
Se a frate Asino avessero regalato una mela metà verde e metà rossa, per metà avvelenata, lui che aveva le mani di burro, l’avrebbe perduta di mano. Lui non poteva perdersi o salvarsi, perchè senza intenzione,inetto.
Chi non ha mai pensato alla morte è forse immortale. È così che si vede la Madonna.
Ma i cretini che vedono la Madonna, non la vedono, come due occhi che fissano due occhi attraverso un muro: un miracolo è la trasparenza. Sacramento è questa demenza, perchè una fede accecante li ha sbarrati, questi occhi, ha mutato gli strati - erano di pietra gli strati - li ha mutati in veli. E gli occhi hanno visto la vista. Uno sguardo. O l’uomo è così cieco, oppure Dio è oggettivo.
I cretini che vedono, vedono in una visione se stessi, con le varianti che la fede apporta: se vermi, si rivedono farfalle, se pozzanghere nuvole, se mare cielo. E davanti a questo alter ego si inginocchiano come davanti a Dio.
Si confessano a un secondo peccato. Divino è tutto quanto hanno inconsciamente imparato di sè. Hanno visto la Madonna. Santi.
I cretini che non hanno visto la madonna, hanno orrore di sè, cercano altrove, nel prossimo, nelle donne - in convenevoli del quotidiano fatti preghiere - e questo porta a miriadi di altari. Passionisti della comunicativa, non portano Dio agli altri per ricavare se stessi, ma se stessi agli altri per ricavare Dio. L’ umiltà è conditio prima.
I nostri contemporanei sono stupidi, ma prostrarsi ai piedi dei più stupidi di essi significa pregare. Si prega così oggi. Come sempre. Frequentare i più dotati non vuol dire accostarsi all’assoluto comunque. Essere più gentile dei gentili. Essere finalmente il più cretino.
Religione è una parola antica.
Al momento chiamiamola educazione.
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6 Giugno 2009 Milano/21 Giugno Vizzolo Predabissi (Mi) “Situazioni coniugaliâ€: il coniuge dovrebbe essere un “congiuntoâ€, qualcuno a cui si è legati, con cui si condividono delle cose. Invece nello spettacolo scritto e diretto da Michele Giuriola e andato in scena sabato 19 giugno all’Auditorium di Vizzolo Predabissi di “congiunto e condiviso†c’è davvero poco se non un dolore comune, una malinconia, un’impossibilità di fusione. Le due persone che di volta in volta rappresentano queste piccole scene di coppia in realtà sono totalmente e tristemente sole, non stanno “insieme†sul palco ma stanno “vicine†a recitare di volta in volta il loro monologo di coppia. Si amano perché si sono reciprocamente utili, si desiderano perché ricercano un orecchio distratto per i loro soliloqui, si chiamano, si rincorrono, si scontrano, si baciano. Ma il “si†della scena duale diventa immancabilmente un “si†riflessivo ed è come se questi personaggi in realtà chiamassero sé, rincorressero sé, scontrassero e baciassero se stessi. Non a caso la prima delle cinque scene che compongono l’opera è un vero monologo: la conferenza sui danni del fumo, nella reinterpretazione dell’atto unico di Cechov, diventa uno spazio che un marito usa per condividere con il pubblico la sua solitudine. Perché il vero “coniuge†in queste storie diventa lo spettatore che prova un’immediata simpatia per i personaggi e capisce di vivere la loro stessa vita. Tra il pubblico c’è chi risponde a Gabriele Milia, ottimo interprete, quasi passando dalla dimensione teatrale a quella conviviale del bar e della cena con un amico dove c’è sempre una donna di cui parlare male. Lo spettro della moglie incombe come il nemico che impedisce il rapporto con l’amico vero, quello che ti capisce, con l’altro che può ammiccare a quanto sia soffocante il cappio della coppia. Poi si passa alla seconda “situazione coniugaleâ€: Bubu e Bea, Andrea Di Blasi e Alessandra Gianotti sono una moglie malata di nervi e un marito malato di teatro: lui fa il clown per divertirla ma le rimprovera di aver perso la vita e la carriera a causa sua, lei fa la spettatrice per