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C’è chi parla di vocazione teatrale…no, io no! Un conto è se ne parla la Molinari, ma in bocca a me fa troppo radical chic, no io non me la sento, ho paura…
Perché lo fai?
Oggi mi accorgo che io qui ci sono capitata per caso, ringrazio un dio in cui non so se credo per avermici fatto venire, ma non credo che se le cose fossero andate anche solo un pochino diversamente sarei comunque qui.
Ecco la differenza tra la volontà e il caso. FORSE.
Amo i forse, amo le cose umane, odio gli eccessi. Amo molta musica. Odio vedere la gente piangere, specialmente se non la conosco.
La drammaturgia? È il mio “modoâ€, il mio mezzo, definirla la mia arte mi sembra di nuovo eccessivo, estremamente radical chic, mi fa paura, come prima…
Il teatro è lo specchio di ciò che amo e ciò che odio: un eccesso in teatro spesso stona…
Il teatro è il regno di ciò che è umano: bastano due uomini per fare teatro, di che cos’altro potreste dirlo? Odio i giudizi, che non sono i pareri…
Lo faccio perché non so fare altro? Radical…
Amo far ridere la gente, specie quando non si ride di me…Odio tutto ciò che non è vero, forse per questo odio i radical?
Credo nella giustizia, ultimamente poco in chi l’amministra…
Quello che desidero davvero non si può avere, come il mare a Milano, l’idroscalo è solo un compromesso, ecco, odio i compromessi. Quello che desidererei io è un pochino più importante, ma non si può avere lo stesso… Però ho capito che desidero poter sperare: perché vivere senza la possibilità di sperare, non è mica vivere! Odio le malattie incurabili.
Amo scrivere e questo non mi fa paura: spesso mi fa paura scrivere, ma non mi fa più paura dire che amo farlo. Amo il mio ragazzo, anche se ancora non lo conosco, no, non è che ci conosciamo poco, devo proprio ancora incontrarlo…
Amo mio fratello perché è un gigante vero, amo Shakespeare per lo stesso motivo, amo chi mi raccoglie quando mi perdo e chi mi insegna qualcosa. Amo parlare con mia sorella.
Amo i rapporti semplici, fatti di niente…amo le piccole cose e odio le bevande calde.Ricapitolando:
La drammaturgia è il mio mezzo e il mio rifugio, non so perché ho iniziato a farlo, ma so che oggi lo faccio perché ne ho proprio bisogno. Il teatro è un luogo fatto di uomini, e anche qui: lo faccio perché ho bisogno del confronto. Nella mia vita oggi è importante poter sperare, che è poi anche quello che desidero. Amo ciò che è vero, semplice, concreto e tangibile. Odio la falsità , i sotterfugi gli assoluti e l’incoerenza. Credo nella paura, nella MIA paura, che è sempre con me e che è il termometro di ogni cosa che faccio.Duemilasettecentotrentadue caratteri.Alessandra Scotti. Oggi. 4dc6cb=
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