Dall'Enciclopedia del Rock bolognese - Ass. Cult. Sub Cave Scandellara - Andrea Tinti
Punto e Virgola Edizioni 2001
I Central Unit si formano nel maggio 1980 nell’ambiente dei programmatori musicali di Radio Citta’ 103 di Bologna. La formazione originale vede Natale Nitti (tastiere e voce solista), Alberto Pietropoli, gia’ nei Windopen Rock (sax, tastiere e voce), Enrico Giuliani, gia’ tastierista nei Frog’s Horrifying Cry e negli Opus (basso) e Roberto Caramelli (programmazione rhythm box e tastiere). La band e’ orientata verso una musica elettronica minimale, in netta contrapposizione con l’imperante punk rock che ha invaso Bologna. Esattamente ad un anno dalla nascita i Central Unit registrano i brani per il debutto discografico. La sala e’ la Fonoprint, alla consolle Roberto Costa. In settembre il quartetto, che ha nel frattempo esordito dal vivo come supporto dei concerti bolognesi di Monochrome Set e Spandau Ballet, amplia i suoi orizzonti con l’inserimento di Alvise Cristinelli, studente di violino al conservatorio. Il gruppo trova nella L. M. Records di Lido Adriano (Ravenna) un interlocutore interessato alla produzione: "Loving Machinery" (1982) e' il debutto. Il disco e’ uno stupendo esempio di elettronica applicata a suadenti melodie fredde come l’acciaio. Sulla copertina, disegnata dal noto fumettista Giorgio Carpinteri, i nomi dei singoli componenti sono rappresentati da forme geometriche. I Central Unit divengono all’istante il gruppo di elettronica romantica per eccellenza, molto probabilmente grazie alle atmosfere noir che emanano i quattro brani dell’extended play, che raggiungera’ il 15° posto della classifica Top 50 di Radio Bruxelles FM. Da segnalare per curiosita’, che attualmente il debutto dei Central Unit e’ tra i dischi piu’ ricercati, nel mondo dei patiti dei suoni al silicio. E’ questo il periodo di piu’ intensa attivita’ dal vivo: la partecipazione alla rassegna internazionale multimediale "Contaminazioni", ultimo grande progetto sfornato negli anni ottanta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Bologna, segna il primo di una serie di spettacoli dove l’elemento musicale viene presentato all’interno di un contesto che include elementi scenografici e performances di vario genere (sintesi del progetto originale, mediato dal mondo dei computer, di Unita’ Centrale e unita’ periferiche). Viene inoltre realizzata la colonna sonora di un’esposizione di Carpinteri alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna. Nell’agosto 1982 il combo entra nuovamente in studio. Il produttore artistico dei nuovi brani e’ Peter Principle (Tuxedomoon), che e’ rimasto seriamente colpito dal lavoro del gruppo emiliano. In qualita' di fonici appaiono invece Gilles Martin e Frankie Lievaart. La CGD si interessa fattivamente alla possibilita’ di prendere sotto contratto l’ensemble bolognese, e nel gennaio 1983 i Central Unit firmano per la Compagnia Generale del Disco. La notizia fa il giro d’Italia in pochissimo tempo. Si tratta infatti di un evento, se si considera il periodo storico e soprattutto la musica proposta dal quintetto. In giugno esce "Central Unit", album sottovalutato dal pubblico ma incensato dalla critica. In copertina un altro disegno di Carpinteri. Nel disco l’elettronica e’ al servizio di incubi ancestrali, ma il contatto con la major discografica "annacquera’" in qualche modo la purezza delle scelte musicali precedenti. Si registra in questi mesi la partecipazione alla rassegna internazionale "Milano Suono" a fianco di artisti come Material, Bill Laswell e Ivano Fossati. In occasione di una rassegna di genere all’ITC Teatro di San Lazzaro (Bologna), il gruppo compone ed esegue dal vivo, con l’allestimento scenografico di Ugo Cennamo, una colonna sonora per il film espressionista del 1919 "Il Gabinetto del Dr. Caligari". Poco dopo Caramelli abbandona e non viene sostituito. I Central Unit sono invitati a Berlino nell’ambito del festival "No Wave, No Jazz", a fianco di Fad Gadget, Einsturzende Neubauten e Notorische Reflexe. In aprile ’84, incapace di trovare adeguata collocazione commerciale al prodotto musicale del gruppo bolognese, la CGD scioglie il contratto con i Central Unit. La favola si spezza. Il gruppo si scioglie. Giuliani entra nei Not Machine con Pietropoli e Cristinelli, Nitti continua a comporre. Pietropoli intensifica le sue partecipazioni comparendo nelle formazioni dei Noise Boy, Radio City, Jumping Shoes e Lainz. Nel ’90 il combo si ricostituisce con la formazione originale e l’aggiunta di Federico Lippi Bruni alla chitarra. Viene composto nuovo materiale, che pero’ non supera la fase del demo-tape. Si torna nell’oblio. Dopo altri dieci anni, nell’autunno ’99, i soliti quattro si rimettono al lavoro con il progetto di festeggiare il ventennale con un concerto assieme agli amici Tuxedomoon, ma nell’estate 2000 Nitti deve abbandonare Bologna per motivi di lavoro. Il suo posto viene preso da Riccardo Lolli, gia’ nei Big Fest (tastiere e voce solista). L’ingresso del giovane e geniale tastierista provoca un balzo in avanti nella produzione di nuovi brani. Viene registrato un CD demo. A distanza di diciotto anni dall’ultima uscita discografica, i Central Unit sono pronti per ritornare nei negozi di dischi. Il momento sembra decisamente favorevole. Segno evidente che la band era proiettata verso il futuro gia’ agli inizi degli anni ottanta. "Troppo avanti" o semplicemente "fuori tempo", dipende solo dalle opinioni.
