Planet Funk’s friends - NEW ALBUM - profile picture

Planet Funk’s friends - NEW ALBUM -

About Me

Prima di tutto è bene chiarire una cosa.Planet Funk non è il tipico prodotto dance, anzi,non ha nulla di tipico. ‘Chase The Sun’ è stato uno dei più irresistibili riempipista dei mesi passati, ma questa band ha una visione che va molto oltre le piste dei club. Il nome Planet Funk rende bene l’idea di quanto pensino in grande. “Vogliamo portare il nostro lavoro verso un altro livello” dice Sergio Della Monica, uno dei fondatori di Planet Funk. “Amiamo il Funk, il Rock, l’House e la Trance, così decidemmo di unirci e miscelare la migliore musica degli ultimi vent’anni con le nostre esperienze musicali personali per vedere cosa usciva”.Planet Funk riescono a creare musica dance da hit, ma anche di incorporare influenze tra le più disparate: Pink Floyd, King Crimson, The Police, The Clash, Stevie Wonder, Brian Eno, Underworld, Leftfield, Cockteau Twins, New Order ed i Depeche Mode. Le scintillanti chitarre e le voci eteree di “Chase The Sun” sono solo un assaggio di quel che deve venire.La Storia inizia a Napoli, definite a volte la “Kingston Town” europea. Napoli, la città più cosmopolita e culturalmente diversa d’Italia: un posto dove il conservatorio ed il teatro San Carlo coesistono con il nightclubbing più sfrenato. Andy Warhol ci lavorò negli ‘80s, non lontano c’è Pompei, dove I Pink Floyd diedero uno dei loro concerti più significativi, nel 1971.Negli ultimi dieci anni Napoli ha fatto da base per Sergio Della Monica, Alessandro Sommella, e Domenico “GG” Canu, I tre produttori conosciuti come “Souled Out!”.Si formarono nei primi anni 90 per portare il loro soul sulla scena dance italiana, famosa in quel periodo per l’house orecchiabile dei Black Box. Funzionò benissimo, prima venne la loro hit “Shine On” e poi il loro album di debutto, che fù la prima release internazionale della Sony Italiana.Nella seconda metà degli anni 90 formarono l’etichetta Bustin’ Loose, producendo successi quali “No Access” di Hondy e la Smash Hit “Looking For Love” di Karen Ramirez.. Altre loro produzioni includono la cantante Africana Indo Aminata e Sniper Park, e se vi stavate chiedendo come potessero suonare così dolcemente I rocker americani “Sugar Ray”, nella colonna Sonora del film “The Beach” con Leonardo Di Caprio, anche lì c’è il tocco magico dei Sold Out!. Bustin’ Loose licenziò la hit “Where Is The Love”, dei Kamasutra, il che ci porta all’altra metà dei Planet Funk. Alex Neri ha fatto il DJ per oltre la metà della sua vita, iniziando a far girare I piatti alla tenera età di tredici anni. Nato a La Spezia, ma basato a Firenze, si incontrò con Marco Baroni, un genio delle tastiere, formando uno studio che sfornava mix e remix di enorme appeal. Alex e Marco fecero crescere il loro stile Funky House durante gli anni 90 con molti dischi firmati Kamasutra, tra I quali “Where Is The Love” e la loro hit del 97 intitolata “Happiness” con la vocalist Jocelyn Brown… Alex e Marco uscirono anche con due acclamati EP sotto il nome “Alex Neri presents Planet Funk”, ma non fù fine al Winter Music Conference di Miami nel 1999, che Planet Funk diventò qualcosa in più di un alias.. Alex conosceva vagamente GG dei Sold Out!, avendolo incontrato a qualche festa e visto sulle mailing lists dei produttori. A Miami si conobbero meglio ed iniziarono a discorrere su come entrambi volessero espandere il loro sound verso nuovi ed inesplorati territori musicali-leftfield, più sperimentali, più accattivanti.