SilverSide

Un giorno il sole si dimenticò di splendere. Alcune persone dormirono, facendo finta che fosse un'altra notte, altre fecero tutto come se niente fosse: andarono a scuola, a lavoro, per strada...Esattamente in quel giorno ( o in quella notte, come preferite... ) , fra mozziconi di sigarette, in un albergo di periferia, i viaggiatori giacevano inermi sulle moquettes maledettamente polverose e maledettamente rosse, tramortiti dal freddo, dai superalcolici e dall'odio. Davanti a loro una finestra e un paesaggio che non era mai stato così nitido, come ad incoraggiarli a saltare. Era tutto così facile...No, il senso di responsabilità aggrappato alle loro ginocchia li trattenne. Se qualcuno avesse dovuto porre fine alla loro esistenza sarebbe stata la vita stessa. Lento soffocamento in una gabbia senza pareti. Come scappare? La verità è che ormai non c'era più differenza: il giorno, la notte, l'amore, la guerra... tutto era un grigio miscuglio di felici e malinconici ricordi che si susseguivano sulle onde lente della marea nera.Liberi di non sentire niente. Di lasciarsi come cadere rimanendo sdraiati sul pavimento... il mondo gira dentro una lacrima, ma non li tocca. Il mondo là fuori sta morendo e nei loro polmoni germoglia il seme del nonritorno. Quattro insignificanti moscerini presi nella ragnatela, che non si chiedono quando il mostro gli sarà addosso, o quando il cuore si stancherà di battere.Tutto quello che sanno è che non vogliono tornare a casa.