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Dalla Newsletter AIOM (associazione italiana di oncologia medica) RIFIUTI: PIÙ MORTALITÀ VICINO A DISCARICHE ILLEGALI La presenza di discariche illegali ha già portato al peggioramento della situazione sanitaria nelle province di Napoli e Caserta, che in alcuni casi arriva ad un aumento della mortalità del 9% per gli uomini e del 12% per le donne nelle zone più a rischio. Lo ha rilevato una indagine epidemiologica coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità presentata lo scorso aprile. “Questo studio è stato pensato per misurare l’impatto sanitario di 20 anni di smaltimenti illegali di rifiuti anche pericolosi – ha spiegato Pietro Comba, epidemiologo ambientale dell’Istituto Superiore di Sanità - non c'e' però ancora nessuna correlazione dimostrata scientificamente tra il problema di questi giorni, cioè la mancata raccolta dei rifiuti e un aumento delle patologie”. Lo studio ha diviso i comuni del territorio delle due province in cinque fasce di rischio. In quella più alta, che comprende otto comuni (Acerra, Aversa, Bacoli, Caivano, Castel Volturno, Giugliano, Marcianise e Villa Literno) si sono avuti gli aumenti maggiori: ''C’è una larga sovrapposizione - si legge nel rapporto finale - tra l'area a maggior rischio per morti neoplastiche e quella maggiormente interessata dallo smaltimento illegale dei rifiuti pericolosi''. Questi i dati principali emersi dallo studio: MORTALITÀ: nei comuni con maggior pressione ambientale la mortalità è maggiore del 9% per gli uomini e del 12% nelle donne rispetto a quelli con la pressione più bassa. La mortalità cresce del 2% dal gruppo a più basso rischio a quello più alto. TUMORI: un rischio maggiore di mortalità in questi comuni si è registrato anche per tutti i tumori (1% in entrambi i sessi), e per tumore polmonare (2%) e gastrico (5%) negli uomini. C’è un aumento anche per i tumori del fegato (4% uomini e 7% donne). MALFORMAZIONI: al crescere della pressione ambientale cresce il rischio di malformazioni del sistema nervoso centrale, che nel peggiore dei casi è dell'84% in più. Per le malformazioni dell'apparato urogenitale invece l’aumento è dell’83% nei comuni più a rischio rispetto a quelli di riferimento. “Per quanto riguarda la mancata raccolta dei rifiuti ci sono ovvi motivi di igiene a dimostrazione della pericolosità per l’uomo – ha sottolineato Comba - ma ancora non ci sono elementi per sostenere una correlazione diretta tra, ad esempio, diossina e patologie nel caso specifico. E' quello che cercheremo di fare con lo studio epidemiologico che parte adesso”.

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