Rione Junno è costituito da giovani interpreti esperti nelle tecniche musicali derivanti dallo straordinario stile garganico. Monte Sant’Angelo (Foggia/PUGLIA) è uno dei centri fondamentali legati alla magia del tamburello e della chitarra battente. Proprio Monte Sant’Angelo e il suo rione “Junnoâ€, il quartiere di epoca pre-romana da cui prende il nome, sono il punto di partenza della ricerca del gruppo che ne ha riscoperto storia ed usanze con un occhio particolarmente attento alla musica, al canto, al ballo e agli strumenti della tradizione.
Lontano dalle insidie del folklorismo deteriore, ma inserito nell’onda alternativa e contemporanea della musica etnica, Rione Junno ha realizzato lo scarto necessario per elevarsi al di sopra di una piatta e sterile rivisitazione folclorica.Il percorso di Rione Junno inizia concretamente nel 2002 quando si costituisce in Associazione Culturale con lo scopo di riscoprire e custodire l’immenso patrimonio culturale e musicale del Gargano e di tutto il Sud Italia e soprattutto di diffonderlo, cercando sempre delle strade alternative entro le quali muoversi.
Negli anni successivi Rione Junno entra stabilmente in “Taranta Powerâ€, il movimento fondato da Eugenio Bennato, riconosciuto come uno tra i massimi rappresentanti della nuova proposta musicale radicata nella tradizione ma rivolta al futuro.Tarant Beat Project (Rai Trade/Cni 2008) è il frutto dell’intenso lavoro del gruppo. Il disco nasce dalla voglia di accostare due realtà apparentemente incompatibili come la taranta, la più sentita e radicata espressione musicale della terra meridionale, e il contemporaneo “beat†elettronico.
È un disco che nasce, inoltre, dalla consapevolezza che la musica delle radici e della tradizione, per continuare a trasmettere la sua naturale vitalità , impone ai suoi interpreti un atteggiamento fatto di puro istinto, figlio non solo della nostra storia ma anche di un’esperienza quotidiana ed attuale ricca di suoni, immagini, voci, contaminazioni culturali, rumori della strada e sonorità del nostro tempo.
Il risultato è un amalgama di ritmi antichi e moderni che si accostano, uniscono, confondono, separano e rimescolano. Un “labor limae†che coinvolge anche l’aspetto più strettamente grafico del disco: in copertina, l’accostamento del viola e del marrone, rispettivamente il colore del beat e quello della terra, della taranta.Il primo singolo estratto da Tarant Beat Project, “Figlia figliaâ€, è stato accompagnato dal videoclip ufficiale girato interamente sul Gargano nel dicembre 2008 e diretto dal regista Jerome Bellavista Caltagirone che, fin dal suo lancio in rete, ha riscosso e continua a riscuotere numerosissimi consensi.
Il video non poteva che giocarsi tutto sull’incontro-scontro degli opposti, non solo per quanto riguarda le sequenze di immagini che si susseguono con lo stesso incalzare della musica e si impongono con prepotenza l’una sull’altra, ma anche per quanto riguarda la scelta delle location: una continua lotta tra centro storico e periferia degradata, sul cui sfondo si avvicendano da una parte i passi di un’atipica taranta senegalese e dall’altra il tradizionale ondeggiare dei foulard rossi delle ballerine.Tarant Beat Project si fregia, inoltre, di numerose ed importanti collaborazioni di artisti italiani ed internazionali di spicco tra cui: Eugenio Bennato, Sha-One (La Famiglia), Elio 100grammi (Bisca), Vinci Acunto, Mohammed Ezzaime el Alaoui (Marocco), Assane Diop (Senegal), Benedetto Vecchio, Marco Iamele, Gianni Perilli, Samir Toukour (Algeria), Benedetta Lusito e Zaina Chabane (Mozambico).Fra le tournée del gruppo all’estero vale la pena citare: Germania-Lorrach (“Stimmen Festivalâ€, 2003), Belgio-Becheot (“Sfinks Festivalâ€, 2003), Tunisia-El Jem (“Creation Tunisienne et Musiques du mondeâ€, 2003), Francia-Marsiglia (“Tour europeo-Taranta Powerâ€, 2004), Germania-Norimberga (“Tour europeo-Taranta Powerâ€, 2004), Francia-Cassis (“Festival Euromediterraneoâ€, 2006), Tunisia-Tunisi (“Festival Mediteranéenâ€, 2007), Svizzera-Basilea (“Stimmen Taranta Festivalâ€, 2008).