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rametto di rosmarino

I am here for Friends

About Me

ciao a tutti...sono Laura, ho 30 anni e ho una grande passione per la musica...infatti ho lavorato per oltre 8 anni in un'etichetta discografica indipendente, al momento invece sono in stand-by, casalinga ma non ancora disperata alla ricerca di un lavoro che mi gratifichi ma soprattutto alla ricerca di un gruppo con cui lavorare di persone sincere ed oneste...beh...sò già che è un'utopia al giorno oggi quindi forse molto presto diventerò casalinga e del tutto disperata. Odio...tutto ciò che delimita "i miei spazi e bisogni". Adoro ogni forma di arte, espressione, libera "arte del vivere" di ogni persona...amo la diversità, le mille sfaccettature che essa regala.. Adoro essere me stessa, così, semplicemente, adoro il profumo del rosmarino e dell'erba appena tagliata, o della terra subito dopo la pioggia...l'odore del bosco, il suo silenzio, adoro le persone che riescono ad accettarmi per quella che sono..difficile si ma pur sempre Laura!!!Tra le varie catene internettiane che mi arrivano giornalmente via e-mail un'amica mi ha mandato questa...la trovo semplicemente splendida..ed in gran parte è lo specchio della mia vita, dei miei ricordi e chissà...magari per molti di voi sarà così..o perlomeno della generazione x come la mia. buona lettura.Abbiamo pianto per CandyCandy come siamo riusciti a sopravvivere? Lo scopo di questa missiva è quello di rendere giustizia a una generazione, la nostra, quelli che vedono la casa acquistata allora dai nostri genitori valere oggi 20 o 30 volte tanto, e che pagheranno la propria fino ai 50 anni. Noi non abbiamo fatto la Guerra, né abbiamo visto lo sbarco sulla luna, non abbiamo vissuto gli anni di piombo, né abbiamo votato il referendum per l’aborto e la nostra memoria storica comincia coi Mondiali di Italia ‘90. Per non aver vissuto direttamente il ‘68 ci dicono che non abbiamo ideali, mentre ne sappiamo di politica più di quanto credono e più di quanto sapranno mai i nostri fratelli minori e discendenti. Babbo Natale non sempre ci portava ciò che chiedevamo, però ci sentivamo dire, e lo sentiamo ancora, che abbiamo avuto tutto, nonostante quelli che sono venuti dopo di noi sì che hanno avuto tutto, e nessuno glielo dice. Siamo l’ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie, a saltare la corda, a giocare a lupo, a unduetrestella, e allo stesso tempo i primi ad aver giocato coi videogiochi, ad essere andati ai parchi di divertimento o aver visto i cartoni animati a colori. Abbiamo indossato pantaloni a campana, a sigaretta, a zampa di elefante e con la cucitura storta; la nostra prima tuta è stata blu con bande bianche sulle maniche e le nostre prime scarpe da ginnastica di marca le abbiamo avute dopo i 10 anni. Andavamo a scuola quando il 1 novembre era il giorno dei Santi e non Halloween, quando ancora si veniva bocciati, siamo stati gli ultimi a fare la Maturità e i pionieri del 3+2... Siamo stati etichettati come "Generazione X" e abbiamo dovuto sorbirci Sentieri e i Visitors, Twin Peaks e Beverly Hills (ti piacquero allora, vai a rivederli adesso, vedrai che delusione). Abbiamo pianto per CandyCandy, ci siamo innamorate dei fratelli di Georgie, abbiamo riso con Spank, ballato con Heather Parisi, cantato con Cristina D’Avena e imparato la mitologia greca con Pollon. Siamo una generazione che ha visto Maradona fare campagne contro la droga. Siamo i primi ad essere entrati nel mondo del lavoro come Co. Co. Co. e quelli per cui non gli costa niente licenziarci. Ci ricordano sempre fatti accaduti prima che nascessimo, come se non avessimo vissuto nessun avvenimento