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Pierluigi Lucadei

About Me

“Uno si mette a scrivere perché non è stato capace di picchiare un autista che l’ha reso ridicolo, perché non ha fracassato i piatti in un ristorante, perché non ha affrontato un poliziotto fuori di testa che insultava la sua ragazza… perché ha bisogno di un alibi per non lavorare, perché lo fa sentire superiore, perché ha letto un paio di romanzi sul Far West e vuole entrare in concorrenza, perché è un cowboy senza cavallo… perché non gli lasciano mettere le mani addosso alle reginette di bellezza, perché è magro come un chiodo e non c’è niente da fare… perché ha paura di andare alla deriva senza far nulla, perché non può bere ogni sera, perché ama Dio ma odia le associazioni senza fini di lucro… perché la moglie del vicino è un bonbon, perché ha paura di restare calvo e per questo evita gli specchi. Uno si mette a scrivere perché non osa rapinare un supermercato, perché ama una donna e lei è la fidanzata del gallo del quartiere… perché non ci sono illusioni né luce alla fine del tunnel, perché la sua mente vola basso e non sarà mai un altro Cioran, perché non ha il coraggio di saltare, perché non vuole la moglie brutta che si merita, perché ha paura di morire senza aver assaggiato un bel culetto… perché non sa sputare come Clint Eastwood, perché rimane impantanato tra un’intenzione e l’altra, perché c’era una volta l’amore ma ho dovuto ammazzarlo… Il bello è che scrivere non serve a nulla di ciò che uno vuole. Scrivere è un limite, un dolore, un difetto in più. Il bello è che dopo averlo fatto stai malissimo. Niente è cambiato, tutto rimane al suo posto (tranne i tuoi fottuti capelli), Pelè non torna in campo… Il brutto è che scrivere non ti guarisce dai tuoi impulsi assassini, che rapinare un supermercato rimane il tuo obiettivo impossibile. Il brutto è che desideri ancora un amore indimenticabile… Il brutto è che scrivere serve a tutto quello che tu non vuoi.”

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