MAMAS

Si dice che i corpi non oltrepassino i muri ma il pensiero, la musica lo facciano continuamente. Perchè? In un’intervista un grande cantautore ha definito la poesia come “il non detto”, il non detto “che non ha sesso o punto di vista”: è contento della sua voce perché “finalmente – esclama – adesso canto anche le pause”… Tutto lascia presupporre che la differenza a volte la facciano i silenzi, gli spazi fra le note in cui si muove l’immaginazione di chi ascolta. Il pensiero, appunto. In certa musica si sente odore di vernice, e non sempre uno resiste alla tentazione di grattare, ascoltare per scoprire se dietro c’è qualcosa. In altra invece l’anima è sportiva, l’atleta del salto con la chitarra cerca di scalare quante più note può: ma i corpi non oltrepassano i muri e, di là, al pubblico non resta che fare il pubblico, fischiare o applaudire. In questo disco, semplicemente, qualcuno ha provato a fare qualcos’altro. Milonga, condombè e samba sono il paesaggio che un chitarrista classico (Roberto Marcotti), un batterista jazz (Riccardo Marenghi) ed un bassista rock (Stefano Schembari) hanno attraversato ad occhi chiusi: tutto suonato assieme e senza sovra incisioni è il diario di questo primo viaggio. (Marco Peroni)