divertirlo ma inizia a sentire la stanchezza di questa recita. Non si capisce chi sia il vero malato e dove stia la malattia, ma forse sia Bubu che Bea hanno trovato il loro “coniuge†e ancora una volta si tratta di uno spettatore, di qualcuno che assiste alla loro felicità o alla loro disperazione. Terza scena: Silvia Bernardi confessa il suo delitto. Altro monologo, ma forse, come nel caso della prima scena, si tratta più di un dialogo col pubblico fatto di insulti, franchezza, ripicche, provocazioni. La confessione diventa un pretesto per vomitare accuse sullo spettatore, accuse alla mediocrità della vita. Ma dietro l’accusa c’è il desiderio di vicinanza, di ascolto: il confessore fa da spugna neutra, assorbe provando simpatia per qualcuno che lo sta prendendo a male parole. Ride di essere insultato: è la bellezza del teatro dove un assassino diventa insieme un eroe che spezza la convenzione mediocre e un modello impossibile per il “coniuge qualunque†che sta prima del palco e che non ha il suo stesso coraggio. Capitolo quarto, “Eros e Thanatosâ€. Un gioco beckettiano delle parti: Gabriele Milia e Eleonora Falchi lasciano da parte la scena e passano alla scenetta, quella banale e ripetitiva dei coniugi che per stare insieme si devono negare. Vogliono fare sesso ma si ritraggono, si danno un bacio ma sembrano distanti quanto i bambini quando imparano da piccoli la consuetudine del bacio. La scena è ripetuta due volte (quasi) uguale, prima si nega la donna, poi l’uomo in una routine che più che di un gioco per aumentare il desiderio appare come una tediosa abitudine per far passare il tempo. Chiusura con la scena più breve ma anche più intensa: Alessandra Fossati è la moglie che di sera prepara tavola per il marito. Apparecchia solo per sé, odia il marito che non c’è mai, odia la sua solitudine, odia stare in una casa con un altro assente. Poi il marito rientra e interpreta a suo modo: si siede e si ingozza di cibo. Il risultato è insieme ridicolo e lancinante, con Andrea di Blasi che si imbroda di briciole e la Fossati che diventa una maschera dolorosa di impassibilità . Buio, sipario chiuso: lo spettacolo è finito ma quello che in alcuni casi poteva apparire al primo giudizio teatro dell’assurdo in realtà si dimostra essere una riproposizione pulita e narrativa della vita. Ecco perché qualcuno, tra i congiunti spettatori, ne ride e qualcun altro si stupisce che il proprio congiunto vicino-di-posto possa riderne. La rappresentazione è molto buona: scenografia essenziale, ottima la recitazione nonostante qualche lieve imperfezione tipica di una “primaâ€; lo spettacolo meriterebbe davvero di girare molto e di essere molto visto.
10 Maggio 2009 Villa Arconati
15 Aprile 2009 Milano
17 Gennaio 2009 Milano
15 Ottobre 2008 Milano
Latest news about Carlo: an attorney of great renown, Giuseppe Lipera (once attorney of Bruno Contrada), took in charge Carlo's defence pro bono, on the Italian side. A stage play, by the Actors' Italian Centre (Centro Italiano Attori) and the skillful Gabriele Milia, based on Carlo's case and this life in Avenal, has already been on stage in Milan. Further representations are planned in Italy and Germany. It is outrageous that despite our efforts there is still no sign of any kind of investigations about all the crimes perpetrated to Carlo Parlanti. Especially with all the clear evidences in favour of his innocence.
13 Settembre 2008 Milano
Prigionieri del Silenzio a Montecatini:
http://www.prigionieridelsilenzio.it
http://www.myspace.com/carlofree
17-18-19-20-21-22 Maggio 2008
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Questo è..."STRETTAMENTE RISERVATO"
…una delle esperienze più significative della mia esistenza…
…credi che sia semplice?
Davvero…credi che sia semplice?
Certo…l’inizio non è stato affatto semplice…poi…
“…mi sorpresi a desiderare, o sì, desiderare…â€
Di voler continuare a…VIVERE…quel personaggio.
