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-NOVEMBER DELTA-
"november 01"
Sottratto alla propria abitazione il piccolo Mortimer (?)
Morinini
La tata con la faccia sbattuta di muro, con le vesti
intrise d’urina e di grida: -Troia! Troia!
La camera del bimbo: -Muoviti stronzetto!- -Mamma ha detto
di non uscire- -Ti rapo a zero, muoviti!-
Mucchio esagonale di capelli permane presso il letto
Recapitato messaggio: “Datemi due milioni miglioni, anzi
migliardi, se volete rivedere vivo Mormett,
Morgliem, Morten, Momer, Mortirl…
Vaffanculo l’ammazzo
Firmato: Nofroni Domenico November Delta
"November 03"
Dissequestrata sorella Pichichi, ordine Santa Intereccion
Ses de la manana, ‘rcoddue
Buttata di lividi di chiappa, giù di macchina 30 Km/h.
circa, di bocca opima di sperma e sussurri: -Sborra, si dice sborra-
Di mistiche visioni, madonne, madonnine, Madonie, normale bollita di rosari
Approssimative indagini rivelano non segni premonitori,
precognitivi: tarocchi, palle di vetro, fondi di caffè, fegato d’oca, paté
Non nessuno ha scorto macchina gialla con adesivo
sfuggente: -November Delta have been here!-
"November 05"
Di cacca statua imbrattata
Di puzza senziente stagnante schifa
Che ridendo: -E se i piccioni? perché no io, perché?-
Perché? perché che?
Di merda merdosa zozza schifosa
Di sborra di bocca la statua semiaperta (la bocca)
Di baci in fronte: -Godi maiala…un po’ diaccina…-
A priori, diciamo, scartata l’ipotesi
A priori, diciamo, November Delta
Gli inquirenti indagano, ma poco, perseguono, un po’ così
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baristi
"MACCHIASCANDONA"
Trading post sulla strada del mare, o della palude
o verso la Maremma, o le colline
che si fermano i camionisti in fuga dalla SS n.1 (Aurelia)
e lei che già alle diciannove ha confezionato le decine di panini
burro e acciughe, mortadella (che ne va via una da 80 Kg. ogni quindici giorni), capocollo
e che li ha mesciuti a centinaia i bicchieri (più rossi che bianchi)
si smarmella lunga sul bancone e ci spiaccica sopra le tette
dopo aver buttato lì vodka e una sambuca (colla mosca)
Questa è l’ora buona, c’è da pensare
Fa caldo, dice e si sventola con entrambe le mani davanti al viso
chiede com’era al mare
non eravamo al mare, non andiamo al mare
palude, siamo stati alla palude (davvero)
"MINORI"
Teppaglia d’emuli garibaldini, diciassettenni in assetto di guerra, calati come orda
“Minori e Maiori†gita d’istruzione (anche senza apostrofo) come dire “si fa l’Italia o si muoreâ€
“Ad Amalfi, ad Amalfi†è l’esortazione con cui ci imbarchiamo sul pullman di linea
la strada di curve e strapiombi, ed urla e vomito
che è servita più di fortificazioni e cannoni a respingere gli stranieri
E noi saraceni di mezza tacca, dopo appena un’ora di tradotta da 300 metri orari
già ci siamo arresi e ‘fanculo le velleità turistiche
‘fanculo la visita alla Repubblica Marinara, il gemellaggio gastronomico, ludico, culturale
sentimentale, magari, lubrico, semmai
‘Fanculo e andiamocene a bere e schiamazzare nel più vicino bar
la donna che sta dietro al banco di un posto che dignitosamente snob stona con l’aria di porto che lo circonda
e stona, persino, con la sua stessa presenza
mesce vino e birra e tonica con lo stesso atteggiamento furbescamente servile
e chiede, probabilmente, di dove veniamo
ridiamo dell’incomprensibile idioma, ridiamo, adolescenti toscani, incolpevoli sciovinisti
che la scuola c’insegna detentori e diffusori della lingua la più pura
Ride la signora, anche lei, e dice ad un’amica: “Nun capischcono, so’ franciseâ€
"SANTANGELO IN COLLE"
Era bello quando da bimbo mi portavano aldilà dei monti
era sempre il viaggio, Amiata senese, geografia ignota
in quei paesi c’era l’odore della Primavera e un po’ di muffa, di mattoni e salnitro
terra di Brunello, dicevano, e il paesaggio era di vigne e poi di vigne
mi piacevano i salami appesi alle travi nelle osterie ed il formaggio
il capocollo foderato con la carta
Gli adulti si gustano il vino, io non posso, non ancora
mugolo una richiesta inusitata: un’aranciata amara
la signora rinsecchita dietro al banco sorride benevola,
borbotta spolverando una bottiglia verde opaco che conserva inutilizzata alle sue spalle
la tiene che non si sa mai
versa il caldo liquido nel bicchiere e me lo porge
È pompelmo, non protesto, bevo e penso: è pompelmo