About Me
I edited my profile with Thomas Myspace Editor V4.4 (www.strikefile.com/myspace)BIOGRAPHY
The Tan Zero’s artistic production embraces almost all the '80, with a mixed musical genre contaminated from Rock - POP - New Wave and Progressive, with english texts.
The band was born in the town of Spilamberto (Modena) around 1982, with the name of “Luxmeterâ€. After several changes of formation, in 1985, the name becomes first “Studio Tan†and then definitively “Tan Zeroâ€.
The historical formation was composed by: Alex “Al†Lunati (voice - piano - keyboards), Lor Lunati (drums - voice), Carlo “Frank†Giugni (guitar - voice) and Daniel “Paul Mc†Gozzi (bass).
The four young folks decide to record a demo with original themes, written essentially by Alex Lunati.
Quickly noticed from a independent rock record label, the Hiara Records, in the 1987 they publishes that will be their first and only long plain: “We can't imagineâ€, already destined to become an hit of this particular musical genre.
The roman director Nico d’Alessandria uses the whole long plain as soundtrack of his neorealista inspiration movie-cult: “L’Imperatore di Roma†(“The emperor of Romeâ€), considered by Enrico Ghezzi the most important Italian road-movie. Rock, distorted guitars but also touching melodie matching with the black and white sequences of the d’Alessandria movie.
The band spends several years in an intense live activity, exhibitiing in the most important music underground Italian clubs and participating, in 1988, at the famous tv-show “D.O.C. â€, presented by Renzo Arbore on channel RAI 2.
The band’s live shows are characterized by experimentation, improvisation and contaminations between artistic expressions, also thanks the participation of the dancer Giulio Rizzi (the fifth element of the band). Sounds and gestural expressiveness come together to organize a show during wich the band alterns original music, covers and amusing sketch totally improvised, extremely appreciated from the public.
At the end of 1988 Paul McGozzi leaves the band and Luca Mascia replaces him.
In the 1989 Tan Zero participates to the multimedial teatral show “L’ostrica e le Bandiere†(“the oyster and the Flagsâ€).
The band is now ready to work at the second album. They begin to try-out the new songs, this time with Italian texts and with a more mature and aware character.
At the beginning of the ‘90 Lor Lunati decides to leave the group in order to join the “Rats†as drummer, and this coincides with a period of divergences with the record label that was producing the band.
After some months Tan Zero separeted: it’s the middle of 1990.
Alex Lunati begins the activity of session man, collaborating with other musicians, among the others the Rats and the singer Francesco Baccini with whom he works both in recording study and on the stage. In 2003 Alex participates to 53° Festival of Sanremo with a new band called “Allunati†(wordgame for Al-Lunati and Landed on the moon), with the song “Chiama di notte†(“Call by nightâ€), which cover will be recorded in the 2007 in the album “Bianco e Bluâ€, a collection of tracks presented in a popular tv talent-show: “Amiciâ€. In 2006 Alex publishes his first album as soloist: “Un giorno perfetto†(“A Perfect dayâ€) and in 2008 a new single track: “FILIâ€.
(www.myspace.com/alexlunati).
Lor Lunati continues his adventure with the Rats till 1998, year of the dissolution of the group, after recording 4 albums (with famous hits as “Chiara†and “Dammi la manoâ€.
From 1999 to the 2000 Lor plays in the band Megajam 5 and in 2002 he collaborates with Francesco Renga, both in recording his first album and during the national tour of the same season. (www.myspace.com/rats2008).
Paul McGozzi join the band Witchunters from 1989 to the 1995, recording with them “And it's storming outside†(1993) and from 1995 he uses to play in several cover band of his town.
Luca Mascia continues the activity of bassist in many groups from Modena, while Carlo Giugni will carry on his sperimental sounds not only as soloist, but even with bands like Kindergarten together with Claudia Lloyd, with other guitarists in the group called “Ufficio ipnotico†(“Ipnotic officeâ€), as polistrumentist for the cultural project “Zero in condotta†and with the band Mineral.
In the 1998 Alex and Lor Lunati decide to record some demos with the idea to reform the group, but because of the many working engagements of both, they give up the project.
In 2001 the historical happening of the reunion of Tan Zero in Spilamberto. Alex Lunati, Lor Lunati, Frank Giugni, Luca Mascia and Giulio Rizzi execute live some tracks drawn from their album “We can't imagine†and a pair of unknown new songs.
