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Laura Fo, attrice e regista

About Me


ITINERARIO NEL MERAVIGLIOSO
Poesie e prose di Angelo Maria Ripellino
AUDITORIUM DELL'ARA PACIS
20 ottobre 2008, h21
ingresso libero fino ad esaurimeno posti

Chi sono?” Una pazza di teatro” per usare le parole di Angelo Maria Ripellino,uno dei miei poeti preferiti a cui ho dedicato molto del mio tempo e della mia passione per il teatro,costruendo uno spettacolo dal titolo Siate buffi, siate buffi, buonanotte, andato in scena al teatro Studio E. Duse dell’ Accademia d’ Arte Drammatica Silvio D’ Amico e ho qui inserito alcune fotografie.
Da allora ho iniziato una ricerca personale sulla possibilità di raccontare il mondo poetico ed emozionale di un autore attraverso contributi video e animazioni grafiche.Il mio prossimo lavoro sarà un adattamento teatrale da Il libro dell’ inquietudine di F. Pessoa. Lo spettacolo si propone di mettere in scena il campionario lirico di riflessioni esistenziali che Fernando Pessoa scrisse, dietro la maschera di Bernardo Soares, con il titolo Il libro dell’inquietudine. Si tratta di un monologo, costruito attraverso rimandi tematici, cuciti tra loro da proiezioni d’immagini filmate, animazioni e collegamenti musicali. Il “cuore esaltato e triste” di Bernando Soares si rappresenta nello spettacolo della scrittura poetica di Pessoa. La sua vita trascorre tra l’ufficio di Rua dos Douradores dove lavora come contabile, e la sua abitazione, situata sempre nella medesima strada, al quarto piano di un modesto edificio. Rua Dos Douradores. Una strada che per Soares è tutto. Dall’osservatorio della sua finestra, Bernardo Soares contempla Lisbona, la gente, le strade, le nuvole, il vento, la pioggia, il susseguirsi dei giorni fra le veglie e il sonno: e ferma su attonite pagine quella vita di fuori, laggiù, lontana ma così presente. “Dalla vita non voglio altro che sentirla perdersi in questi giardini sbarrati dalla malinconia delle strade che li circondano, e incorniciati, oltre che dai rami alti degli alberi, dal vecchio cielo dove le stelle ricominciano."
”“ Faccio paesaggi con ciò che sento. Se scrivo ciò che sento è perché in tal modo diminuisco la febbre del sentire.”“Faccio paesaggi con ciò che sento”. Ecco la chiave del ‘metodo’ di Bernardo Soares, ed anche del ‘metodo’ teatrale che ho sperimentato in questi anni. In questa direzione, un testo così frammentato e articolato in fughe di evocazioni quale Il libro dell’inquietudine, si propone come un banco di prova ideale. La scommessa è condurre i percorsi fantastici del regista (e, tramite lui, dello spettatore) al più plausibile e suggestivo grado di consonanza con quelli del testo di partenza, facendo sì che un’opera nata come squisitamente letteraria si materializzi sotto gli occhi di chi assiste ¬ – per quanto la “materia” resti, con La Tempesta di Shakespeare, quella “di cui son fatti i sogni”.
Tento dunque di dipingere, come Bernardo Soares, paesaggi tramite le mie sensazioni, sfruttando le risorse della odierna tecnologia. Nel caso del Libro dell’inquietudine, fin dal primo momento mi è sembrato che il mezzo privilegiato per evocare il passo onirico e la sostanza metafisica di questo personaggio fosse – diversamente che per Ripellino e l’Achmàtova – l’animazione per immagini. Lo straniamento fantastico e il sapore di fiaba infantile che vi ineriscono mi sono sembrati il sentiero ideale per raggiungere il cuore di un personaggio allo stesso tempo fittizio e autentico, idiosincratico e universale che, come lui stesso racconta, mentre proietta il futuro nel passato, vive il presente in un continuo doloroso sentire. Questi sono i temi che mi appassionano, forse perché rappresentano quel lato più malinconico e riflessivo della mia persona.. Mi riprometto d’inserire un breve tributo tratto dal dvd prodotto dall’Imaie, a cui sarò eternamente grata. Non so parlare molto di me, preferisco avvalermi delle parole di altri, sicuramente più bravi nello scrivere, per raccontare quello che penso e che sento.
CURRICULUM VITAE
TEATRO:1970
- “Ballata per un Re minore” di S. Spadaccino. Regia di S. Spadaccino.
- “La figlia di Iorio” di G. D’Annunzio. Regia di P. Giuranna. Nel ruolo di Favetta.
1971
- “Iliade” di G. Sbragia. Regia di G. Sbargia. Nel ruolo di Iris.
- “Antonio e Cleopatra” di W. Shakespeare. Regia di L. Vannucchi. Nel ruolo di Iras.
1972
- “Il matrimonio di Figaro” di P.A.C. de Beaumarchais. Regia di A. Pugliese.
- “L’opera del mendicante” di J. Gay. Regia di A. Pugliese. Nel ruolo di Dolly.
1973/74
- “Piccola città” di Th. Wilder. Regia di G. Sbragia. Nel ruolo di Emily.
1975
- “La Cortigiana” di P. Aretino. Regia di G. Sbragia. Nel ruolo di Togna.
- “L’amante militare” di C. Goldoni. Regia di G. Colli. Nel ruolo di cantante strumentalista (musiche di G. Gaslini).
1976
- “La morte di Danton” di G. Buchner. Regia di G. Sbragia. Nel ruolo di Susanne la prostituta.
1977
- “La potenza delle tenebre” di L. Tolstoj. Adattamento e regia di P. Giuranna. Nel ruolo di Ada.
1978
- “Il Commedione di G. G. Belli” di D. Fabbri. Regia di G. Sbragia. Nel ruolo di Popolana.
1979
- “I demoni” di G. Sbargia da F. Dostojevskij. Regia di G. Sbragia. Nel ruolo di Dashenka.
1980
- “Gli amori inquieti” di C. Goldoni. Regia di A. Zucchi. Nel ruolo di Barbara.
1981
- “Becket e il suo re” Regia di A. Trionfo. Nel ruolo di la Regina Eleonora.
1982
- “Molto rumore per nulla” di W. Shakespeare. Regia di A. Zucchi. Nel ruolo di Ero.
1983
- “Elettra” di H. Ofmannsthal. Regia di S. Sequi. Nel ruolo di Crisotemide.
1983
- “I pettegolezzi delle donne” di C. Goldoni. Regia di S. Sequi. Nel ruolo di Beatrice.
1984
- “Lo stratagemma dei bellimbusti” di G. Farquar. Regia di G. De Bosio. Nel ruolo di Cherry.
1985
- “Il Campiello” di C. Goldoni. Regia di S. Sequi. Nel ruolo di Gasparina.
1986
- “Le donne gelose” di C. Goldoni. Regia di G. De Bosio. Nel ruolo di Tonina.
1987
- “Una madre” di M. Gorkij. Regia di S. Sequi. Nel ruolo di Anna.
1988
- “Al teatro d’Alvernia” di Alessandro Fo. Regia di Beno Mazzone. Nel ruolo de La Attrice.
1989
- “Detto tra noi” di A. Ayckbourn. Regia di G. Lombardo Radice. Nel ruolo di Pam.
- “I villeggianti” di M. Gorkij Regia di S. Sequi. Nel ruolo di Olga.
1994
- “Il Corsaro” tratto da una novella del Boccaccio. Compagnia Arnoldo Foa. Regia di Carniti.
1995
- “La Betia” di Ruzante. Regia di G. De Bosio. Nel ruolo di Donna Menega.
1996
- “Autunno e Inverno” di Lars Noren. Regia di Claudio Frosi. Nel ruolo di Eva.
CINEMA:
“Ecco noi per esempio” regia di Sergio Corbucci.
“Don Chisciotte” regia di Maurizio Scaparro.
“Festival” regia di Pupi Avati.
“La Repubblica di S.Gennaro” regia di Massimo Costa
TELEVISIONE:
1997
“Mamma per caso” regia di S. Martino. Nel ruolo dell’Avvocatessa.
1998
“Lui e Lei” regia di L. Mannuzzi.
“Doppio segreto” regia di Marcello Cesena.
1998/99
“Caro domani” regia di Maria Antonia Avati.
2001
“ Carabinieri”sec serie
2005
“Butta la luna” regia di Vittorio Sindoni
Nel 2002 ha lavorato per L’ Accademia D’ Arte Drammatica di Roma in qualità di regista mettendo in scena per gli allievi del corso di specializzazione il testo “Siate buffi, siate buffi, buonanotte” poesie e prose di Angelo Maria Ripellino a cura di Laura Fo

