About Me
La “Baon Bande†nasce originariamente come duo cantastorie all’alba del nuovo millennio. Narrando rustici stornelli ispirati alle vicende dei personaggi che popolano la collina berica, “I Baon†(Denis voce/chitarra/musica/testi e Franco djambee/sintetizzatori) terzi classificati al “Vicenza Student sound show 2001†si fanno strada tra concerti, concertini e feste musicali: grazie a caricature, giochi di parole ed essenziali atmosfere acustiche, che rendono i brani orecchiabili e grotteschi, la gente si diverte, canticchia e danza durante le loro esibizioni. Nell’estate 2003 il duo partecipa al Festival Monteciorock, riscuotendo un discreto successo, tanto che nello stesso anno scrive e incide il jingle che accompagnerà tutto lo svolgimento della manifestazione anche nelle successive edizioni. Nel 2004, la partecipazione a una rassegna di musica popolare tenutasi in Villa Cordellina a Montecchio Maggiore (Vi), spinge i Baon ad arricchire il proprio sound grazie al coinvolgimento di altri musicisti: ha origine così la Baon Bande, gruppo folk-rock che riarrangia alcuni vecchi pezzi, compone nuove ballate si ricerca diverse suggestioni e in un clima sempre fertile e giocoso. La formazione, attraversando una serie di collaborazioni artistiche (tra cui Fabio Cardullo cantautore) è divenuta via via quella attuale.
La Baon Bande è stata invitata in questi anni a numerose manifestazioni musicali e ha suonato in diversi locali, allietando, divertendo e facendo ballare il suo pubblico. Alcune di queste partecipazioni sono: TamasoFest, Perarock, Monteciorock, Rockelo, Takabanda, Jack The Ripper, C.S.C. S. Vito di Leguzzano, Rock De La Madona, Giornata Europea della Musica, Music Project Festival, Riviera Folk Festival.
____________________________________________________________
__VIAGGIANDO NEI TESTI.Non cantiamo dei derelitti, qualcuno meglio di noi sa farlo; i nostri eroi sono la gente comune, contadini, operai, giovani… con sentimenti, speranze ed emozioni tanto semplici quanto speciali, che proviamo a cogliere e fissare attraverso le nostre ballate: “Son contento asà che xe rivà l’istà †(“Sono molto contento dell’arrivo dell’estateâ€).
L’intento principale però è quello di divertirsi e far divertire; di allietare le serate degli innamorati inappagati: “però non podeo mia assarte coa malinconia …te go tolto ‘na sangria†che potremmo tradurre metaforicamente “ti ho regalato un po’ d’allegriaâ€: il messaggio musicale non deve opprimere l’ascoltatore bensì farlo sorridere all’esterno e magari piangere dentro, dato che il confine tra riso e pianto è sempre così sottile "...ridi che tanto c’è tempo anche per il pianto".
Ogni brano è aperto a mille interpretazioni: ognuno a seconda delle contingenze legate alla propria esistenza può scegliersi quella che preferisce, che più ritiene opportuna, che più lo rincuora. Ogni brano è un viaggio dentro se stessi, spesso alla ricerca dell’assenza di dolore, fino ad arrivare (nei casi estremi) all’annullamento dell’individuo “meglio non essere per non soffrireâ€; viaggio reale o figurato, a volte senza meta, a tratti psicadelico tanto che “non si sa se come va a finire, forse per caso si può anche morire (…) non si sa se si può tornare se si è mai pronti a ricominciareâ€.
Il vegnale (il vigneto) rappresenta il locus amoenus originario, fonte di rifugio, riparo e consolazione, luogo ideale di partenza e arrivo di questo percorso di ricerca e riflessione.