mi verrebbe da chiedermi se aveva ragione chi ha scritto che "la vita è tutto quello che ci accade quando siamo impegnati a fare altro".
inizio quasi a pensare che sia proprio vero, che il fine ultimo non esiste o se esiste, e dico se, assolutamente non lo possiamo stabilire noi: ok, d'accordo, possiamo correggere il tiro ma la gittata sarà sempre troppo corta. e di questo ne sono quasi convinto. è una sorta di legge di Murphy: se qualcosa potrà andare storto, lo farà sicuramente.
ci ritroviamo così ad altalenare tra perfide emozioni ben calcolate e calcolatrici, piccoli dolori che sommati insieme fanno i dolori di una vita e indefinite sensazioni sfuggevoli di armonia.
ci ritroviamo così nell'altalenare della nostra mente, ormai poco abiutata proprio al pensare, al cercare di capire il perchè, non il come, il perchè: il come è la via più corta, quella più semplice, una sorta di navigatore satellitare, "svolta qui che ci metterai meno, resterai ingnorante ma ci metterai meno degli altri e sarai più bravo e ti applauderanno".
ci ritroviamo così nell'altalenare dei sentimenti delle persone che ci portiamo appresso, costretti a sorridere a denti stretti anche a chi vorresti, probabilmente, tagliare la lingua e ficcargliela in gola, solo per non sentire più chiacchiere di infima categoria o di consigli su qualsiasi fatto che accade/accadrà :finanzamondocronacamusicaletteraturafisicaqu antisticareligione.
vaffanculo.
belle brutte simpatiche antipatiche troie suore puttanieri preti direttori operai dittatori girotondini..un nome per tutto, un giudizio sul niente. giudizio riflesso che da energia, ci colloca in qualche modo, da qualche parte, in relazione agli altri. sono di più(o meno) del puttaniere ma meno(o più) di uno bello perchè il bello risulta molte volte simpatico (forse) e io simpatico non lo sono (o almeno non me l'ha detto nessuno) però potrei essere bello per qualcuno che, si dice, il bello è relativo ..ma se il bello è operaio?dove si colloca nella scala? E se uno è brutto ma è direttore (direttore non dittatore che cambia, di poco, ma cambia)? io chi cazzo.. anzi, che cazzo sono alla fine?
Uno - nessuno – centomila.
Ecco la risposta.
e poi ci ritroviamo nell'altalenare della nostra anima, ormai troppo piccola, persa in un contenitore troppo grande che nemmeno ci ricordiamo più che c'è. Che quasi ci viene paura a passare davanti agli specchi..paura che non rifletta più la nostra immagine.
Fedeli alla linea
La linea che non c’è
La linea che divide
La linea che può unire
La linea della perdita
Unica consolazione
Un giorno finiremo tra l'erba e la brina di novembre, la punta del naso rossa come una mela, a bere bevande proibite e a fumare misture proibite.
Proclameremo “Ok Computer†il nostro disco ossessione del momento.Così fermamente convinti che gli alberi non potranno che assecondarci e l'importanza del nostro volere durerà fino al prossimo capodanno lunare.
("canta il capodanno lunare/la terra che fiorisce/la vita si rivela")
Poi rimonteremo tutto.
Tendoni enormi colorati.
Porteremo gli elefanti a scrollarsi di dosso l'inverno in qualche altro posto.
E in un lungo serpente di camion, vagabondi e colorati, il circo lascerà la città .
noi giovani,
noi (ex) suonatori di concerti,
noi artistoidi,
noi schizzati,
noi autori,
noi fedeliallalineachenonc’è,
noi benedetti ragazzi,
noi grazie per l'add,
noi complimenti per la tua musica,
noi indefessi bastardi,
noi belli strafatti,
dagli occhi sfatti,
per sempre fuori dibattito.