THE EVOL SIDE OF ME
Questo è il mio spazio.
Questo non è il sito dei
MASKARA53 (che ovviamante vi invito a visitare...)
Questo non è uno spazio per fare nuove amicizie (sempre ben accette comunque...)
Questo è una sorta di diario... lo spazio dove racconterò EVOL, dove racconterò i MASKARA53 visti dal loro bassista, dove parlerò di musica, segnalerò band e tutto quello che mi passerà per la testa.
BENVENUTI.
Pic by Andrea
"No Flash" Barbieri - 2007 -
ABOUT EVOL
Bruno Gasiani non era semplicemente un bassista. Era un bassista rock. Questione di sfumature. Il suo miglior amico era il basso; il suo peggior nemico, l’alcool. Ma, nel suo caso, i due andavano sempre di pari passo. E fin qui nulla di strano. Più suoni, più hai sete. Più hai sete, più bevi. E più bevi, più hai voglia di suonare. Difficile uscirne, e Bruno Gasiani non ne usciva. D’altronde, a ben vedere, non ne aveva voglia. E’ impossibile liberarsi di abitudini come questa senza creare squilibri fatali e poco desiderabili per l’animo umano. Un circolo, persino vizioso, è coerente. Provate a romperlo e non sarà più nulla. Era per questa ragione che Bruno beveva: perché il circolo restasse tale. Sempre ugualmente perfetto. E perché, senza musica, lui non sarebbe stato più nulla.
Maxence Fermine, Billiard Rock
Che sia al basso, alla batteria, o alla chitarra, Bruno rimane sempre il più grande.... degli stronzi.
E visto che non solo mi trascura per provare 3/4 volte a settimana coi Maskara53, ma sputa, si ubriaca, bestemmia, mi tradisce con le fans e picchia i bambini in curva, è senza dubbio l'uomo della mia vita...
La Morosa
Se l'essere umano passa un terzo della sua effimera esistenza fra le braccia di Morfeo, quanti giorni, mesi oanni della sua vita passa il bevitore abituale nelle velenos grinfie dei postumi della sbornia?
E non mi riferisco a quel signore (o a quella signora) che alza il gomito fino a quel punto, quella "sottile linea rossa" (per citare James Jones), comunque piuttosto netta che quasi ogni bevitore sa di superare al sorso numero "X". Il che, una volta dall'altra sponda del fiume, il giorno dopo gli costerà una botta sicura, infallibile e inevitabile così come le tasse o la morte, maggiore o minore a seconda di quanto si sia spinto nella boscaglia, allontanandosi dalla riva del suo personale Rubicone.
E mi riferisco al bevitore abituale e adulto, non al povero diavolo che si prende una ciucca a regola d'arte solo a Capodanno o quando lo invitano a un matrimonio, nè al pivello che si intossica il sabato.
Mi riferisco ancora all'individuo che, più o meno inconsciamente, divide l'anno in tre parti uguali di rigorosa alternanza: giorno di sbronza, giorno di postumi, giorno di riflessione e via da capo. L'aumento o la diminuzione dei giorni di riflessione durante l'anno costituisce un buon barometro per calcolare fino a che punto ci si dà anima e corpo all'alcool. Se il bevitore generalmente li rispetta e talora se ne permette persino due di fila, l'ago non segna bufera. Se, invece, troppi giorni di riflessione finiscono per trasformarsi in giorni di sbronza, anch latente, si naviga nel bel mezzo della mareggiata e c'è fondato pericolo di naufragio.
E non mi riferisco all'alcolizzato professionista per il quale non esistono le stoiche ventiquattro ore di postumi. In lui il fenomeno si limita e si concentra in tremori, attacchi di epilessia e visitine del delirium tremens (i sia concessa la ridondanza) nella veste di terrificanti allucinazioni etnomologiche, finchè non ingerisce una buona dose di qualcosa al di sopra dei quaranta gradi o non lo ammazza una cirrosi.
E, chiaramente, si autoescludono da questo umile trattato quegli strani esseri, gli astemi, che non hanno mai assaggiato, nè assaggeranno mai in vita loro qualcosa di alcolico, e che non provano la benchè minima curiosità di sperimentare lo stato rilassante e liberatorio dell'ebrezza. Gente di cui è d'uopo diffidare e da cui è consigliabile rifuggire. Bietoloni, personaggi dal piglio contegnoso e sempre guardinghi, generalmente impermeabili al senso dell'umorismo e più noiosi della filmografia di Tarkovskij. Se, come sostengono alcuni psicopatici, gli extraterrestri vivono in mezzo a noi sin dalla preistoria, si tratta senza alcun dubbio degli astemi.
Rispetto a parte merita, invece, l'ex-ubriacone e astemio a forza, finchè trapianto di fegato e restauro di cervello non saranno operazioni di ordinaria amministrazione. Costui semplicemente non si è saputo gestire e si è bevuto, in metà tempo degli altri, l'intera razione che aveva in dotazione per tutta la vita.
Juan Bas, Trattato sui Postumi della Sbornia
Photogallery:UN SENTITO RINGRAZIAMENTO ALLA GIUNTA COMUNALE DI MODENA ED ALLE FORZE DELL "ORDINE"PER AVERCI PRIVATI DEL NOSTRO SPAZIO DI LIBERTA'.
COMPLIMENTI VIVISSIMI.
TANTO RITORNEREMO.
UN IDEA NON PUO' MORIRE.
LIBERA VIVE!