storico. Abbiamo imparato che cos’è il terrorismo, abbiamo visto cadere il muro di Berlino, e Clinton avere relazioni improprie con la segretaria nella Stanza Ovale; siamo state le più giovani vittime di Cernobyl; quelli della nostra generazione l’hanno fatta la guerra (Kosovo, Afghanistan, Iraq, ecc.); abbiamo gridato "No Nato, fuori le basi dall’Italia", senza sapere molto bene cosa significasse, per poi capirlo di colpo un 11 di settembre. Abbiamo imparato a programmare un videoregistratore prima di chiunque altro, abbiamo giocato a PacMan, odiamo Bill Gates e credevamo che internet sarebbe stato un mondo libero. Siamo la generazione di Bim Bum Bam, di ClementinaeilPiccoloMugnaioBianco e del Drivein. Siamo la generazione che andò al cinema a vedere i film di Bud Spencer e Terence Hill. Quelli cresciuti ascoltando gli Europe e Nik Kamen, e gli ultimi a usare dei gettoni del telefono. Ci siamo emozionati con Superman, ET o Alla Ricerca dell’Arca Perduta. Bevevamo il Billy e mangiavamo le Big Bubble, ma neanche le Hubba Bubba erano male; al supermercato le cassiere ci davano le caramelline di zucchero come resto. Siamo la generazione di Crystal Ball ("con Crystal Ball ci puoi giocare..."), delle sorprese del Mulino Bianco, dei mattoncini Lego a forma di mattoncino, dei Puffi, i Voltrons, Magnum P. I., Holly e Benji, Mimì Ayuara, l’Incredibile Hulk, Poochie, Yattaman, Iridella, HeMan, Lamù, Creamy, Kiss Me Licia, i Barbapapà, i MiniPony, le MicroMachine, Big Jim e la casa di Barbie di cartone ma con l’ascensore. La generazione che ancora si chiede se Mila e Shiro alla fine vanno insieme. La generazione che non ricorda l’Italia Mondiale ‘82, e che ci viene un riso smorzato quando ci vogliono dare a bere che l’Italia di quest’anno è la favorita... L’ultima generazione a vedere il proprio padre caricare il portapacchi della macchina all’inverosimile per andare in vacanza 15 giorni. L’ultima generazione degli spinelli... Guardandoci indietro è difficile credere che siamo ancora vivi: viaggiavamo in macchina senza cinture, senza seggiolini speciali e senza airbag; facevamo viaggi di 10/12 ore e non soffrivamo di sindrome da classe turista. Non avevamo porte con protezioni, armadi o flaconi di medicinali con chiusure a prova di bambino. Andavamo in bicicletta senza casco né protezioni per le ginocchia o i gomiti. Le altalene erano di ferro con gli spigoli vivi e il gioco delle penitenze era bestiale. Non c’erano i cellulari. Andavamo a scuola carichi di libri e quaderni, tutti infilati in una cartella che raramente aveva gli spallacci imbottiti, e tanto meno le rotelle. Mangiavamo dolci e bevevamo bibite, ma non eravamo obesi, al limite uno era grasso e fine. Ci attaccavamo alla stessa bottiglia per bere e nessuno si è mai infettato. Ci trasmettevamo solo i pidocchi a scuola, cosa che le nostre madri sistemavamo lavandoci la testa con l’aceto. Non avevamo Playstation, Nintendo 64, videogiochi, 99 canali televisivi, dolbysurround, cellulari, computer e Internet, però ce la spassavamo tirandoci gavettoni e rotolandoci per terra tirando su di tutto; bevevamo l’acqua direttamente dalle fontane dei parchi, acqua non imbottigliata, che bevono anche i cani. E le ragazze si intortavano inseguendole per toccar loro il sedere e giocando al gioco della bottiglia o a quello della verità, non in una chat dicendo ":): D: P". Abbiamo avuto libertà, fallimenti, successi e responsabilità e abbiamo imparato a crescere con tutto ciò. Tu sei uno di nostri? Congratulazioni! Invia questo a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di crescere come bambini.(anonimo da Internet)

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