In 2007, up to 20 years from “We can't imagineâ€, a new page of My Space dedicated to Tan Zero is published, visited and fed from old and new fans (www.myspace.com/tanzero).
The affection from the public of the band and from the fans of the film “L’Imperatore di Roma†pushes the members of Tan Zero to reprint a compact disc of the whole album “We can't imagine†and to re-enter all together in a recording study, in order to record a new version of the title-track.
As well as the known old songs, the cd will contain several bonus tracks, included some of the songs written for the never published second album, live performances, improvisations and some demos of the lacked reunion of 1998.
BIOGRAFIA
La produzione artistica dei Tan Zero abbraccia quasi tutti gli anni ’80, con un genere musicale articolato tra Rock - Pop - New Wave e Progressive, con testi in inglese.
La band si forma a Spilamberto, in provincia di Modena intorno al 1982, con il nome di “Luxmeterâ€. Dopo vari cambi di formazione, nel 1985, il nome viene trasformato prima in “Studio Tan†e poi definitivamente in “Tan Zeroâ€.
La formazione storica era composta da: Alex “Al†Lunati (voce - piano - tastiere), Lor Lunati (batteria - voce), Carlo “Frank†Giugni (chitarra - voce) e Daniele “Paul Mc†Gozzi (basso).
I quattro, giovanissimi, decidono di incidere un demo con brani originali, scritti in prevalenza da Alex Lunati.
Subito notati da un’etichetta discografica di rock indipendente, la Hiara Records, nel 1987 pubblicano quello che sarà il loro primo e unico album ma che è già destinato a diventare un successo del genere: “We can’t imagineâ€.
Il regista romano Nico d’Alessandria utilizza l’intero album come colonna sonora di quello che diventerà un film-cult: “L’imperatore di Romaâ€, di ispirazione neorealista, definito da Enrico Ghezzi il più bel road-movie italiano di sempre. Rock, chitarre distorte ma anche toccanti melodie che accompagnano e punteggiano le sequenze in bianco e nero del lungometraggio di d’Alessandria.
Per i Tan Zero sono anni di un’intensa attività live che li vede esibirsi nei più importanti clubs italiani di musica underground e partecipare, nel 1988, alla trasmissione “D.O.C.â€, condotta da Renzo Arbore su Rai 2.
La sperimentazione contraddistingue anche le esibizioni live della band.
L’improvvisazione e la contaminazione tra le espressioni artistiche caratterizza i concerti dal vivo dei Tan Zero, anche grazie alla partecipazione del mimo ballerino Giulio Rizzi (il 5° elemento della band) con il quale musica e gestualità si snodano in un'unica suite, uno spettacolo durante il quale si alternano brani tratti dall’album, covers ed esilaranti momenti di esibizione scenica estemporanea, estremamente apprezzati dal pubblico.
Alla fine del 1988 Paul McGozzi lascia il gruppo e viene sostituito da Luca Mascia.
Nel 1989 i Tan Zero partecipano allo spettacolo teatrale multimediale “L’ostrica e le Bandiereâ€.
La band è ormai pronta per la preparazione del secondo album. Si cominciano a provinare i nuovi brani, con testi in italiano che assumono un carattere più maturo e consapevole.
All’inizio del 1990 Lor Lunati decide di lasciare il gruppo per entrare come batterista nei Rats, e questo coincide con un periodo di divergenze con l’etichetta discografica che aveva prodotto il primo album.
Dopo alcuni mesi i Tan Zero si sciolgono: siamo alla metà del 1990.
Alex Lunati inizia l’attività di session man, collaborando tra l’altro con i Rats stessi e con il cantautore genovese Francesco Baccini con il quale lavora sia in studio di incisione che sul palco. Nel 2003 partecipa al 53° Festival di Sanremo con il suo trio chiamato Allunati, con la canzone “Chiama di notteâ€, la cui cover viene reincisa nel 2007 nell’album di Amici “Bianco e Bluâ€. Nel 2006 come solista pubblica l’album “Un giorno Perfetto†e nel 2008 il singolo “Filiâ€. (www.myspace.com/alexlunati ).
