..Mi regalavo passivamente alle prove cercando differenze tra il soffrire fisico e l’altro soffrire. Il primo lasciava visibili tracce. Il secondo irrigidite espressioni.. ..La strada sopra. Io sotto. Sorpasso. Di rabbia finalmente mi sento. Estemporanea rivolta. Contro il panico. Estemporanea rivolta. Contro il panico. Dei miei movimenti. Telecomandati. E vorrei un frontale che libera. Un crash mortale che dissacri il sacro del suo potere. Che infranga vetri e dilani corpi. Perché resti solo anima in questo carnale possedersi. E non più odori. Solo poesia di un suicidio collettivo da me voluto. In nome. Di Dio.