....che palle dopo anni di studi nel campo artistico mi ritrovo in una redazione dove di arte ce n'è veramente tanto poca.!!!
ma fortunatamente ho altro da dire fuori! magari con le mie opere.un GRAZIE ENORME va ai primi maestri che mi hanno indicato la strada da percorrere e parlo dei grandi Prof/Maestri del 6°liceo artistico di Roma, Paolo Eleuteri Serpieri e Mario Coppola. vero è che a volte quegli insegnamenti sono stati una lama a doppio taglio ma sono stati così intensi e carichi di magia/amore per l'arte che avevo nell'anima che mi hanno fatto ricredere, perchè non molto tempo fa stavo per far scivolare tutto tra le dita di una vita che non era la mia.lo so sarà lungo e difficile ma ci provo.
il mio cammino l'ho chiamato "CONTAMINAZIONI SU CARTA".Perché contaminazioni su carta? Perché l’uso improprio della figura, quasi accademica, in uno spazio dedicato ad un iniziale movimento cubista, poi approfondito dall’arte informale con la tecnica del Collage?
Esprimere “Arte†vuol dire, nel mio caso, esprimere una concezione di stati d’animo, asportare, o meglio, astrarre dal mio corpo ciò che sento, fino ad arrivare ad una pura sublimazione; dove segni e colori si fondono assieme, determinando cosi la nascita di figure, che in questo caso, prendono corpo tra le innumerevoli pieghe e venature della carta stessa. Una libera e intuitiva ricostruzione, di oggetti e situazioni , espresso nella sintesi con cui si presenta alla mia mente, rivivendolo interiormente, nell’attimo in cui lo penso.
Dalle leggere sfumature, che lasciano spazio ad uno strato più materico(quello della carta), emergono figure volutamente imperfette a livello anatomico.
E’ tale il mio amore/interesse per la figura da arrivare, secondo un processo evolutivo, ad una semplice e chiara deformazione del segno: dallo studio di modelli, ritratti dal vero, a studio di manichini attentamente analizzati e rivisti secondo un canone attuale.I miei soggetti si muovono, nello spazio della tela, in piena libertà senza mai sbilanciare il quadro; l’equilibrio dell’opera, è in questo momento, l’elemento portante sulla quale gioca l’intera composizione.
Armonia, ambiguità , complementarità , libertà e utopia; questi sono i temi trattati nelle opere.
L’armonia dei corpi nudi, la naturalezza e la disinvoltura con la quale espongono se stessi ad un “non giudizioâ€, senza coprirsi ne con veli, ne da gesti pudici.
Fieri, monumentali, orgogliosi di essere osservati, sprigionano energia, quella stessa energia che ognuno di noi ha dentro ma che non sempre ha la possibilità di trasmettere, sia per paura sia dall’impossibilità che la società ci impone .
Il mio è un linguaggio che, fortunatamente, gode “dell’Anarchico†potere dell’arte, cioè della massima libertà espressiva.
I miei nudi nascono per metà nelle tele, non per caso ma stanno a simboleggiare metaforicamente come una metà , presa singolarmente, rimane una metà , quindi priva di significato potere o forza; ma nel quadro leggiamo due metà che sono complementari formando un tutt’uno, una creatura magica, partendo dal presupposto che per me: “ogni essere umano, uomo o donna, è una sottile mescolanza dei dueâ€.
I materiali usati sono semplici e naturali quali : carta velina, carta Giapponese, carta riciclata, stracci di stoffa; colori naturali caffè, the, uovo, carbone, latte (per alcune muffe), vari tipi di collanti, colla di coniglio, colla da parati, vinavil, primal; materiali di per se poveri, ma che si rivestono di preziosi significati. Ognuno di questi acquista nell’opera notevole importanza, dando forza e corpo a ciò che inizialmente è il grande vuoto, e sta all’artista il compito di riuscire a colmarlo. L’accostamento di materiali comuni, anzi per lo più poveri e consunti dall’uso, oltre a determinare un interesse compositivo, oltre a costruire note cromatiche in un contesto pittorico normalmente povero di colore, riconduce alla realtà , una realtà vissuta e perciò già di per se ricca di contenuti .
Sento oggi il bisogno di tornare ad una dimensione “più†naturale per il semplice fatto che sono circondato da questa pesante “era cibernetica†dove la manualità e il contatto con la materia ,quindi con l’opera, va perdendosi negli infiniti Pixel di un computer.
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