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23/07/08 VILLADOSE (ROVIGO), TERMINATA LA XI EDIZIONE DI
“VOCI PER LA LIBERTA’ – UNA CANZONE PER AMNESTYâ€
TRIONFO DI PUBBLICO CON ELENA VITTORIA E SUBSONICA
E' terminato la sera di domenica 20 luglio il concorso per emergenti Voci per la Libertà - Una Canzone per Amnesty, festival che da undici anni dà voce a coloro i quali attraverso la musica diffondono le tematiche promosse da Amnesty International e che si è svolto nel corso di quattro serate concluse da headliner come Giorgio Canali, Paolo Benvegnù e Makako Jump.
Durante la giornata finale ha avuto luogo presso il Municipio di Villadose la conferenza stampa dei Subsonica, alla presenza del sindaco Mirella Zambello, del presidente di Amnesty Italia Paolo Pobbiati, del presidente dell'associazione Voci per la Libertà Giovanni Stefani, del direttore artistico Michele Lionello e di numerosi esponenti della stampa che sono intervenuti attivamente. Nel corso dell'incontro il sindaco Zambello ha sottolineato che Canenero, brano dei Subsonica Premio Amnesty Italia 2008, "ha un testo coraggioso che parla della violenza sui minori, tema difficile da trattare perchè ancora tabù. Abbiamo bisogno di migliorare la nostra società affrontando il tema della violenza all'interno delle mura domestiche"; il presidente Pobbiati ha osservato "l'efficacia delle immagini che ben visualizzano quanto il futuro di un bambino possa essere sbranato dalla violenza subita e quanto queste tragedie ci siano vicine". Max Casacci ha preso la parola come portavoce del gruppo torinese esprimendo "i dubbi sull'efficacia e sull'opportunità di trattare un argomento così spinoso che non li ha toccati in prima persona. Dubbi dissipati nel momento in cui abbiamo iniziato a ricevere feedback da persone che hanno subito violenza e da Amnesty che ha voluto premiare il nostro impegno".
La manifestazione è continuata in serata, presso lo stadio di rugby, con l'esibizione delle sei band finaliste che andranno poi a comporre la compilation di questa edizione: PuraUtopia, Proxima Luna, Elena Vittoria, Terramaris, Ultimavera e Trois Fois Rien.
Davvero grande la partecipazione del pubblico, oltre 2000 le persone accorse per ascoltare i gruppi in concorso e l'esibizione in acustico dei Subsonica che, con Max alla chitarra e Samuel alla voce, hanno entusiasmato la platea gremita.
Al termine, la giuria specializzata, ha assegnato così i premi:
Premio Una Canzone per Amnesty ad Elena Vittoria per Peacock
Premio della Critica agli Ultimavera per Spostamenti di massa
Premio della Giuria Popolare ai Proxima Luna per Rive Gauche
Elena Vittoria ha dichiarato che la sua "è una poesia surreale, nata dagli evanti occorsi in Myanmar lo scorso inverno e filtrati attraverso la mia vena onirica. Spicca la figura femminile di Aung San Suu Kyi, che incarna il mantra e l'amore, gioiello di cui parla la mia Peacock"
Fondazione Amnesty International Sezione Italiana
è orgogliosa di comunicarvi che a partire dal 31/10/08 sarà pubblicato:
AAVV
"17x60"
(CNI Music)
Cd + booklet con la Dichiarazione universale dei diritti umani
in occasione del 6o° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani
con il patrocinio del Segretariato Sociale
La tracklist:
01. Ivano Fossati - Pane e coraggio
02. Subsonica - Canenero
03. Daniele Silvestri - Il mio nemico
04. Sud Sound System - Bomba innescata
05. Enzo Avitabile - Tutt’egual song ‘e ccriature
06. Gianmaria Testa - Al mercato di Porta Palazzo
07. Mariella Nava & Dionne Warwick - It’s Forever
08. Samuele Bersani - Occhiali rotti
09. Paola Turci - Rwanda
10. Giorgio Canali - Canzone della tolleranza e dell’amore universale
11. Elena Vittoria - Peacock (Premio “Una Canzone per Amnesty†ed. 2008)
12. Eugenio Bennato - Canzone per Beirut
13. Max Gazzè - Avanzo di galera
14. Modena City Ramblers - Ebano
15. Niccolò Fabi - Milioni di giorni
16. Antonella Ruggiero - Canzone tra le guerre
17. Jovanotti - Mani in alto
Sessanta anni fa, il 1o dicembre 1948, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite proclamava la Dichiarazione universale dei diritti umani: trenta articoli che riconoscono a ogni persona il diritto di vivere, la libertà di movimento, di pensiero, di culto, di opinione, di associazione ed espressione e che garantiscono, inoltre, il lavoro, la salute, l'istruzione, la sicurezza individuale e l'uguaglianza davanti alla legge.
Troppo però è ancora il divario tra carta e realtà , in troppi paesi del mondo inclusa l'Italia, moltissimo il lavoro che deve essere compiuto per dare a ogni essere umano il rispetto e la dignità che gli sono propri.
Fondazione Amnesty International, per celebrare il 60° anniversario della Dichiarazione, pubblica una raccolta, prodotta e distribuita da CNI Music, di brani firmati negli ultimi quattro anni da 17 artisti italiani di grande fama e prestigio. L’importante operazione, la prima del genere realizzata da Fondazione Amnesty International nel nostro paese, è fortemente voluta per diffondere il più possibile la cultura dei diritti umani attraverso linguaggi ed emozioni propri della musica: fortemente comunicativi, piacevoli, leggeri ma impegnati ed efficaci.
