.... PORTRAITS Ritratti di Sergio Leta.... .. .. Hanno scritto di Viola: Scatta foto prima di esserne consapevole, apre una galleria d’arte per giovani artisti ignorati dai circuiti ufficiali e accetta d’esporre solo quello che le piace e solo se chi lo ha fatto le piace. Strana questa Viola Gailli che s’inventa la Violabox Art Gallery Via Trebisonda 56 cancelletto- Genova (www.violabox.it) per metterci dentro tutta la sua follia creativa. Scomposta e dissestata, a palmi e senza meta. Ma ha chiare le coordinate entro cui muoversi. Le annusa, le tasta, va bene, è la scelta giusta. Perché? Boh!?. Eppure Viola, che gioca col viola dell’insegna e degli architravi, incanta in quello spazio minimo di Via Trebisonda, i quadri alle pareti di un giovane artista albanese presentatogli da un amico, e una sua foto incorniciata ai piedi di una tela. Una dimostrazione per assurdo questa talent scout di 26 anni che fiuta l’arte su un binario parallelo e cerca di mettere ordine mentre tutto viene fuori a ondate. O almeno ci prova. Partendo dall’inizio. Un diploma al Duchessa di Galliera in disegno tecnico e una macchina fotografica sempre al collo. “Facevo foto da piccolissima con le usa e getta. Fotografavo qualunque cosa per puro piacere. Fermavo il tempo, le mie storie di amicizia, i volti delle mie compagne. Per non dimenticare nulla. Una sorta di archivio della memoria per non perdermiâ€. Ossessiva e divertita con il suo mondo in migliaia di scatti. Famiglia di commercianti e imprenditori che arriva a Genova dalla Toscana con il nonno di Viola: “Lui era povero e ha creato supermercato e ingrosso dal nullaâ€. Viola dovrebbe rientrare nella logica dell’azienda di famiglia, ma la testa gli va via e pensa. Pensa Viola, pensa troppo. Allora scatta foto, “mi aiutavano a non introiettare tutto, a non implodereâ€. Va a naso Viola, segue il gusto di fissare scorci e paesaggi. Un approccio mediato dall’obiettivo per prenderne le distanze. Curiosità di scrutarne l’anima, all’improvviso, in cerca di. A vent’anni comincia a pensare che tutto quello scattare potrebbe avere un senso e una direzione. Mette da parte l’usa e getta e acquista una Reflex. Ma entra in crisi, con il caos da archiviare e una forma in cui incastrare l’onda anomala di quella ricerca. Legge libri di tecnica della fotografia, frequenta fotografi, sperimenta e mette insieme un puzzle. Autodidatta, acquista consapevolezza della materialità e tridimensionalità del clic. Barcolla, ma riprende il centro. Sempre in corsa e sospesa a scrutare. Intanto comincia a viaggiare per il mondo, Brasile, Centro America. Sta addirittura un mese da sola in Cina, “se fossi andata a Parigi o Londra non sarei più tornata a casaâ€. Il suo obiettivo si concentra soprattutto sui paesaggi: “Non avevo il coraggio di fermare le persone per ritrarleâ€, non si sentiva ancora sicura. Fino a quando, portando ad incorniciare una sua foto, “il tipo mi dice che sono brava e chiede se ho altri lavori. Riempio la mia valigia e gliela rovescio sul banco. Da lì è nata la mostra Muoviti, (tutti miei scatti di soggetti in movimento) che grazie a lui ho allestito in un locale nei vicoli. Sono riuscita anche a vendere diversi soggetti:†E’ la svolta nella vita di Viola: il fare foto diventa professionalità , ma c’è il passaggio successivo: “Mi è talmente piaciuto che penso come sarebbe bello avere uno spazio da mettere a disposizione di giovani artisti per esporreâ€. Viola ha questi flash che non restano virtuali. Chiede ai suoi di poter utilizzare un loro vecchio magazzino dell’olio, c’è da risistemarlo e aprirlo all’arte. In famiglia prendono tempo, Viola è l’anello che non tiene in una logica di commercio dove i conti si fanno sul venduto e l’astratto pascola in altri salotti . Eppure viola la spunta. E mette mano alle due sale di Via Trebisonda : “Parto dai gradini in ardesia, pavimento in legno effetto saloon, pietra a vista scoperta sotto l’intonaco, volte e travi in legno. Con qualche nota di viola a scuotere il rigore delle linee, schegge impazzite a shakerare, in un spazio ristretto, quanto può la creatività . Viola cresce come fotografa e ha bisogno di affinarsi: “Da gennaio a giugno ho frequentato un corso di fashion fotografia all’Istituto Europeo di Design di Milano. Impari a montare un set, usare le luci, rapportarti con soggetti e spaziâ€. Acquista sicurezza nel mestiere e nell’approccio . Ma Violabox resta lo spazio che lei mette a disposizione degli artisti e delle opere che le piacciono...TRATTORIA TRANSGENICA BAC FESTIVAL DICEMBRE 2008 BARCELLONA