“Sono un DJ, ma sono un pò stanco dei club adesso” dice Alex, che è resident al Tenax di Firenze ed ha suonato dappertutto, da Ibiza a Tokyo. “L’House deve andare oltre. Noi cerchiamo di dare alle persone lo stesso ritmo ma con un tipo di energia diverso. Per me è il club sound del futuro. Qualcosa di nuovo e libero….” Quando tornarono in Italia, Planet Funk rinacque come un colletivo musicale eclettico basato su quattro membri principali. Il primo frutto di questo approccio e stato “Chase The Sun” con la vocalist lappone Auli Cocco, un’amica di Sergio. L’Altro elemento chiave vocale è il carismatico cantante-chitarrista britannico Dan Black, in passato parte integrante di Leigh Bowery’s Minty ed adesso a capo della sua rock band “The Servant”. Una demo di Dan spedita alla Bustin’ Loose convinse Alex immediatamente.. Quando ascoltate la voce di Dan su “Inside All The People” e “The Switch” potete capire perché. Chase The Sun uscì l’estate scorsa senza alcun marketing, ma non appena si chiuse la stagione di Ibiza, gente del calibro di Pete Tong, Danny Tenaglia, Deep Dish, Harvey ed Adam Freeland ne fu entusiasta, scatenando una vera e propria battaglia di offerte per accaparrarsi questo disco.“E’ stata una reazione pura” dice Alex, “Solo la musica, niente marketing”. David Boyd della Virgin, l’uomo che firmò I Verve, riuscì a spuntarla su tutti, poichè aveva già capito le ambizioni dei Planet Funk. Questo inverno uscirà il loro album di debutto, che miscela Ambient, Electro, Funk, Psichedelica, Metal e Soul. La band inizierà un tour, presente ai festival estivi di mezzo mondo. ”Vogliamo portare la nostra musica nelle strade, perché la vita si vive nelle strade, non negli studi o sulla TV,” spiega Sergio. “Il concetto si concretizza nell’essere un festival in un’unica band – Il palco rock e la tenda disco.” Come accennato, quidi, non la solita produzione esclusivamente dance. Con Spiller, Santos, Black Legend ed altri il panorama italiano sta conquistando le piste in tutto il mondo, ma Planet Funk hanno la visione per portare tutto ciò oltre. Sergio dice: “ il rinascimento per me è più forte di una singola traccia. Deve produrre qualcosa di internazionale ed universale. Questa è la nostra missione. Vogliamo predere la nostra esperienze decennale nella Club Culture e dimostrarvi che non è soltanto un fenomeno da Sabato sera. Chiunque può ottenere un lampo di celebrità, noi vorremmo andare più in fondo per comunicare qualcosa di più”. C'è una zona franca tra il presente e il futuro, tra l'oggi e il domani. I Planet Funk abitano questo spazio; sono l'anello di congiunzione tra la realtà e i suoni del divenire, tra l'uomo e la macchina, il sogno, la psichedelia, il rock e la club culture. Un tempo si usava il termine "melting pot". Poi è arrivata la moda delle sinergie. "The Illogical Consequence", opera seconda del collettivo, sta allo scenario musicale internazionale come la cyberfilosofia del pensatore francese Pierre Levy ci parla delle intelligenze collettive in rete. Oltrepassa le categorie e le definizioni. Spiazzerà chi aveva considerato "Non Zero Sumness", loro opera prima, come un disco visionario. "La conseguenza illogica" supera le colonne d'Ercole tra suono analogico e digitale, mondo reale e virtuale. È un album di neo-illuministi del suono alla ricerca di anime gemelle in un mondo di plastica, la brillante sintesi tra pop progressivo e psichedelico, dance ed elettro-rock.Che significa "The Illogical Consequence"? "Le cose che rimangono - dicono Gigi Canu e Sergio Della Monica - non sono quelle che si studiano a tavolino. La storia dell'uomo è piena di conseguenze illogiche, di cose che non ci aspetteremmo. È un disco che parla di ecologia e tecnologia come di due elementi che possono