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Un club di anime..

New Jersey, Detroit, Chicago. Fine degli anni 60. Fine del mondo, forse. Colonne di vinili dalle etichette sgargianti e dal nome improbabile affollano gli ammuffiti magazzini discografici. Materiale condannato all'oblio perché invenduto anche nei negozi. Brani di scarso successo. Inquilini fissi di un dimenticatoio collettivo le cui potenzialità verranno rivelate solo in un altro luogo e in un altro tempo.
Gran Bretagna. Nord. In grandi città industriali come Manchester e Sheffield, popolate quasi esclusivamente da famiglie appartenenti alla working class, aprono i battenti alcuni dei club destinati a diventare il perno della leggenda della sottocultura musicale di genere.
Nelle sale del Mojo e del Twisted Wheel irrompe "the sound of young america". Pezzi di successo ed altri del tutto sconosciuti di etichette d’oltreoceano. La Motown di Detroit fu una delle prime "black major" ad intercettare l'interesse dei britannici per il Soul e già nel 1965 aveva aperto la sua controllata Tamla-Motown UK per riunire produzioni fino ad allora stampate su etichette sussidiarie (London, Fontana e Oriole). Si consolida in questo modo uno dei canali attraverso cui la Soul Music è destinata a diffondersi in Gran Bretagna. Un sound dalle caratteristiche precise che finirono per divenire il centro dell'attenzione di tutti i "soulie": ritmiche in 4 bars, liriche leggere, raramente impegnative. Soprattutto una innata capacità di far ballare. Dinamite nei piedi e pace nell’anima. I giovani britannici vennero attratti da questo sound che pareva fatto apposta per dare sfogo alle frustrazioni di una settimana di duro lavoro.
Altri locali nascono o si specializzano nel nuovo genere, ormai convenzionalmente riconosciuto come Northern Soul. Il Casino Club a Wigan e il Mecca di Blackpool ogni fine settimana aprono le porte a migliaia di persone dalle varie città del Nord che arrivano al solo scopo di partecipare agli all-nighters, ascoltare le novità dei Dj's, dissolversi in straordinari passi sul dancefloor appositamente cosparso di borotalco per favorire il movimento.
Le atmosfere nate durante quei primi pellegrinaggi sono ancora uno degli aspetti più condivisi tra nuovi e vecchi fan di Northern Soul. Una fede sempre viva che ha generato proseliti, “scene”, in quasi ogni paese d'Europa. Ha visto nascere, affermarsi -e talvolta anche scomparire come meteore esaurite- ritrovi di appassionati, DJs, riviste specializzate, networks di informazione e di conoscenze.
Anche il nostro è un soulclub. Un club di anime. Quì e ora.

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