About Me
Oggetto della ricerca è il rapporto che intercorre tra l’applicazione e la superficie plastica del quadro, tra il finito dell’ ornamento e l’infinito di un spazio nel quale invece è immerso. Applicazione che non presenta nessun valore in se, se non quello della leggerezza, della capacità di catturare la luce per poi rifletterla, in realtà non è altro che un mero pretesto, un semplice elemento in rapporto al quale si distende lo spazio circostante. Un elemento la cui funzione principale è quella di rappresentare un riferimento fisico da cui partire per prendere poi coscienza , consapevolezza della dimensione di vuoto nella quale è inserito. In questo senso l’oggetto dell’ applicazione è del tutto irrilevante, mattoni, bulloni, acciaio, materiali di per se diversi e disparati che non presentano apparentemente nessun legame tra di loro se non quello appunto di rappresentare un appiglio per lo sguardo.
Ciò che realmente interessa dell’ oggetto è ciò a cui esso rimanda, ovvero il nulla, l’assenza, il vuoto di una superficie piena solo del suo vuoto. Vuoto a cui non corrisponde nessun pieno, è un negativo che rimane tale. Lo sguardo scivola, scorre lungo un percorso senza mai fermarsi, la stessa superficie plastica riflette la luce, impermeabile e schiva a qualsiasi tentativo di ancoraggio. Una superficie che si concede con la forza del colore e nello stesso tempo e con altrettanta forza si allontana, si ripiega, si rifugia in una forma che non è figura ma che rimane identica a se stessa ponendosi come sostanza. Oggetto della ricerca è sì dunque il rapporto tra applicazione e spazio, tra il finito dell’oggetto e l’infinito della superficie ma ancor di più è il rapporto di equilibrio tra ciò che si vede, appare, e ciò che invece e teso a celarsi. Una dinamica, una dialettica che si sviluppa lungo un processo creativo, una speculazione teoretica che pone come fondante non il gesto, la pennellata, il segno bensì la riflessione, il pensiero, il concetto.