Look Into Me
[...]
Nessuno ha mai saputo ove conducano
gl’intestini contorti della Terra;
di notte talvolta par di udire
vagiti d’infelici creature
che chiamano da grotte subacquee
in cui la pianta della vita è conculcata
ma forse ancora viva, aggrappata
come un’ostrica alle buie pareti
col suo piccolo alito caldo
e la piccola speranza animalesca;
forse in quelle tenebre scompaiono
ormai ridotti a mostruosi organismi
i deboli e gl’incauti, i peccatori
che hanno abbandonato ogni speranza
e che il peso del corpo ha affondato
nelle spire ribollenti dell’oceano;
con gli occhi sbigottiti che s’aprono
e subito per sempre si richiudono,
per un istante intravedono sul fondo
il grande Buco Nero della Morte
che fuoriesce da quest’orrido universo
inghiottendo nel suo gorgo anime e cose.
[...]
[...]
Muore nello stesso modo in cui si fa l'amore,
ma nella purezza (casta) e l'imbecillità della morte:
la febbre e l'agonia la trasfigurano. Il carnefice la
percuote, Simone è indifferente ai colpi, indifferente
alle parole della devota, perduta nel travaglio
dell'agonia. Non è assolutamente un piacere erotico, è
molto di più. Ma senza uscita. Non è neppure masochismo e,
nel profondo, la sua esaltazione è più grande di quanto
l'immaginazione possa concepire, supera tutto.
Ma sono la solitudine e l'assenza di senso a fondarla.
Poveri istinti domati a frustate.
Rospi bavosi si sono arrogati
il diritto di definire il bene e il male,
a partire dall'angoscia della loro colpa.
C.C.