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NE TRAVAILLEZ JAMAIS

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Maggio 2008 - Forlì - Giardino di Lello------------------------------------------------------- ----------------La politica classica distingueva con chiarezza fra zoè e bios, fra vita naturale e vita politica, fra l’uomo come semplice vivente, che aveva il suo luogo nella casa, e l’uomo come soggetto politico, che aveva il suo luogo nella polis. Ebbene, di ciò noi non sappiamo più nulla. Noi non possiamo più distinguere fra zoè e bios, fra la nostra vita biologica di esseri viventi e la nostra esistenza politica, fra ciò che è incomunicabile e muto e ciò che è dicibile e comunicabile. Noi, come ha scritto una volta Foucault, siamo degli animali nella cui politica è in questione la nostra stessa vita di esseri viventi. Vivere nello stato di eccezione divenuto la regola ha significato anche questo: che il nostro privato corpo biologico diventasse indistinguibile dal nostro corpo politico, che esperienze che un tempo si dicevano politiche fossero improvvisamente confinate nel nostro corpo biologico ed esperienze private si presentassero di colpo fuori di noi come corpo politico. Abbiamo dovuto abituarci a pensare e a scrivere in questa confusione di corpi e di luoghi, di esterno e interno, di ciò che è muto e di ciò che ha parola, di ciò che è schiavo e di ciò che è libero, di ciò che è bisogno e di ciò che è desiderio. Ciò ha significato – perchè non confessarlo? – fare esperienza di un’assoluta impotenza, urtarci ogni volta alla solitudine e al mutismo proprio là dove ci aspettavamo compagnia e parole. Abbiamo attraversato come potevamo quest’impotenza, mentre da ogni parte ci circondava il frastuono dei media, che definiva il nuovo spazio politico planetario, dove l’eccezione era diventata la regola. Ma è a partire da questo terreno incerto, da questa zona opaca di in distinzione che dobbiamo oggi ritrovare la via di un’altra politica, di un altro corpo, di un’altra parola. A questa indistinzione di pubblico e privato, di corpo biologico e di corpo politico, di zoè e bios non mi sentirei di rinunciare per nessuna ragione. È qui che devo ritrovare il mio spazio – qui, o in nessun altro luogo. Solo una politica che parta da questa coscienza può interessarmi.da MEZZI SENZA FINE G. Agamben

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Member Since: 09/04/2007
Band Website: www.ammagar.org
Influences: federigo tozzi. ferdinand de saussurre. charles baudelaire.gessu.cementu.il fortino sotto l'asse mediano.il villaggio coppola. la liegi-bastogne-liegi. il Giro del cinquantadue. E. Sanguineti
Record Label: Unsigned

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appunti e ringraziamenti (tour + mahjongg)

grazie a:marco stangherlin per aver creduto alla parola, antonello colaps per averci supportato concretamente, hunter - jeff - josh - dan - michael - morgan per averci accolti nel loro giro italiano, ...
Posted by on Tue, 14 Oct 2008 05:15:00 GMT

GGRRAAZZIIEE/thanks

a: leo, stefano, cuochi patafisici, tutti i ragazzi del circolo a urbino, robi-ales-gerda, l'lsd, blits e tutti i freeghi a milano, miss malone, michele, charlie, paper resistance, le bande,...
Posted by on Sat, 31 Dec 2005 16:00:00 GMT