coesistere. Consideriamolo come il precipitato di questi tempi cupi di guerra e di insensatezza. È il segno della nostra voglia di cambiare: non ci piace il mondo che ci hanno consegnato?. Al suo interno potrete scorgervi gli universi sintetici profetizzati 25 anni fa dai Depeche Mode e dai New Order, la grandiosa architettura dei Pink Floyd, il gusto per la complicazione dei Talk Talk, la voglia di esplorare nuovi territori come fecero, all'alba degli anni '80, Brian Eno e David Byrne in "My Life In The Bush Of Ghosts". E ancora altro.Non sono un gruppo ordinario i Planet Funk. Preferiscono presentarsi come un collettivo aperto, sempre in movimento, mai statico. Marco Baroni, Gigi Canu, Sergio Della Monica ed Alex Neri sono il cuore della macchina, cui di volta in volta si aggiungono presenze nuove. Dan Black, la voce di "Inside All The People", non è uscito dal gruppo, ma il suo intervento qui è limitato a soli tre brani. L'intensa ballad "Trapped Upon The Ground", "Peak" e la conclusiva e devastante "Out On The Dancefloor" in cui l'arpa elettrificata di Cecilia Chailly sposa le logiche di un suono sontuoso e avvolgente. La principale voce del disco appartiene a John Graham, disc jockey inglese che si è innamorato del progetto. Il suo timbro è tanto duttile da passare con disinvoltura da ballate come "Laces" e "Come Alive" al pop di "Every Day" e all'elettronica di "Stop me". Ma attenzione anche alla voce di Sally Doherty, interprete di "Dusk". Un brano nettamente diverso, costruito su una bellissima melodia per pianoforte e voce come solo certe pagine dei Cocteau Twins e dei Massive Attack ci hanno saputo offrire. Le sorprese non finiscono qui. "Unhuman Perfection" è ipnotica, caratterizzata da una presenza d'eccellenza, quella dell'attrice Claudia Pandolfi, che si cala con talento e misura nei panni di una donna del futuro alle soglie di una mutazione. Infine il brano "politico" di "The Illogical Consequence": "Tears After The Rainbow" è stato affidato a una voce campionata, preregistrata. Il gruppo ha utilizzato estratti dall'intervista di Robert Oppenheimer nel documentario "The decision to drop the bomb" trasmesso nel 1965 dalla Nbc. Parole pesanti per una composizione che racconta il dramma di un uomo che ha contribuito alla distruzione di migliaia di esseri umani. Il suo discorso è, nella sua stringatezza, un atto d'accusa. Sono "Lacrime dopo l'arcobaleno", proprio come recita il titolo, un ulteriore spunto di riflessione della mente e sugli errori che si commettono. I grani di saggezza del gruppo sono tangibili: il perfetto equilibrio tra musica strumentale e vocale è presente fin dai solchi dell'iniziale "Movement is Noted", preludio a "Every Day" e termina come una sublimazione in "Out On the Dancefloor". Il disco comincia di notte e termina di giorno, su una pista da ballo su cui dobbiamo imparare a ballare tutti insieme, in pace e il più a lungo possibile. È il vecchio, ancestrale ritorno al nostro pianeta. Un risveglio umano, troppo umano, dopo un'avventura cinematica come quella di "2001 Odissea nello spazio". Ma questa volta le macchine sono (sembrano) dalla nostra parte.

My Interests

Music:

Member Since: 11/14/2006
Band Website: www.planetfunkweb.com
Band Members: Sergio Della Monica/Marco Baroni/Domenico 'Gigi' Canu/Alex Neri/
Influences: Only for Planet Funk's fans interviews, photo, music, news, concerts… PLANET FUNK=simply the best!!! http://forum.planetfunkweb.com/
Sounds Like: Planet Funk - Too Much Tv 2009LEMONADE - 2009 video .. ..STATIC_STATIC_ IT'S YOUR TIME _STATIC_
Record Label: Bustin' Loose
Type of Label: Indie

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