About Me
Secondo alcuni casi conosciuti nell'ultimo periodo del Catarismo, quando un malato grave riceveva il Consolamentum ed era certo di essere vicino alla morte, poteva decidere di iniziare volontariamente un digiuno rituale chiamato Endura, con astensione totale da cibo ed acqua.
Affrettando la fine attraverso una forma estrema di negazione di se' e di separazione dal mondo materiale si rendevano così permanenti gli effetti del Consolamentum .
LEGGENDA DEL FURBINO DEL DESERTO
L’incudine di Dio puntava allo zenith.
Il Furbino del Deserto non vedeva in giro neanche l’ombra – ombra ? – della più piccola pietruzza. Di gente così malconcia, la testa una luna pesta e dolorante, se ne era vista poca in quel deserto.
I Daniti lo chiamano “ Deserto d’ Argentoâ€.
Era ancora vivo e questo contava molto di più del senso del ridicolo. Le ultime pietre che si era lanciato sopra la testa per farsi ombra non gli erano ancora bastate. Adesso si guardava intorno e c’era solo sabbia , dappertutto.
La sabbia gli entrava in gola e questo sì che era ridicolo : la perfetta inconsistenza che ti mulina intorno senza farti capire quel che sta dentro e quello che sta fuori. Di notte ti ci imbuchi dentro e sei freddo come un morto ma dopo qualche ora sai di torta di mele bruciata.
Non sapeva perché e come si fosse spostato in quella parte del deserto. L’incudine trafiggeva dall’alto senza pietà tumefazioni, bozzi, bernoccoli.
La sagoma baluginante di un cane, sbucato da chissà dove, gli si materializzò all’improvviso di fronte . Ma in quelle condizioni il Furbino non aveva nessuna ragione al mondo di meravigliarsi di alcunchè.
“Mi chiamo Lona†- disse - come fosse una formalità , un fatto di pubblico dominio.
“ E’ un pezzo che ti cerco. E poi te ne stai qua, nella parte più miserabile del Deserto d’Argento… “ Il Furbino non aveva la forza di replicare.
“ Il fatto è che io e te siamo… legati. Finisci tu , finisco io.â€
Il Furbino aveva da sempre preferito i gatti. Cosa diavolo era : un volpino, un fox terrier, un levriero nano, un bastardino, una gigola?
“Va bene†- rispose senza sapere perché il Furbino del Deserto - sputando più sabbia che saliva..
“ Vedi - continuò Lona - “tu credi di cercare l’ombra. Sai benissimo che non la vuoi davvero. Vuoi proprio l’Incudine di Dio : dissolvimento in quel che ti succede o una specie di folgorazione finale che non sai neanche cosa sia. Il fatto è che abbiamo torto, punto e basta.â€
Rimasero in silenzio, ansimando. Non sentivano e pensavano più a niente
Era come se anche l’Incudine di Dio, incuriosita di quella conversazione, rimanesse in attesa..
Un sibilo sordo, che cresceva di intensità fino a diventare un riverbero doloroso e fortissimo, si placò solo con l’apparizione di una gigantesca Dadah, oscurando per un attimo la volta rovente.
La Dadah è un genio beduino multiforme, tanto benefico quanto devastante, e i Daniti lo temono moltissimo.
“Sono Dadah “ - la voce era un tuono stridulo - “solo io governo il deserto dei Daniti, e se volete dissolvervi, vaporizzare o sotterrarvi affari vostri, ma non qui.. Qui siamo abituati in modo diverso, non ci serve niente che non ci sia già .â€
Una frazione di secondo dopo Lona e Furbino si ritrovarono su una spiaggia di Rimini.- Bagno 63 A - con palestra sul mare, una sciccheria, vino e ciambella gratis tutte le domeniche.
Pensionati con pancetta prominente, ragazzotti ottusi, mamme e signorine che si erano girate di scatto coprendosi il seno con le mani, bambini attoniti e vucumprà : tutti li guardavano in modo imbarazzante, a cominciare dal monumentale quanto tappo proprietario dello stabilimento.
Quei due gli ricordavano qualcosa.
Lona e Furbino si diressero - caracollando penosamente - verso l’acqua, mentre gratificavano gli astanti con improbabili cenni di saluto.
Il giorno dopo il giornale locale riportava lo strano caso di un cane e di un uomo di mezza età ripescati in extremis dal bagnino.
Si seppe in seguito che i due avevano finito per prenotare 15 giorni in una pensione – che ormai non lo fa più nessuno - e la gente li vedeva sguazzare insieme .
Tra spruzzi e schizzi ululavano qualcosa , una specie di cantilena senza fine, a volerla decifrare suonava vagamente come
" GRA- ZIEDADAGRAZIEDADAGRAZIEDADAGRAZIEDADAGRAZIE -DAâ€
Dedicato a San Alejandro
patrono e protettore dei Furbini del Deserto di tutto il mondo.