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Oniria

About Me


Oriana ama parlare di se stessa in terza persona. E' un piccolo gioco mentale con il quale ama dilettarsi nei momenti di solitudine. Cammina spesso sotto la pioggia, soprattutto nelle ore in cui le strade della città in cui vive e dalla quale sogna di evadere ogni singolo istante sono vuote. Odia gli ombrelli. In generale, odia essere costretta a ripararsi dalla vita. Nonostante talvolta le grandini sulla pelle. E le cicatrici risultino poi indelebili. Oriana ama tutto ciò che riesce a trasmetterle intimità e calore. Vive di una stanza di due metri per tre, le pareti stipate di quadri, foto, poster, disegni, locandine: tutto ciò che, solo, è in grado di farla sentire a casa. Un tempo amava scrivere, ora si limita a contemplare il mondo con la malinconia negli occhi. Non le piace la gente che non percepisce le sfumature. Non sopporta le persone che non riescono a comprendere la bellezza del silenzio e si sentono minacciate da esso. Ha un attaccamento morboso al passato, e vive nel costante terrore di essere dimenticata dalle chi le ha riempito la vita, anche se solo per un breve tempo magari. Ama dare il giusto valore alla cose, collezionare attimi da rispolverare in serate malinconiche trascorse a sorseggiare baileys davanti alla finestra, per sorridere del cristallizzarsi del tempo nella sua anima. La superficialità, la banalità, la routine, il dare tutto per scontato le trafiggono l'essere. Oriana vive a Catania: la potete incontrare tra le aule della sua facoltà, o in giro per il centro con gli amici, come ogni ragazza della sua età. Ma lei non è qui, no. Quando cammina, quando studia, quando sta per addormentarsi, quando stringe qualcuno nel suo abbraccio, quando accarezza la sua gatta accoccolata sul letto...improvvisamente chiude gli occhi. Sente il vento trai capelli, le note di quella musica che la culla ogni notte nelle orecchie..profumi che la sua memoria ridesta senza troppa fatica: allunga il piede nudo, e con le dita sfiora l'acqua della Senna. Un uomo con una fisarmonica le passa accanto, lei gira e posa sulla sua mano una moneta: ritorna a contemplare le luci della città riflessa sullo specchio limpido, e coglie la rosa che vi galleggia sopra. Piove. Si alza, e corre con tutto il fiato che le rimane, corre fino al solito bar, piccolo, caldo e accogliente. La gente le sorride, ma forse è solo una sua impressione, forse si limita solo a gettare sguardi distratti alla nuova arrivata, che gronda le lacrime del cielo: ma a lei non importa. Si siede al solito posto, nel suo angolo..la tazzà di thè al limone fumante tra le dita: e osserva attraverso quelle nebbie calde la gente che attraversa distrattamente le vie della Città. Se aguzzate lo sguardo, potete scorgerla: indossa una lunga gonna rossa in tinta con il cappello e sulla maglia nera si adagiano capelli ribelli...
"Penso che ho di nuovo i brividi
e mi lascio prendere da domande inutili da poeti poveri
sui miei rami umidi, sulle foglie ultime
a che cosa pensano questi umani fragili?
a che cosa servono i miei rami stupidi?
a che cosa servono se mi lascio prendere da pensieri inutili
posso solo esistere, in eterno vivere
senza avere gli attimi degli amanti giovani, degli amori giovani
a che cosa pensano questi umani fragili?"
( La canzone del Parco ; Baustelle)
" Nel letto aspetto ogni giorno un pezzo di te
un grammo di gioia del tuo sorriso
e non mi basta nuotare nell'aria per immaginarti
se tu sapessi che pena
Intanto l'aria intorno è più nebbia che altro
E' certo un brivido averti qui con me
in volo libero sugli anni andati ormai
è non è facile, dovresti credermi
sentirti qui con me, perchè tu non ci sei
Mi piacerebbe sai sentirti piangere
anche una lacrima per pochi attimi"
(Nuotando nell'aria , Marlene Kuntz)
"Rivuoi la scelta, rivuoi il controllo
Rivoglio le mie ali nere, il mio mantello
La chiave della felicità è la disobbedienza in se
A quello che non c'è
Perciò io maledico il modo in cui sono fatto
Il mio modo di morire sano e salvo dove m'attacco
Il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia
Quello che non c'è
Curo le foglie, saranno forti
Se riesco ad ignorare che gli alberi son morti
Ma questo è camminare alto sull'acqua e
Su quello che non c'è"
(Quello che non c'è ; Afterhours)

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My Blog

Castelli di Rabbia

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Posted by on Tue, 21 Oct 2008 06:49:00 GMT

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Posted by on Tue, 12 Aug 2008 04:11:00 GMT

Metafore

{Black Hole}
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Cori descrittivi

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Posted by on Sun, 22 Jun 2008 14:05:00 GMT

{...}lultima traccia dellamore mancante.

Il Giocatore di Scacchi piazzò due invitati su una stessa casella.Mentre ballavano un magnete mescolò i loro capelli, e quando spinsero via le teste, il magnete incollò le loro labbra, e quando separa...
Posted by on Sat, 14 Jun 2008 12:14:00 GMT

Giusto per chiarire {deliri notturni}

E non è successo niente. Ed è successo tutto.Abbiamo preso un nostro sputo e ne abbiamo fatto un lago per affogarci dentro. Con autoironia.E rifugiamoci pure dietro etiche e morali per sterilizzare le...
Posted by on Thu, 12 Jun 2008 03:16:00 GMT

requiem

Che senso ha tutto questo dolore.e tutto questo mischiarci il sangue tra brividi e lingue.e poi sputarlo a pezzetti.Che senso ha se poi rimane soltanto sale depositato sul fondo dell'anima. C...
Posted by on Fri, 30 May 2008 18:38:00 GMT

{...}

La gioia che mi ha illuso, non ha mai avuto cura di me.
Posted by on Thu, 22 May 2008 15:24:00 GMT