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Quando pensi cosa ti lega al mondo
stenti a crederci: un niente,
la chiave notturna d’una casa altrui,
un soldino d’argento in tasca,
la furtiva celluloide di un film…

Osip Mandel’stam

Signori, odora di trucco la vita!
Quando, attraverso fragili orizzonti,
mi spruzza d’improvviso sulle guance
la risata omerica del mare,
quando una rana scoppia nel pantano,
quando dagli astri sgorga sangue d’oro,
nell’aria annuso il trucco, la nebbia
perlacea della scena, la colla e il cartone.
Dietro le quinte incrostate di muffa,
come nel guercio cavallo di Troia,
si nascondono turbe di parole,
bambole e larve vocali che un giorno,
rinchiuse in globi di fiamma,
volarono dal grido degli attori.
I suoni, cuciti con fili di paglia,
con rossi legacci, con strisce fangose,
privi di parte, spogli di conflitto,
gelidi stanno tra le umide quinte,
pronti al Giudizio Finale.
Nei tempi del pretempo, oltre il diluvio,
dormivano i suoni in un letto di crine,
ma con pennelli e scatole di trucco
venne una rosa a destarli, giuliva,
seguita da perfide trombe. Una rosa.

Angelo Maria Ripellino

Ci si ricorda meglio delle cose più lontane.
Ciò che è vicino è immerso nella luce del crepuscolo.

Elias Canetti (Un regno di matite)

[….] ciò che spinge a scrivere non è tanto una preoccupazione per la caducità della propria carne quanto l’impulso a salvare certe cose del proprio mondo-della propria civiltà personale,della propria continuità non-semantica.L’arte non è una esistenza migliore, ma è una esistenza alternativa;non è un tentativo di sfuggire alla realtà, ma il contrario, il tentativo di animarla. E’ uno spirito che cerca la carne ma trova parole.
Iosif Brodskij
(Fuga da Bisanzio Il figlio della civiltà)

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