’80, NEW SOUND, NEW WAVE è una rilettura della storia sociale degli anni ’80 da una visuale inedita: quella della provincia italiana. L’analisi della musica di quegli anni, attraverso la rievocazione di eventi di spettacolo realizzati lontano dalle grandi aree metropolitane, ha offerto agli autori di questo volume documentaristico l’opportunità per spiegare e illustrare le ragioni di un successo artistico che la musica new wave raccolse nel decennio dell’edonismo reaganiano, sperimentando sé stessa sui primi palchi alternativi che le improvvisate ribalte di provincia seppero offrire a tanti gruppi e artisti allora emergenti.
Quel successo controverso, e per certi versi sottovalutato, che inizialmente la new wave trovò in provincia rappresenta un raro esempio di affinità culturali e artistiche tra nuovi artisti e nuovo pubblico, un caso di armonia spontanea e non indotta, di tendenza sociologica autentica. La new wave, da molti liquidata sommariamente come cultura musicale preconfezionata, comunicò invece degli slanci che serpeggiarono rapidamente, propagandosi, in ambienti sociali molto diversi e distanti per cultura, estrazione e sensibilità . Rivitalizzò gli stereotipi del punk da cui aveva tratto le proprie iniziali energie, ma coinvolse anche un grande popolo borghese, una maggioranza silenziosa che si lasciò rapire e trasportare da atmosfere robotiche e tecnologiche poi etichettate come ‘futuriste’.
Quella musica fredda ma trascinante trasmetteva velleità di modernismo, visioni apocalittiche ma suggestive, gettava sulla società ombre tenebrose ma affascinanti. Rappresentava una nuova sfida artistica che correva di pari passo con le nuove sfide esistenziali di ogni individuo, quelle che la rivoluzione dei computer intelligenti e della tecnologia al servizio dell’individualismo suggerivano come possibile chiave di volta e risposta alle tante progettualità sociali dei decenni precedenti, spesso contraddittorie, demagogiche, utopistiche, inadeguate o addirittura fallimentari.
La Provincia italiana sorprendentemente rispose per prima a queste sollecitazioni evolute, forse per una necessità di riscatto più forte e più intensa che altrove. Sotto i palchi dei primi concerti dei Bauhaus, dei New Order, dei Simple Minds e di tanti altri, si radunò una comunità di giovani artisti di provincia che talvolta è sopravvissuta alle mode perpetuandosi fino ai giorni nostri, a riprova della propria autenticità e onestà di intenti. Nelle nostre città capita ancora spesso di incontrare delle tribù dark wave, e gli sperimentatori delle sonorità degli ’80 sono a tutt’oggi tra le etnìe più nutrite e feconde del variegato panorama artistico della musica italiana ed internazionale.
L’Associazione Culturale Geophonìe è orgogliosa di aver ricostruito con il lavoro degli autori Giuseppe Basile e Marcello Nitti uno spaccato della cultura musicale italiana altrimenti perduto: quello che emerge dai legami tra culture locali e globali, e che in modo assolutamente originale e inedito riuscì a influire su stili di vita, modelli e società .
Ma ’80, NEW SOUND, NEW WAVE, è anche una storia di artisti di provincia e del loro magico incontro con i grandi musicisti del decennio ’80, il cui passaggio su quei palchi di periferia viene oggi documentato grazie al fervore del collezionismo privato e dei testimoni di quei piccoligrandi eventi.
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Discografia
Singoli
LOVING MACHINERY
Saturday Nite / Rock Onze /
What Use? / Beset City
Data Corporation / L.M. Records - EP 12" – 1982
Album
CENTRAL UNIT
Detective Fredd / Orient
Express / Mas Rapido / Primavera di Kaspar / Grotesque / Bailamme / Mordor / Ou
Pape’ D’ou Marocu / Aiumassah! / Die Flucht Ohne Ende
LP - CGD – 1983
FUORI CATALOGO
DEMOS 2001
Aiumassah / Tube 6 / Henri La
Planete / Mas Rapido / StillSand / Ou Pape’ D'Ou Marocu / Driftaway / Rock Onze
/ Areknames / Tenemos 5 IBM
Promo CD - Autoprodotto - 2001
CENTRAL UNIT + LOVING MACHINERY
Detective Fredd / Orient
Express / Mas Rapido / Primavera di Kaspar / Grotesque / Bailamme / Mordor / Ou
Pape’ d’ou Marocu / Aiumassah! / Die Flucht Ohne Ende / Saturday
Nite / Rock Onze / What Use? / Beset City
CD - MP Records MPRCD043 - Maggio 2003
INTERNAL CUT
Lacroix / Tube 6 / Mas Rapido
/ StillSand / Rock 11 / Internal Cut / Areknames / Until Trance / Riders On
The Storm
CD - MP Records MPRCD044 - Novembre 2004
INTERNAL CUT
CENTRAL UNIT (1983) + LOVING MACHINERY (1982)
Disponibili nei negozi di dischi, presso la MP Records - Via Municipio 5 - 35019 Tombolo (PD)
Tel. 049-9470749 Fax 049-947048
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Sonicrocket (Italia)
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