Un ringraziamento speciale a Daniele Silvestri, Ivano Fossati, Modena City Ramblers, Paola Turci, Samuele Bersani, Sud Sound System, Eugenio Bennato, Niccolò Fabi, Mariella Nava, Gianmaria Testa, Giorgio Canali, Enzo Avitabile, Antonella Ruggiero, Subsonica, Jovanotti, Max Gazzè ed Elena Vittoria che, in questo "17x60", prestano voce e sensibilità ad Amnesty International, con l’augurio che le loro armonie raggiungano ognuno di voi.
Brano per brano:
Ivano Fossati, Pane e coraggio: per le popolazioni che non possono sopravvivere nella propria terra, la migrazione è spesso un sogno seducente che si scontra con le politiche di accoglienza dei paesi di arrivo. Bene lo descrive Fossati con un episodio simbolico.
Subsonica, Canenero: l’immagine disturbante e ricorrente di una bocca famelica è il segno indelebile di una violenza infantile. Ispirandosi a "Dies Irae" di Giuseppe Genna, il gruppo torinese affronta con coraggio il tema scomodo e lacerante degli abusi sui minori.
Daniele Silvestri, Il mio nemico: pungente critica alla società contemporanea governata da individualismo e prepotenza. La “dittatura invisibile†denunciata dal cantautore può uccidere per il proprio interesse, ma anziché usare armi si avvale di carte di credito.
Sud Sound System, Bomba innescata: parole concitate in salentino stretto per descrivere in modo lucido la strategia della tensione. L’avidità umana è causa dello sfruttamento; le genti non sono divise tra popoli nemici, ma tra politici e coloro che sono mandati a morire.
Enzo Avitabile, Tutt'egual song 'e ccriature: la canzone, dalle forti influenze mediterranee, passa in rassegna le condizioni in cui nascono i bambini: tutti vengono al mondo attraverso un atto d’amore, ma, a seconda del luogo, si trovano a contatto con realtà diverse, non sempre favorevoli alla vita.
Gianmaria Testa, Al mercato di Porta Palazzo: negli immigrati di un tempo si legge la storia degli immigrati di oggi, il loro orgoglioso rivendicare una dignità non ancora riconosciuta. Il tocco essenziale del cantautore piemontese fa vivere nel presente una foto sbiadita di molti anni fa.
Mariella Nava & Dionne Warwick, It’s Forever: brano sulla necessità dell’ottimismo come pratica quotidiana, sull’obbligo di mantenere vivo il carattere propositivo dell’utopia. Necessità che si fa universale grazie all’uso alternato di italiano e inglese.
Samuele Bersani, Occhiali rotti: spunto del brano è la vicenda del freelance Enzo Baldoni, assassinato in Iraq nell’agosto del 2004. Il cantautore romagnolo immagina i suoi possibili pensieri durante la prigionia e a poche ore dalla morte. Gli occhiali diventano simbolo della morte assurda di un intellettuale alla ricerca della verità .
Paola Turci, Rwanda: chitarra e voce per una ballata che riporta l’orrore e la follia del genocidio del 1994. Una donna racconta come viene sconvolta la sua esistenza in Rwanda, paese attraversato da un fiume sul quale scorrono cadaveri.
Giorgio Canali, Canzone della tolleranza e dell’amore universale: caustica e sarcastica filastrocca che si prende gioco del campanilismo xenofobo proprio di tutto il pianeta. L’energico “tutti conto tutti†di Canali, sotto l’apparente cinismo, svela un moto di civile indignazione.
Elena Vittoria, Peacock: surreale e onirica poesia messa in musica, omaggio alla figura di Aung San Suu Kyi, donna simbolo dell’opposizione democratica al regime militare in Myanmar e premio Nobel per la pace nel 1991.
Eugenio Bennato, Canzone per Beirut: un vero e proprio inno alla vita quello intonato dal cantautore partenopeo. Il dolore per la distruzione della città libanese viene spezzato da piccoli segni di speranza: è un attaccamento alla vita cosciente sia delle difficoltà sia della bellezza.
Max Gazzè, Avanzo di galera: ritratto, umanissimo ed emotivamente coinvolgente, di una persona ingiustamente privata della libertà , con un obiettivo impossibile: riappropriarsi del tempo che gli è stato sottratto, tempo che “una stanza ha preso senza chiedereâ€.
Modena City Ramblers, Ebano: tratta dei minori e violenza sulle donne. Il folk dei MCR dà voce a una giovane africana strappata alla famiglia che racconta, attraverso la poesia delle parole e delle immagini, la sua storia fatta di spietati abusi.
Niccolò Fabi, Milioni di giorni: riflessione umile e lucida sulle dinamiche della democrazia e della demagogia. Fabi, con la sua solita delicatezza, esprime il bisogno di consegnare al proprio figlio una chiave di lettura per questa società che tende a ingannare.
Antonella Ruggiero, Canzone fra le guerre: una madre e il suo bambino soli di fronte all’atrocità inesplicabile della guerra. La voce della Ruggiero denuncia, con la consueta intensità , l’impotenza di fronte all'insensibilità degli uomini.
Jovanotti, Mani in alto: divertente allegoria, solo apparentemente leggera, dell’intolleranza che porta a imporre agli altri la propria visione del mondo, una canzone che ci mette in guardia contro gli aspetti più pericolosi del conformismo e della massificazione.
Record Label: unsigned
Type of Label: None