Lor Lunati prosegue la sua avventura con i Rats fino al 1998, anno dello scioglimento del gruppo, e con loro incide 4 albums e hit quali “Chiara†e “Dammi la manoâ€. Dal 1999 al 2000 suona nei Megajam 5 e nel 2002 partecipa all’incisione del primo album di Francesco Renga, con il quale è in tour nella stessa stagione.
(www.myspace.com/rats2008).
Paul McGozzi dal 1989 al 1995 suona nei Witchunters, pubblicando con loro il cd “And it’s storming outside†(1993) e dal 1995 in varie cover band della zona.
Luca Mascia prosegue l’attività di bassista in numerosi gruppi dell’area modenese, mentre Carlo Giugni porterà avanti il suo cammino nella sperimentazione musicale sia come solista, sia con i Kindergarten assieme a Claudia Lloyd, con il trio chitarristico Ufficio ipnotico, come polistrumentista per le attività del progetto culturale “Zero in condotta†e con i Mineral Machines.
Nel 1998 Alex e Lor Lunati incidono alcuni demo con l’idea di riformare il gruppo, ma a causa dei molteplici impegni lavorativi di entrambi, alla fine il progetto svanisce.
Nel 2001 avviene l’unica storica reunion dei Tan Zero. A Spilamberto Alex Lunati, Lor Lunati, Carlo Giugni, Luca Mascia e Giulio Rizzi eseguono dal vivo alcuni brani tratti dal loro album “We can’t imagine†e un paio di inediti.
Nel 2007, a 20 anni dall’uscita dell’album “We can’t imagineâ€, viene inaugurata la pagina di My Space dedicata ai Tan Zero, visitata e alimentata da vecchi e nuovi fans (www.myspace.com/tanzero).
L’affetto degli estimatori della band e degli appassionati del film “L’imperatore di Roma†spingono i componenti dei Tan Zero a ristampare in cd l’intero album “We can’t imagine†e a rientrare tutti insieme in uno studio di registrazione, per incidere una nuova versione della title-track. Nel cd sono inoltre presenti numerose bonus tracks, tra cui qualche brano che avrebbe dovuto far parte del secondo album mai realizzato, intuizioni, improvvisazioni live e alcuni demo della mancata reunion del 1998.
RECENSIONI
Federico Guglielmi – Mucchio Selvaggio 1987
We can’t imagine (Hiara records 1987)
Ultima scoperta della Hiara records, I Tan Zero di Spilamberto sono l’ennesimo parto della fertile scena emiliana, già segnalatasi per aver proposto (o riproposto) all’attenzione del pubblico gruppi di indiscutibile valore quail Rats, Afrodisia, Incontrollabili Serpenti, Thelema, e En Manque d’Autre.
A differenza delle formazioni sopraccitate, tutte dedite a sonorità dai marcati accenti new wave, i Tan Zero prediligono un rock dai connotati abbastanza classici, moderno nelle strutture e assai raffinato negli arrangiamenti, che basa la sua espressività sulla gradevolezza delle melodie, sulla presenza delle parti ritmiche e sulla bontà degli intrecci strumentali; la band, più che elaborare soluzioni sostanzialmente inedite, preferisce quindi confezionare canzoni fresche ed accattivanti, molto curate sotto l’aspetto tecnico e dotate di feeling e freschezza… questo primo album dei Tan Zero merita un parere positivo, sia per la perizia dei musicisti che per la bellezza di alcuni brani: la title track, “Open your eyesâ€, “Vision eggâ€â€¦.
(Federico Guglielmi – Mucchio Selvaggio 1987)
"L'IMPERATORE DI ROMA"
Regista: Nico D'Alessandria
Scritto: Nico D'Alessandria
Nazionalità : Italia
Anno: 1987
Casa di produzione: Nico D'Alessandria
Genere: DRAMMATICO
DRUG
Cast: Gerardo Sperandini
Nadia Haggi
Giuseppe Amodio
Agnese De Donato
Fulvio Meloni
Music: Al Lunati & Carlo Giugni – Tan Zero
da www.mondoculto.com
Una telecamera riprende immagini in bianco e nero di una Roma splendida e misteriosa.
Dei gatti gironzolano liberi per la città eterna. In particolare due di loro, appartenenti alla specie umana, vagano sotto un ponte sulla riva del Tevere, a bere e fantasticare: Gerry, il protagonista del film, e il suo amico Er Professore, due tossicomani.