VIVERE quel sorprendermi…
VIVERE il raptus…
VIVERE quella larvata…oltrechè particolarmente effimera, erezione.
VIVERE quel feticismo…quel ricercare morboso…quelle sensazioni indescrivibili che solo IO sentivo e provavo ogni volta….
“Nessuno mai mi scoprì, mostravo una diabolica abilità a compiere quel rituale di cui ormai ero diventato schiavoâ€.
Ora…ora mi appresto a VIVERE altre emozioni…a ricercare altre sensazioni…coinvolgimenti…condivisioni...ad assaporare nuove sofferenze…
...perché è così…a me piace prendermi a “calci in culoâ€â€¦lo dico sempre.
Quello che non scorderò mai..sarà quella sensazione di trovarsi…
“…sospeso tra l’impulso di soddisfare un bisogno da troppi giorni represso, e la paura del contagio forse già contratto senza neanche averne avuto il sospettoâ€.
Questi i commenti al MIO "Feticista" VISSUTO in ogni spettacolo "Strettamente Riservato".
CINZIA …sono stata invitata da un attore protagonista visto oggi all'osteria poretti (via solferino 56) La storia di Silvana (Boccanfuso) nella parte della prostituta mi ha commosso il modo con cui ha raccontato l'incontro con il marinaio…La storia di Gabriele (Milia) per il non sapere se raccogliere quell'ultimo bacio sul bicchiere…..Grazie,è stato molto bello,intenso. Complimenti a tutti gli attori ,con affetto Cinza
Ambrella Bruno-Le due inerenti alla contrazione del virus hiv. Storie profonde e una buona dizione degli attori.(Stefano Guerriero) ( Gabriele Milia)
Iacone Marianna ….Ho saputo di "STRETTAMENTE RISERVATO dal PASSAPAROLA e dal "volo del mattino" trasmissione radiofonica di RADIO-DEEJAY condotta da FABIO VOLO…Lui che segue la donna sconosciuta- (Gabriele Milia) interpretazione brillante ed intensa che intriga e coinvolge lo spettatore
Gloria Guido- ….Ho saputo di "STRETTAMENTE RISERVATO dal PASSAPAROLA e dal "volo del mattino" trasmissione radiofonica di RADIO-DEEJAY condotta da FABIO VOLO…Quella del maniaco perché sono attratto dalle psicosi. (Gabriele Milia) Comunque, é attraente poter interagire con gli attori ed "entrare nella storia"
Agostino ….Ho saputo di "STRETTAMENTE RISERVATO dal PASSAPAROLA e dal "volo del mattino" trasmissione radiofonica di RADIO-DEEJAY condotta da FABIO VOLO…Gabriele milia: nulla e' piu'vero e vitale della passione.Eleonora falchi: mette a nudo le ossessioni maschili
ADELE ho saputo di questo ORIGINALISSIMO SPETTACOLO da alcuni amici…. mi hanno colpito tutte le storie,ognuna per la sua profondità ,il coinvolgimento…ogni personaggio…in qualche modo tocca una parte di te,finisce per fare affiorare ricordi, sensazioni, paure vissute raccontate da amici….TI SENTI PARTE DELLO SPETTACOLO……STUPENDO. GRAZIE.
ANNA Ho saputo di STRETTAMENTE RISERVATO tramite PASSAPAROLA… Mi è piaciuto Gabriele (Milia) il modo intenso di recitare. La prostituta (Silvana Boccanfuso) per la sua immedesimazione nella parte
MARCO saputo di STRETTAMENTE RISERVATO tramite PASSAPAROLA… mi è piaciuta la storia sul ragazzo che era sfuggito e scappava dal mostro (Niccolò Bernasconi) perché andava un po piu fuori dallo schema…ma in modo intelligente. Bravo il regista (Rocco Di Gioia ) bravissimo l'amante di un bicchiere (Gabriele Milia) BRAVI.
