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Articolo sulla rivista UBIX numero 12 di Febbraio 2008
Ultimamente c’è molto fermento a Roma ed in particolare tra gli artisti romani. Dopo un decennio di grandi conquiste, con i Fabi e i Gazzè e i Silvestri e i Britti sembrava fosse calato il sipario sulla capitale a favore del Salento e di altre zone del Sud Italia. Finalmente si ritorna a scrivere buona musica nella città eterna e Jacopo Ratini fa parte di questa rinascita. Ha i capelli neri e ricci ma sembra che non averli sia impossibile considerando Cristicchi, Patrizi e Bussoletti. Ha anche una verve ironica notevole che spicca nell’episodio più riuscito dell’album “New Generationâ€. “I tuoi tredici anni come i miei diciotto†è la frase che racchiude la nuova generazione di ragazzi che vivono le emozioni sempre più in fretta e spesso all’insaputa delle famiglie incapaci di vedere realmente come crescono i loro ragazzi, “…ieri qualcuno ti ha amata e pensare che mamma e papà ti credevano sui banchi di scuolaâ€. Grande attenzione merita la musica de “L’atmosferica†che presenta chitarre acustiche fresche, alla Rino Gaetano, e una parte ritmica molto inglese. Il ritornello è notevole perché apre armonicamente e si lascia ricordare facilmente. Non mancano momenti in cui Ratini utilizza un linguaggio schietto, al limite del volgare, ma sempre con un fine più elevato. Per esempio in “L’ormone†analizza l’impulso sessuale che si scatena durante il periodo estivo e, abbandonando falsi moralismi e perbenismi, sentenzia “… le donne credono che l’uomo sia animale ma loro come noi sono un po’ maialeâ€. Messaggio forte e politicamente scorretto ma estremamente veritiero. Jacopo è un ragazzo che ha conseguito la laurea specialistica in Psicologia del lavoro e delle organizzazioni e che ha vissuto, per il progetto Erasmus, sei mesi in Spagna. Queste esperienze di vita si ritrovano nel suo stile di scrittura che è leggero ma mai banale. In ogni brano c’è la volontà di mettere sotto la lente d’ingrandimento qualche problema che la nostra società conosce realmente. Che sia un bene o che sia un male nei suoi brani non si parla di Africa né di Terzo Mondo ma solo di cose vissute direttamente sulla sua pelle. “Non svegliarmi†per esempio è il grido di un ragazzo che non vuole abbandonare i propri sogni per vivere come gli altri gli vorrebbero imporre. Il cantautore romano ha anche un carattere istrionico che l’ha portato a partecipare alle selezioni per il programma televisivo “Amiciâ€, raggiungendo l’ultima selezione andata in onda su Canale 5. Suona voce e chitarra ovunque per Roma e da lì è nata l’idea per un brano che, secondo noi, è una piccola chicca del disco. “Fiori Rossi, Fiori di Crespo†è una rivisitazione del famoso pezzo di Lucio Battisti che Ratini ha trasformato goliardicamente in una indovinata sfilza di nomi di calciatori e dei loro recenti passati di mercato che risulta molto musicale ma, ovviamente, anche molto divertente “Dimmi Del Piero, dimmi che il Cervia non l’allena più Galliani. Ieri era Moggi e Moggi è già Gallianiâ€. Il talento di questo cantautore è già presente, e questo è un dono unico.
Da scoprire.
Articolo scritto da Francesca Vizioli.
QUELLI COME NOI (Poesia di Jacopo Ratini)
Quelli come noi
che credono che il mondo
si possa cambiare con una canzone.
Quelli che raramente si svegliano riposati
e che raramente si riaddormentano una volta alzati.
Quelli come noi
che hanno avuto tutto ma che non hanno avuto niente.
Quelli che amano fare mille progetti
ma che ne non portano mai a compimento nessuno.
Quelli che hanno il cervello fumante e l’anima ardente,
che hanno il cuore di ghiaccio ma bruciano facilmente.
Quelli come noi
che non hanno né arte né parte,
ma che amano improvvisare;
che hanno talento da vendere
ma che non si desiderano perfezionare.
Quelli che pensano sempre
che parlano sempre,
che cantano sempre.
Quelli che rimpiangono spesso,
che rimuginano spesso,
che si lamentano spesso.
Quelli che spesso e volentieri dicono:
“Dovrei farlo ma ora non ne ho proprio vogliaâ€.
Quelli a cui piacciono troppo le donne.
Quelli che le sognano tutte
ma che baciano solo le elette.
Quelli che badano al particolare
e a cui piacciono grandi le tette.
Quelli come noi:
quelli di pancia, di petto, di gola.
Quelli che non trovano logico fare sega a scuola.
Quelli che non sono iscritti a un partito.
Quelli che in fondo se la legano al dito.
Quelli che a testa o croce scelgono sempre la croce.
Quelli che la sera rimangono sempre con un misero filo di voce.
Quelli che amano mischiare i sapori.
Quelli che non credono ad un mercoledì da leoni.
Quelli spregiudicati
che non amano essere giudicati.
Quelli che sul palco si sentono bene
ma sotto al palco si sentono meno bene.
Quelli che vogliono bene ma che non amano spesso,
perché amare gli altri comporta toglier qualcosa a se stesso.
Quelli che credono che non ci sia solo cielo
e che dietro alle stelle si nasconda un mistero.
Quelli che ripensandoci bene capiscono in fretta qual’ è lo sbaglio
ma che spesso, purtroppo, si fanno tradir dall’orgoglio.
Quelli che vedendo una stella cadente non amano esprimere niente.
Quelli che vivono un po’ alla giornata
e che amano gli si canti la serenata.
Quelli che hanno duemila difetti
ma davanti allo specchio si vedon perfetti.
Quelli a cui piacciono gli animali degli altri
ma che in casa loro non vogliono né cani né gatti.
Quelli che sperano che la fortuna, un giorno, gli passi a bussare
perché sanno che è più faticoso andarla a cercare.
Quelli come noi
che non saranno mai troppo simpatici
a quelli come voi.