Li sentiamo parlare, ridere, urlare. Sono liberi come i gatti, e tale similitudine drogato/felino sarà presente e ribadita per l'intero film.
Gerry si droga dall'età di 12 anni, conosce gli angoli più ignoti del centro di Roma, le ville più fatiscenti.
Sulla parete di una di queste è graffiata una lista di ragazzi morti di overdose: il nostro si buca con una rosa e dona loro il suo sangue. Lo seguiamo poi in centro, saluta alcuni amici weirdos, fa dispetti a chi lavora ai semafori.
Cala la notte e lo vediamo telefonare a una donna misteriosa, ma questa si fa negare. Gerry ha bisogno di dormire, ma l'affittcamaere (che ricorda vagamente 'a Sora Lella) a cui si rivolge gli rifiuta un posto letto, e il ragazzo finisce per sistemarsi su una poltrona.
Il giorno dopo riprende il peregrinare ed è la volta della sala giochi preferita dove, ubriaco perso, finirà per vomitare (con tanto di scena in cui un bambino raccoglie una pallina caduta nel liquame) dopo aver scelto un brano al juke box.
Per riprendersi, Gerry decide quindi di farsi di cocaina sul sagrato di una chiesa, per poi successivamente riprendere a vagare per la città , incrociando con lo sguardo dei monumenti bellissimi, ripresi nei loro particolari più suggestivi e inediti.
Agli occhi dello spettatore sembra quasi che solo il tossico conosca degli scorci particolari di Roma, che solo lui abbia accesso ad alcuni di questi luoghi, proprio come i suoi amici gatti, verso i quali nutre un profondo affetto. Quando Gerry ha fame fa un giro dei negozi, rubacchiando ciò di cui ha bisogno.
Da lontano s'innesta nella vicenda un nuovo personaggio, un signore che segue il nostro eroe, entra negli stessi negozi e paga ciò che il ragazzo ruba: è suo padre, in preda all'ira e non rassegnato alla vita che il figlio conduce.
Lo porta a casa con la forza, ma Gerry delira ("Io so' er Caimano Bianco, er killer più feroce") e l'incontro termina con una litigata. Il nostro fugge e si rituffa nella notte romana.
Ruba un'auto e poi in un mercato rionale, circondato dalle serrande abbassate dei banchi, si buca in una scena di forte impatto e di grande poesia.
Torna il giorno, e ricomincia il vagabondaggio senza meta: Gerry va a vedere i gatti del Colosseo, chiede soldi ai passanti ("So' uscito senza sordi, poi te li ridò!"), mangia una pizza con le patate, sonnecchia, incontra dei loschi figuri che lo malmenano.
Cronaca di una giornata tipo nella vita di un tossicomane.
Al Colosseo, perso nei suoi deliri d'eroinomane, immagina di essere un imperatore, si acconcia il giubbetto a mò di mantello, saluta la folla immaginaria, di cui ode urla e acclamazioni a ogni suo saluto, infine si inietta l'ennesima dose e crolla nell'arena (sequenza di grande bellezza).
Ripresosi, decide quindi far sosta in Vaticano, qui si toglie il giubbetto e lo lascia all'ingresso della Basilica ("'A Pietro, beccate sto giaccone!").
Ma l'effetto della droga continua e il nostro commette atti vandalici, si ubriaca, si denuda, si bagna nel vino e vaga nudo per la città , finché non viene catturato, portato all'ospedale, legato a una brandina, e lasciato alla sua incredibile sofferenza.
Così trascorrono diverse notti; Gerry ormai è disperato, ma rivede Er Professore, ricoverato ance lui, che lo slega e gli dona un'insperata libertà .
Lo ritroviamo a casa dai genitori, steso sul letto, che beve e fuma.
In sottofondo la madre si lamenta e si sfoga. Gerry si specchia, si compiace poi, al suono di "Ummagumma" dei Pink Floyd, mima un ipotetico riff di chitarra in una sequenza tenerissima, spesso sorridendo beato nel suo concerto immaginario. A quel punto al padre non resta che condurlo da una dottoressa per farlo curare; l'uomo vorrebbe che il figlio smettesse una volta per tutte, ma è sfiduciato, e non crede alle nuove cure: intuiamo che vorrebbe farlo rinchiudere in qualche istituto.