STEFANO ho visto lo spettacolo al bhangrabar l'ho saputo da amici . mi ha colpito in particolare l'appassionato della donna malata di AIDS (Gabriele Milia) frequento come volontario una comunità di malati di AIDS e l'attore è riuscito ad invocarmi l'immagine di alcune
FABIO bhangrabar ho amato la ragazza ansiosa (Ermelinda Ciakalli) e Gabriele (Milia) per la sua mimica….il suo sguardo.
CRISTINA L'ho saputo tramite PASSAPAROLA . "'l'ossessione per la malata di H.I.V.per l'intensità e perché durante il racconto l'attore (Gabriele Milia) continuava ad alimentare la mia curiosità .
SARA ….Ho saputo di "STRETTAMENTE RISERVATO dal PASSAPAROLA e dal "volo del mattino" trasmissione radiofonica di RADIO-DEEJAY condotta da FABIO VOLO… brava l'attrice "borghese" Ermelinda (Ciakalli) e l'uomo ossessionato dalla donna ammalata di AIDS (Gabriele Milia)
Bernardelli Manuela - …..ho saputo di STRETTAMENTE RISERVATO tramite amici .Siete stati una piacevole sorpresa, a dire il vero non avevo aspettative,nel senso che non riuscivo ad immaginare che tipo di esperienza sarebbe stata. In effetti e' stata un'esperienza molto interessante, le vite e le storie di queste persone mi hanno coinvolto,toccato, mi hanno fatto visualizzare come in un film le storie, gli spazi,le vite, le sofferenze, i drammi di queste anime. Grazie e complimenti!
ALESSIO …VI ho visti la prima volta alla "LACERBA" 4 anni fa lo spettacolo stramerita anche 4ANNI DOPO!! Mi è piaciuta la finta rivoluzionaria (Ermelinda Ciakalli) la storia dell'uomo caparbio con la malata di AIDS (Gabriele Milia) e quella del cinema (Rocco Di Gioia) per la bravura degli attori
MARCO….Ho saputo di "STRETTAMENTE RISERVATO dal PASSAPAROLA e dal "volo del mattino" trasmissione radiofonica di RADIO-DEEJAY condotta da FABIO VOLO… la storia della ragazza che esordiva dicendo: "mi state guardando? " mi è piaciuto il personaggio dalla doppia personalità e la bravura dell'attrice (Ermelinda Ciakalli) e quella del ragazzo nell'ospedale…(Gabriele Milia)
FRANCESCA ..HO visto un volantino dello spettacolo,e non mi sono pentita della scelta…mi è piaciuta la storia della ragazza "timida" (Ermelinda Ciakalli) perché l'ho trovata simile a me, e la storia sulla malata di AIDS (Gabriele Milia) perché ho diversi amici sieropositivi.
LISA ..ho visto lo spettacolo al BAHNGRABAR (perché ci lavoro). Mi è piaciuto l'innamorato della passante.(Gabriele Milia) Condivido l'irrazionale feticismo per gli oggetti.
..ho saputo di STRETTAMENTE RISERVATO al BAHNGRABAR mi è piaciuta la storia della donna ammalata di AIDS (Gabriele Milia) perché l'amore è capace di far ammalare la mente di un UMANO-SANO innamorato.
CARLA ho saputo di STRETTAMENTE RISERVATO tramite PASSAPAROLA….La storia di Rocco Di Gioia (il cinema) ben narrata,storia tragicomica, Ermelinda (Ciakalli) coinvolgente e molto VEROSIMILE .Ps. L'AIDS (Gabriele Milia) NON si CONTAGIA la SALIVA.
ALESSIA …sono stata invitata dal regista.Mi è sembrata (la storia di Gabriele Milia) quella che pur essendo la + assurda era realissima,e perché lui ha uno sguardo penetrante e molto vivo.
MARA …HO saputo di STRETTAMENTE RISERVATO tramite PASSAPAROLA… ho visto lo spettacolo al BAHNGRABAR .. La storia fetish perché era viscerale. (Gabriele Milia) quella della moglie perché ha ottenuto vendetta.( Giuliana Atepi) e quella della lesbica (Tania Morgigno) perché ha toccato "corde giuste"