Ma Gerry è un felino, un essere libero, e lo ritroviamo di nuovo in giro per Roma: si concede dei giochini amorosi con un'amica, scrocca birra ai turisti, ruba una moto con cui per poco non si schianta, vaga per luoghi cadenti e diroccati, s'impadronisce di pizze dai tavoli dei ristoranti, e di cicche trovate per terra ("La divina provvidenza!").
Poi torna a casa e scrive alla sua donna, che ormai non vuole più vederlo, una lettera piena di buoni propositi e di una dolcezza unica. E' ormai notte fonda quando decide di uscire di nuovo ("Devo resistere al sonno"), dando inizio al delirio finale.In una notte onirica e spettrale (lampioni al contrario, luci espressioniste, chitarre in feedback), il nostro immagina di essere il protettore notturno della città da almeno 2000 anni e all'alba, tra le rovine antiche, proclama la rinascita di Roma ("Via gli infami, famo rifunzionare 'a vita!"); scorge i primi autobus ("Ecco i primi soccorsi"), osserva i muratori iniziare i loro lavori ("Riparate tutte 'e pietre una a una"), s'imbatte in gente che dorme nei sacchi a pelo ("Dormite che c'è il vostro generale che veglia su di voi!"). Vede realizzarsi i suoi progetti di una nuova Urbe ("Nessuno morirà più pe' 'e strade").
La città è ormai definitivamente sveglia, e Gerry si ritrova in una zona periferica quasi desertica, fra costruzioni diroccate: si spoglia e lascia gli ultimi ordini per la rinascita della sua Roma: "Non ci saranno gli infami, le donne saranno felici, e io non cercherò la vendetta".
Ed eccoci al finale: in parallelo osserviamo il ragazzo tornare in centro affamato, e suo padre recarsi da una psicologa con l'intenzione di farlo internare ("Per un po' di tempo", si giustifica davanti a una dubbiosa dottoressa).
Gerry sale su un autobus, ruba un panino, ma viene colto sul fatto, malmenato, e gettato a terra con la faccia contro la merda. "NUN LO POTETE FA'!!!" urla il tossico, mentre da lontano un gatto sornione osserva la scena, addentando del cibo trovato nella spazzatura.
"L'Imperatore Di Roma" è una piccola gemma sconosciuta tra i droga movie all'italiana. Il protagonista, Gerardo Sperandini (che ritroveremo anche in "Regina Coeli", sempre di D'Alessandria) - internato all'ospedale psichiatrico di Aversa e affidato al regista dal magistrato di sorveglianza -, non fa altro che recitare se stesso, e D'Alessandria lo segue nei suoi vagabondaggi con piglio documentaristico, rappresentando nel contempo il tutto con un taglio espressionistico (bella la fotografia di Romei in bianco e nero) che rende il film molto poetico.
Lontano dal droga-melodramma alla "Tunnel-Eroina" ma anche dal trucido stile verista di "Amore Tossico", Nico D'Alessandria (autore di questo film, girato in 35mm. e dapprincipio senza sonoro, facente parte della cosiddetta "trilogia romana" che comprende anche "Regina Coeli" e "L'Amico Immaginario", e a sua volta ptotagonista del monografico "Nico D'Alessandria, Un Delirante Insuccesso") sorprende lo spettatore con bellissimi momenti lirici, ma non abbandona mai la rappresentazione della dura realtà che Gerry affronta ogni giorno.
C'è da chiedersi come mai tale regista non abbia la considerazione dovuta, vista la sua abilità nell'unire cinema alto e cinema basso come pochissimi hanno saputo fare in Italia. Una menzione speciale alle ottime musiche di Alex Lunati (tratte dall'LP "We Can't Imagine") che accompagnano il film e che forniscono una cornice punk/new-wave a tutta l'operazione.
Scena culto: Gerry che diviene imperatore al Colosseo, con tanto di saluto ai romani e urla d'acclamazione del pubblico (tutti immaginari naturalmente). Sempre il nostro, a casa sua tra birra e alcool, che mima di suonare con i Pink Floyd un pezzo di "Ummagumma" ("Narrow Way", per la precisione): una scena che come poche rappresenta il microcosmo culturale del classico tossicone italiano anni '80.
Giuseppe Anania
Tan Zero - We can't imagine - L'Imperatore di Roma -